Il Tribunale di Marsala accoglie la "messa alla prova" per il consigliere comunale mazarese Giorgio Randazzo

Per il maresciallo Pirollo, anche lui coinvolto nella vicenda, l'udienza si terrà a luglio del 2025

Redazione Prima Pagina Mazara
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17 Settembre 2024 11:01
Il Tribunale di Marsala accoglie la

Nella giornata di ieri, 16 settembre, il giudice del Tribunale di Marsala Francesco Parrinello ha accolto la richiesta di "messa alla prova" presentata, attraverso l'avvocato della difesa Massimiliano Di Giorgi, dal consigliere comunale mazarese Giorgio Randazzo che è accusato di ricettazione in quanto avrebbe provato a vendere, con l’aiuto del noto fotografo Fabrizio Corona, i file alla redazione di “MOW” giornale milanese diretto da Moreno Pisto. Nell'indagine è coinvolto anche il maresciallo dei carabinieri Luigi Pirollo accusato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d'ufficio.

Pirollo, che attualmente è ancora in sospensione dal servizio con un salario ridotto, ha richiesto, anche lui, tramite il suo avvocato Walter Marino, di essere sottoposto alla "messa alla prova"; l'udienza si svolgerà nel mese di luglio del 2025. La “messa in prova” è una causa di estinzione del reato introdotta nel 2014 che prevede per gli adulti l’estinzione di un reato di minore allarme sociale; una volta espletata la "messa in prova" non sono previste ulteriori condanne e il reato può essere cancellato.

La vicenda. Il tutto sarebbe partito da alcune intercettazioni di conversazioni telefoniche del fotografo Fabrizio Corona. In una di queste, risalenti al 2 maggio 2023, Corona avrebbe fatto riferimento a uno "scoop pazzesco" di cui era in possesso un consigliere comunale. Il 25 maggio Pisto, Randazzo e il fotografo si sarebbero incontrati a Milano. In quella occasione il giornalista di Mow, con uno “stratagemma”, sarebbe riuscito in segreto a fare copia dei 786 file, suddivisi in 14 cartelle, a lui mostrati e offerti dal politico tramite una pen-drive.

Dopo averli visionati e resosi conto della delicatezza del materiale si sarebbe rivolto a un collega che gli avrebbe consigliato di parlare con la polizia. Pisto, allora, si sarebbe recato alla Mobile di Palermo raccontando tutta la vicenda. Da qui scattarono gli arresti domiciliari del consigliere comunale e del carabiniere. Corona e Pisto furono anch’essi indagati, dalla Procura di Milano, per aver copiato occultamente il contenuto della pen-drive. Il Tribunale di Palermo ai primi di agosto, sempre del 2023, revocò la misura degli arresti domiciliari a carico di Randazzo accogliendo le richieste, formulate in sede di riesame, così l’inchiesta passò per competenza territoriale al Tribunale di Marsala.

Stessa cosa qualche mese dopo per Pirollo che attraverso il suo legale ha inoltrato la richiesta di un iter giudiziario alternativo.

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