Il 31 Maggio è scaduto il termine previsto per l’invio, da parte degli Enti Locali, del certificato di rendiconto sulla gestione finanziaria del 2017, ( ovvero il consuntivo relativo allo scorso esercizio che doveva essere approvato entro il 30 aprile 2018) ; Le conseguenze per i Comuni inottemperanti sono significative: infatti, il mancato o ritardato invio delle certificazioni è sanzionato “ … con la sospensione dei trasferimenti erariali a qualunque titolo dovute dallo Stato”- Nello specifico, l’art.
161 del Testo Unico sugli Enti locali sancisce che i Comuni ogni anno devono redigere e trasmettere al Ministero dell’Interno , entro e non oltre il 31 maggio, apposite certificazioni (a firma del segretario comunale, del responsabile del servizio finanziario e dell'organo di revisione economico finanziario) contenenti i principali dati del rendiconto di gestione dell’ente. Il comma 3 dello stesso articolo, prosegue precisando che : La mancata trasmissione del predetto certificato , comporta la sospensione del pagamento delle risorse finanziarie a qualsiasi titolo dovute dal Ministero dell'interno, ivi comprese quelle a titolo di fondo di solidarietà comunale.
C’è una seria difficoltà a scorgere una linea di coerenza tra le lagnanze delle amministrazioni sulle persistenti mancanze di liquidità di cassa ed il reiterato atteggiamento dei colpevoli ritardi nell’approvazione del rendiconto che ne sospendono le erogazioni da parte dello Stato ; Non si comprende se trattasi di una incapacità progettuale o semplicemente di una inerzia disarmante. Eppure gli strumenti legislativi messi a disposizione dallo Stato per sopperire alle difficoltà economiche, tra gli altri, anche degli enti locali sono sempre stati concreti ed incisivi ma, per quel che ci riguarda, mai utilizzati e presi in considerazione; La legge sulla rottamazione delle cartelle esattoriali, per esempio, è stata riproposta per ben due anni consecutivi riscuotendo un enorme successo non solo in termini di gettito erariale, contributivo ma anche con riferimento ai tributi locali per i comuni coscienziosi che ne hanno saputo approfittare.
Sarebbe stata sufficiente una semplice delibera che avrebbe non solo dato ampio respiro anche alle nostre ormai esauste casse comunali ma altresì avrebbe consentito ai cittadini di conquistare una condizione di regolarità fiscale. C’è una linea sottile che separa l’inerzia dalla irresponsabilità, un confine così labile che non si riesce più a percepire distintamente. Questo confine sembra ormai svanito. Per conto del direttivo del Centro Studi Avv. Irene Vassallo