“Memento quia pulvis es et in pulverem reverteris”. (“Ricorda che polvere sei e in polvere ritornerai”) È questo ciò che si legge mentre si varca la soglia di un mausoleo insolito, originale, che guarda a ovest. Verso le coste d’Africa dove ogni sera va a riposare il sole. Un mausoleo dove riposeranno le ceneri mortali di un uomo che, con le sue opere e le sue innovazioni, si è già conquistato in vita l’eternità.
“La mia morte sarà un giorno di festa perché entrerò in un’altra dimensione. Io non sparisco. Resto qui. E sono felice di restare qui, in questo luogo, dove ogni sera vedo il tramonto” ci dice il Maestro Panseca mentre ci accoglie nel suo monumento funebre. A sinistra la stanza della purificazione. A destra il luogo in cui saranno custodite le sue ceneri. “Che poi nessuno mi ha saputo dire il volume che occupano le ceneri di un defunto” ci racconta divertito. Ci indica una sfera di pietra al cui interno verrà riposto il cilindro che ha fatto realizzare a Hong Kong, con impresse le due date.
Di nascita e di morte. “Io sono qui tranquillo, non disturbo nessuno, non sono di peso ai miei figli. Ho anche ideato un sistema di comunicazione che riporrò qui, su una mensola trasparente. Ci poserò una sfera che suona e che ti metterà in comunicazione con me, mentalmente”. Uno strano senso di tranquillità mi pervade. E lo sguardo si perde a 180 gradi nel panorama svelato da finestre alte e lunghe, da cielo a terra, con scorci di mare. Ad adornare il bianco delle pareti che ne delimitano la forma, disegni di leonardiana memoria.
O sono riproduzioni dell’artista toscano, mi chiedo? Ci troviamo a parlare di angeli, uomini alati e Leonardo, artista da cui il Maestro Panseca trae ispirazione per le sue esegesi. Anticipando la mia domanda precisa che i fogli contengono una combinazione di riproduzioni di disegni originali di Leonardo con l’aggiunta dei suoi nuovi schizzi. Un’interpretazione dell’uomo ante-Darwin. “L’uomo per me non viene dalla scimmia ma dagli uccelli. E così la pensava anche Leonardo, ma non si è mai azzardato di dirlo se no la Santa Inquisizione lo faceva fuori.
Io ho scritto un libro che non è mai uscito, le tavole nascoste del volo degli uccelli, che potrebbero essere queste. Potrebbero essere le tavole che ha fatto lui che non ci sono più perché le ha strappate. Si vede un uomo con le ali. Una coppia alata”. Quasi tutti i popoli hanno rappresentazioni di uomini alati. E in quasi tutti i popoli il Bene è rappresentato dagli angeli e gli angeli hanno le ali. Pensiamo ai Maya o agli Egizi. Perché hanno le ali? “Non lo so”. E ci troviamo a parlare dell’anatomia degli arti.
“In quella tavola c’è uno studio anatomico delle ali e delle braccia umane. Le ossa sono esattamente uguali. I predatori, come il falco, hanno addirittura il pollice. La sparizione dell’ala è avvenuta nei millenni. Che poi diventa braccio”. Nell’ultimo bozzetto c’è l’Uomo Vitruviano, che lui ha disegnato con le ali. “Da un lato c’è l’ala, dall’altro il braccio. A un certo punto l’uomo perde l’uso delle ali e del volo e diventa un povero mortale. Forse Leonardo le ha strappate per non finire inquisito.
E quindi l’ho riproposto io”.
Giuliana Raffaelli