A Torretta Granitola si è tenuto un incontro ripercorre la storia dell'antica tonnara

Diverse le persone presenti all'evento

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
20 Agosto 2025 09:50
A Torretta Granitola si è tenuto un incontro ripercorre la storia dell'antica tonnara

Il cortile della parrocchia “Maria Assunta-Stella del mare” di Torretta Granitola ha ospito un incontro pubblico con Gianluca Serra, nipote del fu rais della tonnara, Giuseppe Barraco, che ha raccontato la storia dell’antica tonnara di Torretta. Durante la serata sono stati proiettati anche i due corti di Gurrieri (1949) e De Seta (1955) proprio sull’attività della tonnara. La serata è stata introdotta da don Nicola Patti che ha ricordato alcune notizie storiche riguardanti le tradizioni religiose della borgata, riportate nella monografia su Campobello di Mazara, di Francesco Nicotra, del 1907.

Le origini della borgata, secondo le fonti di Nicotra, risalgono all’epoca dei fratelli Di Benedetto Salvatore e Filippo, che nel 1857, trasferirono le attività di pesca e conservazione del pescato da Tre Fontane a Torretta Granitola. Il Nicotra riporta nella sua monografia la presenza di circa 1000 abitanti, durante la stagione della pesca, tra pescatori, villeggianti e negozianti. «Come accadeva in ogni comunità sociale – ha ricordato don Patti – anticamente il ciclo produttivo della terra aveva il suo epilogo in una festa religiosa. Non faceva eccezione la comunità di Torretta Granitola, in cui, in questo caso, il periodo della mattanza e la sua conclusione, aveva il suo momento ieratico nella festa dell’Assunta, il 15 agosto».

Il “rituale” della mattanza era impregnato di segni e contenuti religiosi riscontrabili, ad esempio, nelle “cialome”. Basti anche pensare che alla fine della mattanza (con il vascello ora carico di tonni) in coro, i tonnaroti, levando il cappello esclamavano: “Gesù” per tre volte. Nelle feste e durante la pesca vi si macellano capre, montoni e pecore, così come riporta il Nicotra. Un’altra festa tradizionale era quella dell’Ascensione con partecipazione dei campobellesi, che accorrevano numerosi. Al tramonto si prendeva la via del ritorno con carri, domatrici e cavalli. Lungo il tragitto e nei pressi del centro abitato di Campobello uno spettacolo divertente: un denso fumo provocato con erbe secche, bagnate e poi bruciate, al passaggio della carovana. Invece la notte prossima all’Ascensione i pastori conducevano i propri greggi al mare per il tradizionale bagno.

Il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella ha fatto pervenire al parroco un messaggio che don Nicola Patti ha letto: «Grazie per la condivisione di questo momento culturale. Cultura e Vangelo devono tornare a dialogare, lo aveva indicato già Paolo VI nell’enciclica “Ecclesiam suam”. In fondo, cultura e Vangelo, sono lo stesso linguaggio: parlano dell’uomo. Mettiamoci in ascolto della storia, degli eventi, dei fatti, dei segni dei tempi. Tutto può costituire una sorta di consenso, di dialogo appunto, sui valori e ideali da interpretare alla luce del Vangelo. Da tutti e da tutto può venire una pro-vocazione di fede, una scintilla di verità, un percorso per il bene comune. Il dialogo rigenera la libertà umana, suggerisce progetti concreti di gesti che vogliono il bene di tutti, a servizio della comunità degli uomini. Il dialogo ha bisogno di esprimersi con immensa simpatia, gentilezza, rispetto e perseveranza nella pratica del bene».

Fonte: Diocesi

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