“Un po’ di scuola”. Perché la guerra?

Vogliamo la PACE

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Marzo 2022 15:11
“Un po’ di scuola”. Perché la guerra?

Ogni giorno si parla di guerra, di una guerra che sentiamo vicina, che viviamo, soprattutto, attraverso gli occhi dei bambini feriti, uccisi, orfani. Oggi a scuola è arrivata pure la richiesta di “accoglienza temporanea dei bambini ucraini”, richiesta promossa dal CONADI Consiglio Nazionale Diritti Infanzia e Adolescenza.

Ed anche oggi non ho potuto fare a meno di parlare di “guerra” in classe. I ragazzi fanno sempre domande e cercano risposte, guardano i servizi televisivi o vedono post su instagram o tic toc o ancora si scambiano filmati di episodi di guerra particolari.

La domanda più ricorrente tra i ragazzi di scuola è: “perché si fa la guerra?” La mia risposta è e sarà sempre “non c’è un perché”, nessuna guerra ha una giustificazione e ancora meno una guerra in cui si colpiscono persone inermi, che fuggono attraverso i corridoi umanitari, o che vede come obiettivo l’ospedale pediatrico di Mariupol.

Io ho sempre creduto nel dialogo, ho sempre pensato che in ogni essere umano albergasse un minimo di sentimento, di pietà, di senso del rispetto, ma sono stata smentita. Due anni fa pensavo che la Pandemia avrebbe avvicinato i popoli, che tutti gli Stati del mondo avrebbero fatto fronte unico contro il “nemico comune”, ma anche questa convinzione è stata smentita e non solo dal fatto che gli Stati si sono sì aiutati, ma non coalizzati, ma anche perché, all’interno dei singoli Stati, si sono create divisioni per la conduzione della lotta al Covid.

Ero pure fermamente convinta che oggi non ci potessero essere uomini capaci di riproporre le atrocità di una guerra super tecnologica, come quella che si combatte nella “civilissima” Europa e che non esistesse una persona capace di nominare, ogni volta che si sente in difficoltà, la possibilità di usare armi nucleari.

Non so se costui è veramente convinto di poter fare ricorso ad armi nucleari, o se si rende veramente conto del fatto che una guerra nucleare gli restituirebbe un mondo senza più nessuno da tiranneggiare, anzi, con la possibilità di restare il solo sopravvissuto in un pianeta deserto e malato.

Diceva Freud “Non c’è speranza di sopprimere le tendenze aggressive degli uomini, esse possono solo essere deviate in modo che non portino alla guerra. Si può cercare di creare legami emotivi, di solidarietà tra gli uomini. L’unica soluzione sarebbe assoggettare queste pulsioni alla ragione, sarebbe rafforzare l’intelletto, soprattutto avere un atteggiamento più civile.”

Allora in questo possiamo sperare, che un minimo di umanità si faccia strada negli animi. Usiamo la ragione che, come diceva Kant, “rimane il bene più alto sulla terra, l’ultima pietra di paragone della verità.”

Maria Teresa Carmicio

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