“Una punta di Sal”. L’attesa e il compromesso…

Nella vita quotidiana e anche in politica bisogna far conto con la coscienza. E poi ci sono sempre i “furbetti”…

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Novembre 2024 12:21
“Una punta di Sal”. L’attesa e il compromesso…

L'attesa è un aspetto essenziale della nostra vita quotidiana. Ci troviamo costantemente a dover aspettare: aspettiamo il bus, aspettiamo il nostro turno in fila, aspettiamo una risposta importante, aspettiamo che arrivi il fine settimana. L'attesa può essere frustrante, ma può anche essere un momento di riflessione e di crescita personale. L'attesa può anche essere vista come un'opportunità per crescere e sviluppare la nostra pazienza. Nella società moderna siamo abituati a ottenere tutto istantaneamente.

Grazie alla tecnologia, possiamo ottenere informazioni istantanee, comunicare con le persone in qualsiasi momento e avere accesso a un'incredibile quantità di risorse online. Questa cultura dell'istantaneità può renderci impazienti e intolleranti all'attesa. Ma c’è una via di uscita: il compromesso che esige però un’attesa struggente, specialmente da chi attende una risposta. Se, per esempio, in campo politico (ricordiamo il famoso compromesso storico proposto da Berlinguer nel 1973 per raccogliere le forze che rappresentavano la maggioranza degli italiani) è spesso dolorosamente necessario per arrivare a proposte concrete e realizzabili.

Oggi, in politica, sia a Roma che a Mazara del Vallo, si vive di compromessi e quindi di attese, ormai è un uso degradato che uccide anche lo sviluppo intellettivo e spesso anche economico ed aumenta la pericolosa curva dell’affarismo. Sin da bambini ci insegnano che ottenere sempre quello che vorremmo è difficile, e che prima impari ad accettare le cose che la vita ti dona senza grosse pretese e prima imparerai ad essere felice. Ci si abitua così – soprattutto con l’avanzare degli anni – ad accontentarsi di ciò che abbiamo, sempre più convinti della fortuna che la vita ci ha comunque riservato, nonostante le delusioni, nonostante le perdite, nonostante tutti i compromessi.

Nella vita, è vero, facciamo compromessi in ogni occasione: compromessi in famiglia – pur di far funzionare le cose- compromessi con il datore di lavoro, a volte anche compromessi con la propria coscienza. Senza nemmeno rendercene conto arriviamo ad un momento in cui – pur di non avere scocciature, pur di non tornare a stare male – scendiamo a compromessi quasi automaticamente. Non abbiamo più la pazienza dell’attesa, soprattutto quando nel corso della nostra vita, ci siamo incatenati a situazioni che in realtà non avremmo voluto e che ci fanno soffrire, situazioni da cui – per vari motivi – non possiamo assolutamente svincolarci, scendere a compromessi sembra l’unico modo per continuare a vivere.

E restiamo in attesa di novità. E’ il coraggio che fa paura, perchè quando si decide di rimanere se stessi in un mondo che cerca continuamente di piegarci si va incontro al dolore. Fa male dire ‘no’ quando se solo avessi detto ‘si’ avresti evitato la lite. E’ una realtà scomoda quella di chi sceglie di non tradire se stesso e le proprie idee. Quasi una prova di forza perché in qualsiasi campo e settore della vita pubblica si incontrano furbi specialmente nella politica, spesso negli affari, nel lavoro, dall’altra parte c’è gente che lavora di gomiti e vuole andare avanti con le proprie idee senza scorciatoie.

Il pensiero comune tende a confondere furbizia e intelligenza. Non parliamo delle elezioni amministrative, regionali, nazionali e fra poco quelle provinciali, in cui furbizia ed intelligenza si confondono e confondono anche gli elettori. A proposito: Mazara è città di furbi o di intelligenti? Difficile dirlo, forse nemmeno una indagine specifica potrebbe dare un risultato definitivo. La furbizia è un uso del raziocinio sempre rivolto a uno scopo, ma mai capace di guardare al di là di quel singolo scopo, alle conseguenze ulteriori e di più larga scala.

La furbizia è l'utilizzo puramente strumentale del raziocinio, la riflessione sui mezzi e le azioni che portano a un obiettivo. L'invenzione della ruota per facilitare i trasporti non è furbizia bensì intelligenza. Il furbo non è parimenti intelligente, perché manca della visione d'insieme. Il furbo sta al giocatore di poker come la persona intelligente sta allo scacchista: il concetto di “furbizia” contiene in sé, in un modo o nell'altro, il prendersi gioco del prossimo, il raggirarlo.

Eterna lotta quella tra intelligenti (fessi) e furbi. Un tempo, almeno a me sembra, i fessi erano la gran parte: quelli che pagavano il dovuto, che faticavano per studiare e conquistare un posto di lavoro, una casa per metter su famiglia. E non c’è più storia, se domandi a qualsiasi persona se preferisca esser fesso o furbo su quale sarà la scelta. “In Italia il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle” (Giuseppe Prezzolini).

Un tempo qualcuno ci avrebbe spronato ad avere fede nell’intelligenza, che avrebbe alla fine vinto. Ma non è così, perché il furbo, che sta sempre davanti, molte volte se ne frega dell’intelligenza, mentre l’intelligente lo troviamo spesso fesso. Non se ne esce, una società più giusta, più equa, dovrebbe bandire i furbi e premiare i tanti altri, ma chi se la sente di dire: il fesso sono io?

Salvatore Giacalone

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