“Una punta di Sal”. Mazara del Vallo dei misteri. E città o paese?

Una realtà caratterizzata da molti contrasti e per la quale emergono diversi interrogativi sul presente e futuro…

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Ottobre 2025 12:51
“Una punta di Sal”. Mazara del Vallo dei misteri. E città o paese?

Mazara del vallo è città o paese? E’ un centro povero o ricco? Sono interrogativi che pongono spesso i turisti o anche semplice gente di passaggio che vedono grandi piazze nel centro urbano e auto di grosso cilindrata sfrecciare sulle strade dell’Urbe, una volta chiamata “Inclita”. Mazara del Vallo, comunque, è uno di quei centri della Sicilia troppo piccoli per essere chiamati città e troppo grandi per essere considerati paese di provincia. Per i mazaresi è CITTA’ “perché – spiegano gli associati di qualche Circolo frequentato da pensionati - possiede l’estensione, la diversificazione delle attività economiche, la pluralità delle cerchie sociali e dei professionisti di un certo calibro”.

Ma c’è anche molta aria paesana, quella certa lentezza che ne ammanta la vita, la preminenza di certi luoghi tradizionali di socialità (alcune gelaterie, le piazza principali o il lungomare) e, soprattutto, la difficoltà di essere totalmente anonimi o non ascrivibili a gruppi e a persone che costituiscono in qualche modo la geografia locale delle classi e dei tipi, in sostanza sembra che si conoscano tutti. Famiglie, professionisti, commercianti, conoscono, forse, anche chi è veramente ricco e chi è veramente povero o chi fa finta di essere ricco.

In un certo senso, Mazara del Vallo è un luogo “tipico”, esemplare di un certo modello di sviluppo urbano meridionale. È una cittadina che dispone di un centro storico antico, di origini arabe, che nel tempo è andato degradandosi a causa di fenomeni innanzitutto naturali e poi sociali. Un paio di terremoti in decenni differenti ma poco distanti tra loro, l’emigrazione di molti degli abitanti tradizionali verso il nord o l’estero, l’intensità dello sviluppo edilizio (anche se in alcuni casi abusivo) nelle contigue aree rurali a partire dalla fine degli anni settanta, la concentrazione di stranieri nelle vecchie case danneggiate e nei vicoli tortuosi che caratterizzano il cuore del centro storico, hanno decretato, almeno sino all’inizio degli anni duemila, un vistoso decadimento di una parte rilevante della città vecchia.

Nel corso del tempo questo dedalo di vie ha finito col caratterizzarsi in termini di nazionalità e di classe. C’è anche una Mazara dei misteri. Ma per svolgere il nastro cominciamo con qualche dato. Gli abitanti hanno un'età media di 39,6 anni e un reddito medio 19.397 euro. Il tasso di disoccupazione è pari al 29,6%. Nel territorio comunale vi sono 17.070 edifici, di cui il 94.3% risulta utilizzato. Il 68.57% della popolazione residente vive in abitazioni di proprietà mentre il 12.97% vive in abitazioni in affitto.

Sfrecciano le auto di grossa cilindrata tra i venticinquemila e i quarantamila euro ed anche oltre. Sembra che i depositi negli 8 sportelli bancari della città (una volta erano 9) superino i 700 milioni di euro (nel 2015 superavano il miliardo di lire), oltre quelli postali e azioni e obbligazioni ben conservati nelle banche anche estere. Non sappiamo nelle società finanziarie di depositi e azioni, né quanti mazaresi seguono l’andamento delle Borse. Nei week end pizzerie, ristoranti e luoghi di incontri sempre pieni, è una città che si mostra pingue, non sembra che il reddito medio lordo sfiori i ventimila euro, che il tasso di disoccupazione sia di circa il 30% mentre il consumo di droghe leggere e pesanti tra i giovani primeggia in provincia.

La forza lavoro, complessivamente, su 50.029 abitanti (dato Istat al 31 dicembre 2024), non supera le ventimila unità tra dipendenti pubblici e privati. Si dirà: ma c’è il lavoro nero che aiuta e poi ci sono le pensioni dei nonni, dei padri e delle madri. Eppure i mazaresi lamentano sempre che si sta male, che non c’è moneta circolante e che le auto di grossa cilindrata si pagano (quando si pagano) con lunghi finanziamenti. Ed allora è una città povera o si ostenta ricchezza con abiti alla moda e cure di bellezza di cui non se ne può fare a meno perché bisogna apparire nel “cerchio magico”? Questo è un bel rebus ma rimane, ben solida, la montagna di moneta depositata nelle banche e negli uffici postali, nelle finanziarie, titoli di Stato o quelli della Borsa.

Nonostante la profonda crisi che attanaglia il territorio i soldi ci sono e banche e promotori finanziari lo sanno. Probabilmente (mettiamola così), il dato è il frutto di ricchezze accumulate negli ultimi 20 o 30 anni. Somme accantonate e non investite. Di certo, qualcuno di soldi ne ha molti, non ci tiene a farlo vedere e non investe in attività. Lui è ricco e non è finto. Tiene i suoi soldi fermi nelle banche che, a loro volta, li vanno ad investire al Nord o all’estero. E’ un mistero, uno dei misteri della città o del paese Mazara?

Salvatore Giacalone

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