Ultime della sera: “Generosa”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
20 Agosto 2020 18:28
Ultime della sera: “Generosa”

Il giorno di ferragosto mi trovavo a Polizzi Generosa, ridente borgo situato all’interno del parco delle Madonie. Uno di quei paesini di montagna isolati dal mondo, dove si respira l’aria buona, dove si mangia bene e dove la gente è cordiale e non sembra aver paura. In effetti, aggirandosi per queste valli, tra boschi e agriturismi, non si avverte il clima d’odio di cui è intriso e avvelenato il nostro paese. Probabilmente la gente che vive in questi luoghi è meno frustrata rispetto ai connazionali che vivono nel traffico cittadino e lavorano in ufficio.

Piccolo borgo di montagna dicevamo, e si sa, il paese è piccolo e la gente mormora! Fiumi di inchiostro sono stati iscritti su questo tema. Gran parte della letteratura è dedicata alle piccole comunità di provincia, ai loro vizi, alle loro distorsioni sociali, ai pregiudizi, all’ipocrisia. Dalla mitica “Antologia di Spoon River”  ai siciliani Verga, Sciascia, Pirandello, tutti i protagonisti di queste opere rimangono schiacciati da una mentalità e da consuetudini che se da un lato rendono sicura e tranquilla, nell’involucro dorato della loro ipocrisia, la vita delle persone comuni, dall’altro finiscono per rendere insicura, dolorosa e tragica, la vita di coloro che son diversi, per natura, per carattere o per pensiero.

Difficile talvolta, anche solo per quelle persone che si rifiutano di indossare la maschera del perbenismo provinciale e benpensante. Come prima cosa mi fermo di fronte ad un info point, uguale a quello di qualsiasi altra località turistica. Il classico cartello espone la mappa dei principali monumenti presenti e l’immancabile indicazione: “voi siete qui”! Con grande stupore noto, scorrendo la leggenda dei vari monumenti, che tra un museo e una chiesa, tra un palazzo e il municipio, spicca la “casa natale di Domenico Dolce”, famoso stilista originario di Polizzi e, di certo, suo cittadino più illustre.

Tutto il paesino è in subbuglio a causa dell’evento che è stato voluto e organizzato proprio da Dolce e Gabbana e che fa parte di una serie in via di svolgimento in alcune località dell’isola. Una delle tappe di questo tour estivo della coppia più eccentrica dell'alta moda italiana, prevede proprio come location Il paesino natale di Dolce, Polizzi Generosa appunto. Ciò che colpisce non è tanto la presenza di una super organizzazione, TIR carichi di impianti scenici, squadre di tecnici provenienti dal nord Italia, hostess con la maglietta D&G praticamente ovunque, ma la considerazione che tutto il paese nutre nei confronti del suo illustre concittadino.

Girando per i vicoli non si sente altro, tutti parlano della loro star chiamandola confidenzialmente Domenico: “Domenico di qua , Domenico di là, i miei erano suoi vicini di casa, da bambini giocavamo insieme, è praticamente mio cognato ecc.”. Passeggiando sul piccolo corso principale del paese, appena fuori da casa sua, mi capita di incontrare in modo assolutamente casuale, proprio Domenico Dolce, intento a stringere mani, a posare per foto, rilasciare autografi e a salutare suoi vecchi conoscenti che si appressano a lui con generosa affettuosità.

Mi capita di fermarmi e, dopo essermi presentato, scambio con lui qualche battuta per poi riprendere la mia passeggiata e continuare la visita del paesino. Nell'area adibita allo spettacolo che si dovrà svolgere l’indomani sera c'è un grandissimo fermento: operai e tecnici al lavoro, via vai di organizzatori, e folta presenza di curiosi. Decidiamo di fermarci a bere qualcosa approfittando del refrigerio che offre la località montana e che ci ristora dal caldo atroce di questi giorni. Trascorriamo dunque una piacevole serata e quando alla fine decidiamo di andare, ci imbattiamo in quella che doveva essere una prova tecnica e che in realtà si è poi trasformata in una pubblica proiezione del film, forse per accontentare molti di coloro che non sarebbero riusciti a trovare i biglietti per l’indomani.

Ho osservato il docufilm con molta attenzione. L’occhio di Tornatore si sofferma molto sulla “devozione” della famosa coppia di stilisti verso il proprio lavoro e verso la Sicilia. Personalmente ho colto la straordinaria energia dei loro processi creativi che a mio avviso vanno oltre l’alta moda. Certe cose rimangono solo t-shirt, atre diventano vere e proprie opere d’arte. Ritornando verso il parcheggio, ripercorrendo al contrario i vicoli ormai deserti, il mio sguardo viene attratto da una bottega da barbiere vecchio stile.

Tutto in quella “sala da barba” sembra fermo agli anni cinquanta. Una cura maniacale, una evidente regia nascosta, ha fatto sì che quella vetrina diventasse una macchina del tempo capace di rievocare persino i profumi di quell’epoca. E allora ho iniziato a immaginare, quanti creativi, quanti diversi (non si capisce poi da cosa), quanti artisti a modo loro, sono rimasti intrappolati nei loro soffocanti paesini. Quanti sognavano un salone di moda a Milano o a Londra, quanti una sartoria, un centro estetico all’avanguardia.

Il negozio di profumi nella grande Parigi. Quanti hanno sentito che la loro sensibilità e la loro creatività era pronta per sfidare le grandi piazze del mondo e invece, per un motivo o per un altro, sono rimasti col loro piccolo negozietto, in quel paesino natio dove l’azienda agricola, il trattore e il raccolto stagionale sono le uniche cose che contano nella vita. E quanti, infine, avrebbero voluto vivere liberamente i loro amori, le loro inclinazioni e i loro sogni, lontano dagli sguardi severi, dai pettegolezzi, dai pregiudizi, dalle prediche domenicali del parroco e dal conformismo violento che ti soffoca e ti costringe a vivere come non avresti mai voluto.

Certo, ci si adatta a tutto, l’essere umano possiede una grande capacità di adattamento. E allora rimani li, con la tua botteguccia, sotto i sorrisetti ironici dei tuoi compaesani, bersaglio di ingiurie e sfottò a cui oramai hai fatto l’abitudine tanto da non farci più caso. Quante di queste persone… Questo non succede a Polizzi, dove tutti si prostrano ai piedi del dio della moda. Non importa che sia un creativo, non importa che sia un diverso, è una star mondiale e tutti lo venerano con servile sottomissione.

Io con lo sguardo incollato al salone da barba, lo immagino lì, a improfumare la pelle appena rasata del sindaco contadino e non posso fare a meno di chiedermi se allora, col suo più creativo ed eccentrico cittadino, rinchiuso dentro il suo negozietto, Polizzi sarebbe così Generosa.   Paolo Asaro

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