22 anni fa Giovanni Paolo II visitava la nostra Chiesa di Mazara del Vallo. Ci donava in quella splendida giornata degli insegnamenti ancora validi e attuali. Ne ricordo - soprattutto a quelli che pensano che la storia inizi dai loro movimenti ed opinioni personali - solo alcuni. Mi permetto di esprimere ad alta voce qualche domanda a partire da quelle profetiche parole.
1° “Vero crocevia della storia fra due civiltà, la vostra Chiesa di frontiera ha rappresentato e continua a rappresentare il naturale punto di contatto e di dialogo fra mondo cristiano e mondo musulmano, fornendo notevole contributo ad una cultura di tolleranza e di pace”.
Cosa conosciamo veramente del “mondo musulmano”? Sono aumentati i “contatti” tra le due comunità o si è pensato di delegare a qualcuno la questione? Perché così poco interesse concreto nel portare avanti il gemellaggio con la nostra Chiesa sorella in Tunisia?
2° “…qui, come altrove, si avvertono i segni dell’influenza della cultura mafiosa, di forze occulte e di una crisi che va investendo sempre più i cardini ideali ed etici della società. Germoglia infatti e cresce il seme della ingiustizia sociale, del disordine urbanistico ed ambientale, della disgregazione della famiglia, della droga, del degrado amministrativo e politico. Sembra così affievolirsi la tradizionale affezione ai valori religiosi e morali, vanto della Città che si gloria di aver dato i natali al giovane patrono, il martire san Vito”.
Come oggi contrastiamo la “cultura mafiosa e le forze occulte” che tanto male arrecano alle nostre comunità? L’ingiustizia sociale e il degrado politico ci hanno fatto “abituare” a tale “triste e dannoso spettacolo”? Perché non sostenere con decisione il riutilizzo sociale dei beni sequestrati e confiscati alla mafia? Perché non pratichiamo con convinzione e continuità il “consumo critico e sociale”?
3° “In una congiuntura così complessa esistono, però, grandi segni di speranza. Sono le copiose risorse umane e spirituali, che arginano l’impeto della disgregazione morale; sono le forze attive e disinteressate del volontariato”.
Perché le “risorse” a volte non vengono valorizzate? Chi ha ancora paura di confrontarsi in positivo con chi cerca il bene possibile?
4°. “Carissimi Fratelli e Sorelle, il Signore cammina con voi. Non siete soli; non sentitevi soli. Stretti a Cristo, consacratevi interamente alla costruzione del suo tempio santo. I frutti abbondanti della sua misericordia premieranno, allora, i vostri sforzi e sperimenterete in misura sorprendente la gioia della comunione nell’unica fede. Riprendete con lena rinnovata un itinerario pastorale e missionario, caratterizzato da generosa carità e solidale fratellanza”.
Non possiamo non ringraziare san Giovanni Paolo II per quello che allora ci ha indicato e perché ci ricorda ancora che “stretti a Cristo” porteremo frutto abbondante con coraggio e gioia. Importante è camminare insieme con chiarezza e creativamente servire i nostri fratelli in umanità.
(Comunicato Stampa)
08/05/2015