Su quanto accaduto non mancano i commenti su Facebook del tipo: "pensa se il fatto fosse accaduto in Sicilia. Ci avrebbero definiti mafiosi, contrari ad ogni cambiamento, non degni di due siciliani come i due magistrati uccisi dalla mafia".
Ci riferiamo alla vicenda del gesto ignobile compiuto da ignoti nel centro della capitale finanziaria italiana: il murale dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in corso di Porta Ticinese, realizzato dal writer siciliano Tunus, è stato vandalizzato. Tra le mani di Falcone è spuntata una pistola, puntata alla testa di Borsellino. Ricordiamo che la foto-denuncia è partita dal profilo Facebook di Alvise Salerno, palermitano trapiantato a Milano, ed è subito diventata virale. Da condannare senza mezzi termini gli autori del gesto che andrebbero rintracciati magari grazie a delle videocamere pubbliche.
Non sono però accettabili alcuni commenti come su evidenziato. Bisogna uscire dagli stereotipi ed in primis lo dovrebbero fare molti degli stessi siciliani che soffrono di un certo complesso di inferiorità rispetto ai connazionali del nord. Purtroppo, e ciò dimostrato dalle cronache il fenomeno della microcriminalità non è circoscritto ad una sola Regione, la "mafia" rappresenta ormai da qualche decennio un fenomeno non solo nazionale; su scala globale si sono affermate organizzazioni macrocriminali che a secondo del Paese assumono forme e caratteristiche diverse ma con un unico denominatore: l'uso della violenza, della prevaricazione, dell'omerta', della corruzione attraverso anche gli strumenti della politica; lo avevano capito bene e prima degli altri i giudici Falcone e Borsellino e pertanto risultano simboli pericolosi per il mafioso di ogni longitudine e latitudine.
Ci sembra pertanto la migliore delle risposte quella stessa che ha scritto Salerno nel suo post di denuncia che ha già ottenuto centinaia di condivisioni. : "Milano, l'Italia intera, non può accettare questi gesti. Dietro un gesto, tanto stupido quanto schifoso, si può nascondere qualcosa di ancora più tragico. Falcone e Borsellino, oggi, sono morti una seconda volta. A ucciderli, sia fisicamente in passato che iconograficamente, dei decerebrati ignoranti di cui, purtroppo, non ci libereremo mai”.
Poche ore dopo Maurizio Romani, padre spirituale del movimento Sds, ha proceduto a ricoprire la pistola, come si vede dalle immagini. Anche Libera e Wikimafia hanno fatto appello al sindaco per ripristinare il murale. Hanno chiesto l'aiuto dei writer milanesi per trasformare "quel momento di restituzione alla città in una celebrazione pubblica contro tutte le mafie".
Francesco Mezzapelle
13/02/2017
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