Sarebbe stata la caduta, a seguito di un infarto, su un lumicino a gas, o una sigaretta non spenta, a provocare l'incendio le cui fiamme hanno trasformato in una torcia umana il noto pittore mazarese Salvino Catania. L'uomo è stato trovato carbonizzato sabato mattina nella sua fatiscente
abitazione, priva di luce, acqua ed in condizioni igieniche a dir poco raccapriccianti; insomma un vero e proprio tugurio dove Catania viveva ormai da anni. Nelle prime ore dopo la macabra scoperta era circolata la voce di un suicidio del pittore.
Ma chi conosceva Salvino Catania sapeva che il pittore, pur affetto da psicosi, non sarebbe mai ricorso all'estrema decisione di farla finita. Catania soffriva si, sia fisicamente che mentalmente, quella vita ai margini ma che lui stesso aveva deciso e che non voleva abbandonare.
Certamente bisogna interrogarsi se chi di competenza, istituzioni, servizi sanitari, e familiari più vicini, abbiano fatto il tutto per tutto al fine di evitare il rischio che l'uomo potesse rimanere vittima di un incidente a causa delle sue condizioni fisiche e del degrado in cui viveva.
A stabilire ufficialmente le cause della morte di Salvino Catania sarà un'autopsia che sarà effettuata sul suo corpo, o quel che ne rimane, che giace presso l'obitorio del cimitero comunale. L'autopsia doveva avvenire questa mattina ma probabilmente sarà effettuata domani. I funerali ,previsti mercoledì mattina, potrebbero, il condizionale è d'obbligo, svolgersi così giovedì mattina sempre presso la Cattedrale.
Una cosa è certa: al funerale di Salvino Catania, pagato dai parenti, parteciperanno numerosi cittadini che vorranno certamente dare il loro ultimo saluto a quel "folle pittore gentiluomo" autore di centinaia di quadri che abbelliscono luoghi pubblici ed abitazioni.
09-12-2013 17,00
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