Villa Jolanda “terra di nessuno”, distrutta la fontana. Conoscete la storia della stessa fontana?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
17 Aprile 2014 14:37
Villa Jolanda “terra di nessuno”, distrutta la fontana. Conoscete la storia della stessa fontana?

Ignoti, probabilmente la scorsa notte, hanno distrutto l'importante fontana ubicata nella villa Jolanda che era stata oggetto recentemente di interventi di restauro.

"Il dirigente della Polizia Municipale, il dott. Claudio Zummo –si legge nel comunicato dell'Amministrazione comunale- sta predisponendo la relazione-denuncia alle forze dell'ordine. L'Amministrazione comunale condanna il vile gesto ed auspica che i malfattori siano assicurati alla giustizia".

Conosciamo la storia della stessa fontana (nel novembre 2010 dopo il suo restauro ricollocata a villa Jolanda, nelle immediate vicinanze dell'Arco Normanno) attraverso quanto spiegato pochi anni fa dall'arch. Mario Tumbiolo, profondo conoscitore della storia della Città e già impegnato in diverse manifestazioni per la promozione dei suoi beni culturali.

"incuriosito dalla incisione posta nel basamento del piedistallo della stessa vasca –ha detto Mario Tumbiolo- recante la scritta in latino "huc mirabilis aquae fontem", che significa "in questo luogo si trovano le acque della fonte mirabile", ho cominciato documentarmi sulla possibile collocazione originaria della vasca collocata nella stessa Villa nel 1903.".

Così Tumbiolo, dopo la consultazione di alcuni libri sulla storia ed urbanistica della Città, ha evidenziato: "le cosiddette acque mirabili erano considerate quelle della zona Mirabile che prende il nome dall'arabo "ayn-marra" che significa "fonte della salute. Queste acque così provenivano dal grande acquedotto costruito nel 1610 dai tre giuranti che reggevano la Città. Le acque passavano lungo il fiume Mazaro e sono state portate fin all'attuale Porta Palermo e successivamente fino alla centralissima piazza della Repubblica".

L'Architetto ha continuato a descrivere la sua scoperta: "in un'altra facciata dello stesso piedistallo a forma esagonale è incisa un'altra scritta recante il nome del vescovo Stella e la data del 1748. Monsignor Stella è rimasto alla guida della Diocesi di Mazara dal 1742 al 1750 attivandosi anche per la sistemazione dell'acquedotto e la costruzione di alcune fontane pubbliche. Così ho consultato una cartina della Città del 1810 riportata in una pubblicazione di Abate Vito Pugliese nella quale si evinceva chiaramente che l'unico luogo all'aperto riportante la presenza di un elemento architettonico fosse la piazza chiamata "serraglio" termine derivante dalla grande attività di ammasso di grano che si svolgeva anticamente in Città, questa piazza corrisponde all'attuale dedicata all'illustre cittadino Ettore Ditta.

Il fatto che si trattasse di una piazza pubblica è ben dimostrabile dal fatto che erano i vescovi a riportare i loro nomi sulle opere da loro stessi volute, vedi la vasca di piazza della Repubblica riportante il nome del vescovo mons. Valenti".

Altra scoperta dell'architetto Tumbiolo è stata quella dei materiali con i quali costruita la fontana "mirabile", di "granitello" la vasca, di "pietra campanella" il piedistallo. Altro dato interessante rilevato da Tumbiolo quello relativo ai tre vasi, uno staccato, collocati in altrettanti vertici della forma esagonale della vasca, che costituiscono un ipotetico triangolo, figura considerata importantissima nel mondo esoterico.

Infine Tumbiolo si era anche interessato del restauro e la ricollocazione del "pozzetto", attualmente vicino alla suddetta fontana, in uno dei chiostri della chiesa di S.Michele; il "pozzetto" risulterebbe anch'esso vandalizzato in quanto mancante di un coperchio di metallo.

Villa Jolanda di notte, ma anche di giorno, in diverse fasce orarie è frequentata da persone molto losche, forse dedite a qualche attività illegale, oltre che da gruppetti di ragazzi spesso non curanti delle aiuole, una delle quali dedicata alla piccola Denise Pipitone con un alberello ed un cartello piantati nel 2006; proprio il giorno del sesto compleanno della piccola rapita il 1 settembre 2004 nella sua casa di via Domenico la Bruna.

Altro segno dell'inciviltà è presente nel vicinissimo Arco Normanno, in evidente stato di degrado, dove nella parte posteriore permangono, a distanza di circa un anno, ancora delle scritte realizzate con delle bombolette spray (si intravedono nella foto 1).

Si spera che la Soprintendenza ai Beni Culturali che adesso si dovrebbe occupare, crediamo molto presto, delle due opere vandalizzate non colga l'occasione per far rimuovere le stesse scritte al monumento simbolo della città, sempre in stato di abbandono.

Pochi anni fa il Comune realizzò dei lavori per il recupero di villa Jolanda, i lavori costarono circa 50.000 euro, con un risparmio di 300.000 euro rispetto al progetto originario. "I risparmi ottenuti –affermò allora l'assessore all'Urbanistica Nino Zizzo- sono stati investiti nel progetto di realizzazione della spiaggia in città.". I lavori di Villa Jolanda furono completati con la posa di circa 800 mattoni in ceramica la cui decorazione venne affidata al compianto artista Salvino Catania. Molto discusso non fu il valore delle decorazioni dell'artista bensì la decisione del Comune di collocare le mattonelle su strati di cemento rossiccio utilizzati per "tappezzare" (vedi foto 3) alcune parti sfaldate dell'originario pavimento della stessa villa, un autentico "patchwork" antiestetico e scivoloso durante le piogge; forse servirebbe dare maggiore lustro a quelle mattonelle?  

Francesco Mezzapelle

17-04-2014 16,30

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