“Una punta di Sal”. La storia dell’eroe partigiano mazarese Giovanni Modica

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
26 Aprile 2020 13:54
“Una punta di Sal”. La storia dell’eroe partigiano mazarese Giovanni Modica

Un combattimento tra partigiani e nazifascisti. Le cronache del tempo raccontano che  teatro dello scontro è stato Barbania, un piccolo centro in provincia di Torino. E’ il 21 febbraio del 1945. Tra i partigiani c’è un giovane mazarese, Giovanni Modica, ucciso a fucilate. E’ una strage fascista. Una esecuzione  compiuta dal plotone  Divisione Folgore della Repubblica Sociale Italiana. Furono uccisi a fucilate nella piazza principale di Barbania dieci partigiani della quarta divisione "Piemonte" delle brigate Garibaldi, catturati a Ciriè il 17 febbraio 1945.

Insieme a Giovanni Modica c’erano Luigi Bettani, Giuseppe Bettas, Luigi Bosa, Angelo Capasso, Domenico Caporossi (Miguel), Ernesto Casagrande, Rinaldo Picatti, Vittorio Rolle e Piero Spedale. Giovanni Modica era nato a Mazara il 1^ giugno del 1921 da famiglia modesta. Era figlio di Vito Modica, deceduto il 10 febbraio del 1931  e di Giuseppa Barracco. Nella casa di via Torino 44 c’era anche la sorella Giovanna, molto legata al fratello,  che volle partire per il fronte per difendere la Patria dall’invasione nazifascista.

Sembra che ci sia stata qualche resistenza da parte del padre e della madre per questa decisione, ma Giovanni è stato irremovibile. Il 22 febbraio del ’45, in casa Modica venne comunicata la tragedia dalle autorità militari ed è stato lutto perenne. Combattente nella Brigata partigiana “Garibaldi” pagava la sua dedizione alla causa con la cattura e, poi, con una barbara sommaria esecuzione, così immolando la sua giovinezza, per gli ideali di riscossa della Patria dall’oppressore. Il comune di Mazara ha onorato la memoria di Giovanni Modica nello scorso mese di giugno  con una solenne  cerimonia, alla presenza dei familiari del compianto Giovanni, dell’avvocato Liana Tumbiolo, promotrice dell’assegnazione dell’onorificenza e della autorità civili, militari e religiose con la presenza del Vescovo della Diocesi, monsignor Domenico Mogavero e di diverse associazioni, nonché la partecipazione in aula della Polizia Municipale in alta uniforme, nonché l’A.N.P.I.

La Croce, poggiata su un cuscino azzurro, è stata portata dal comandante Colonnello Salvatore Coppolino al sindaco Salvatore Quinci, per conferirla materialmente al Gonfalone della Città mentre veniva irradiato l’Inno di Mameli. Un momento di grande commozione ha pervaso la gremita aula consiliare ed in molti, tra gli anziani,  ricordarono i tanti giovani che  restarono uccisi e le decine di migliaia di militari che si aggregarono alle strutture partigiane locali o parteciparono direttamente alla lotta contro le truppe tedesche.  Giovanni Modica fece parte delle  brigate d'assalto "Garibaldi", che erano formazioni legate al PCI ma vi militarono anche esponenti di altri partiti,  soprattutto socialisti, azionisti e cattolici, nonché autonomi e apolitici, come lo era Modica, un ragazzo che voleva difendere il Tricolore.

Le Garibaldi saranno le formazioni partigiane più numerose, organizzate ed efficaci della Resistenza italiana: «in termini numerici  - ci ricorda la storia - le Garibaldi costituiscono la maggioranza delle forze resistenziali rappresentandone quasi la metà nei vari periodi della lotta partigiana e, particolarmente, nel durissimo inverno 1944-45» Giovanni Modica venne spedito in Piemonte, ritenuta una frontiera “calda” e venne addestrato da un commissario non militare ma “politico” , nominato dal comando generale e che aveva  cura soprattutto della formazione politica dei combattenti, per lo più giovani e giovanissimi cresciuti nella scuola di regime e completamente a digiuno di qualsiasi ideologia che non fosse quella fascista.

Anche in questo senso, la Resistenza è stata una fondamentale scuola di cittadinanza per generazioni destinate a costruire e governare un paese democratico. Non si hanno notizie ben precise dell’eccidio in cui caddero dieci giovani nella piazza principale di Barberia, ci sono però molte testimonianze che riferiscono di “una assurda carneficina con i giovani schierati come bersaglio senza potersi nemmeno difendere”. Fucilate senza sbagliare un colpo. Giovanni Modica cadde così, come i suoi 9 compagni di sventura.

E’ stato un piccolo grande eroe che la città non deve e non può dimenticare.   Salvatore Giacalone

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