Ultime della sera: “I quattrocento colpi”, un inno all’adolescenza

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
17 Marzo 2021 18:30
Ultime della sera: “I quattrocento colpi”, un inno all’adolescenza

di Francesca RUSSO La Rai, attraverso Raiplay, offre la visione gratuita di undici film in versione integrale e restaurata di un maestro dal valore indiscusso, François Truffaut. Un'occasione imperdibile per cinefili e francomani come me; infatti, lunedì sera ho rivisto dopo parecchi anni e con maggiore consapevolezza “I quattrocento colpi". Strepitoso esordio del regista parigino interpretato dal quattordicenne Jean Pierre Léaud vincitore della Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1959.

Il protagonista Antoine Doinel vive un'adolescenza tormentata, va male a scuola, mente alla madre e al patrigno superficiali e anaffettivi, rubacchia e tenta più volte la fuga. Sua unica soddisfazione è fare "les quatre cents coups" (combinarne di tutti i colori) con il suo compagno di classe René, in un pericoloso crescendo che si concluderà con la reclusione in un riformatorio. Il grande successo sia di critica sia di pubblico imporrà Truffaut come uno degli esponenti più rappresentativi della Nouvelle Vague di cui quest'opera è un tipico esempio: mezzi scarsi, riprese effettuate in ambienti naturali, frequenti cammei di registi e attori del movimento.

Ancora oggi il film è emblematico di quella corrente e di quel periodo, con la differenza che il tempo ne ha fatto emergere l'universalità di un classico. La sua visione comunica un sentimento di sincerità, di spontaneità, di realismo a cui non manca l'afflato poetico peculiare di Truffaut. L'apparente semplicità visiva è frutto della consumata perizia del regista che sa usare la telecamera con classe e disinvoltura evitando soverchie forzature e fastidiosi manierismi. Potentissime due sequenze ormai entrate nella leggenda, l'interrogatorio della psicologa subíto da Antoine e la corsa verso la spiaggia per guardare libero l'orizzonte.

La vicenda è profondamente ispirato dall'infanzia difficile di François Truffaut, che ha avuto molto in comune con Antoine Donel, il fanciullo goffo e irrequieto che marina la scuola per andare al cinema e che soffre per l'incomprensione degli adulti di cui cerca la loro attenzione. Sono trascorsi sessantadue anni dall'uscita dei "Quattrocento colpi" ma il film nulla ha perso in attualità, in valore artistico e nel suo messaggio di libertà. Per me, l'omaggio cinematografico più poetico, sincero, emozionante, antiretorico sull’adolescenza.

  La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna. Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

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