Qualche giorno fa il tecnico mazarese Nicolò Terranova è salito alla ribalta nazionale, attraverso le pagine de “la Repubblica” in quanto il suo Akragas è la squadra in tutta Italia e in tutti i campionati, dalla serie A all’Eccellenza, che ha subito meno gol. La SSD Akragas 1918 è la capolista del Campionato di Eccellenza Girone A Sicilia, con 39 punti in 16 gare dove ha subito soltanto 5 reti e realizzate invece 38; la squadra agrigentina, che guida la classifica con un punto in più rispetto all’Enna (che di gol invece ne ha subiti 10 e realizzati 20), milita nella stesso Campionato dove giocano Mazara e Mazarese (rispettivamente al quinto e sesto posto).
Come dicevamo, attraverso un bel servizio realizzato dal collega Fabrizio Bertè, si parla del primato del prestigioso primato nazionale dell’Akragas, la difesa più forte d’Italia, ed in particolare dello stesso Terranova, 48 anni, che spiega il suo lavoro nella Valle dei Templi narrando anche la sua storia e i tanti sacrifici definendosi nel suo lavoro di allenatore “maniacale, onesto e leale”, ma anche “passionale, trasparente e innamorato”. Così a “la Repubblica” Nicola Terranova (in foto di copertina) si racconta: “Ero un esterno di centrocampo ho sempre giocato a Mazara, diventando anche capitano, ma mai ho raggiunto i professionisti, a differenza di mio fratello Emanuele (classe 1987, ex Primavera del Palermo, oggi in serie B, al Bari, con oltre 400 presenze tra i professionisti, di cui 25 in serie A e ben 315 in serie B), che ha anche vinto 5 campionati.
Proprio lui, dopo il mio ritiro, mi ha incoraggiato a diventare allenatore. Mentre io incoraggiavo lui a diventare calciatore. Quando lui giocava in serie B, a Vicenza, io facevo il muratore. E gli dicevo non mollare mai”. Per Nicola il punto di svolta per l’intrapresa della carriera di allenatore fu uno stage a Sassuolo, nel 2015, tenuto da Eusebio Di Francesco, da giocatore allievo di Zdenek Zeman e che da allenatore della Roma raggiunse le semifinali della Champions 2017/2018: “Da lui –dice Terranova- ho imparato tanto. Sono stato lì 4 mesi, ho studiato e ho preso anche il patentino Uefa A.
Al termine della stagione, il Sassuolo arrivò 6° in serie A”. Sulle pagine di Repubblica Terranova cita gli inizi da allenatore: tanti anni da vice, a Mazara, la “Juniores” e la prima squadra, poi tante esperienze, tra Eccellenza e serie D, Folgore, Canicattì, Gela, Marsala e Castrovillari. “Durante la pandemia, quando i campionati si sono fermati – ricorda Terranova– sono andato a lavorare come cameriere. E non mi vergogno a dirlo. Vengo da una famiglia di lavoratori, mio padre era un operaio e io ho fatto anche il muratore.
La cultura del sacrificio mi appartiene e cerco di trasmetterla quotidianamente ai miei calciatori . Sono orgoglioso del percorso che stiamo facendo il merito è della società, dei calciatori e dei nostri splendidi tifosi”. Mister Terranova conclude l’intervista confessando il suo sogno: “portare l’Akragas in serie D e allenare, un giorno tra i professionisti. Senza mai dimenticare, però, da dove sono partito”.
Francesco Mezzapelle