Mazara, covid-19, “Prigioniera in casa in attesa per giorni del tampone”

La brutta esperienza di una 74enne mazarese a causa delle carenze del servizio Usca e dell’organizzazione dell’Asp

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
17 Gennaio 2022 07:48
Mazara, covid-19, “Prigioniera in casa in attesa per giorni del tampone”

Riceviamo quotidianamente segnalazione di grossi disagi da parte di cittadini che risultati positivi al covid19, o venuti a contatto con positivi, costretti a rimanere a casa diversi giorni prima di esser sottoposti al tampone che ne decreti la negatività.

Oltre all’ansia e alla preoccupazione per il virus, nonostante la vaccinazione abbia dimostrato che gli effetti nel caso di contagio siano decisamente attenuati, si aggiungono per quanti costretti alla quarantena anche i disagi a causa dei disservizi relativi all’organizzazione predisposta dall’Asp Trapani e in particolare al servizio Usca che risulta carente di personale. Sono risultate migliaia le persone costrette a rimanere chiuse in casa, spesso sole, ad aspettare il tampone; senza considerare che spesso i centralini degli organi competenti non rispondono. Tante le segnalazioni arrivate alla nostra redazione.

Oggi vogliamo raccontarvi quanto accaduto ad una 74enne mazarese. La signora il 28 dicembre comincia ad avere dei sintomi: occhi arrossati, mal di gola, perdita del gusto, indolenzimento articolare e muscolare. Ha così chiamato il medico di base ed ha effettuato un tampone rapido che ha dato esito positivo. Come da protocollo lo stesso medico di base ha denunciato lo stato di positività della signora all’Usca. La signora ha così iniziato la sua quarantena in casa da sola. Ha aspettava che trascorsa la quarantena fosse chiamata per sottoporsi al tampone da parte del personale Usca.

I giorni trascorrevano, erano passati oltre una decina di giorni. “Dopo pochi giorni dall’esito della positività ho iniziato a stare meglio, certamente la seconda dose di vaccino aveva fatto il suo effetto. Sono stata costretta, visto che nessuno si faceva vedere e sentire, a rimanere in casa. Mi sentivo prigioniera. Ho vissuto momenti di ansia e disperazione”. Il 10 gennaio la signora si è recata presso l’autoparco comunale di contrada Affacciata per sottoporsi al tampone, come prevedibile ha ricevuto una mail attraverso la quale le hanno comunicato la negatività al covid-19.

La stessa 74enne sottolinea: “oggi dopo quella brutta esperienza mi sento rinata. Mi sono confrontata con molte altre persone che hanno provato la mia stessa situazione. E’ normale che a distanza ormai di due anni dall’inizio della pandemia il nostro servizio sanitario non si sia attrezzato come si deve per far fronte a questa emergenza? Contiamo davvero poco noi cittadini?”.  

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