Lo abbiamo aspettato per una vita intera, il Parco Giochi. Da bambini non ne sentivamo molto la mancanza. Ci bastava rincorrerci e giocare a nascondino, saltare su una bici e prendere il volo, dar calci ad un pallone, impastare acqua , terra e fiori immaginando di preparar polpette ed ogni sorta di prelibatezze. Bastava poco, ed era felicità.
Poi siamo cresciuti e il mondo intorno a noi era già cambiato. Siamo diventati genitori di bambini soli, un po' pallidi e spaesati dentro i vuoti appartamenti di città.
Abbiamo realizzato che a Mazara mancava un luogo dove i bambini potessero incontrarsi e socializzare, giocando, litigando, inciampando. Un luogo che desse un senso a certe interminabili e noiose uscite domenicali, un luogo dove i nostri figli potessero liberare all'aria aperta il sovraccarico adrenalinico accumulato nei lunghi mesi invernali, con i loro visini pallidi finalmente illuminati e colorati di sole e di felicità.Abbiamo immaginato una città a misura di bambino, con un'area all'aperto profumata di erba e di mare, senza recinzioni claustrofobiche, con altalene, scivoli e giochi di ogni genere.
Noi mamme guardavamo con invidia i parchi ludici delle città vicine, i nonni vagheggiavano panchine dove leggere il giornale con un occhio vigile al nipotino sullo scivolo, i papà cercavano disperatamente una meta per le loro uscite in solitaria con figli sempre più esigenti ed annoiati.
Fu cosi che, dopo anni di attese e di promesse, finalmente sul lungomare si materializzò lui, il PARCO GIOCHI. All'inizio un po' striminzito e sottotono, con pochi giochi e qualche volta oggetto d'attenzione di deficienti che si divertivano a rompere quello che gli capitava a tiro.Poi il Parco Giochi crebbe, si arricchi di nuovi giochi e nuove attrazioni, diventando meta privilegiata in queste calde giornate primaverili.
E alla fine, un giorno, arrivò lei, l'Altalena per i bimbi disabili, e fu festa. E noi felici, finalmente, di veder giocare insieme tutti i bimbi, senza distinzione, e fieri del nostro parco giochi generoso, equo e solidale, finalmente fruibile da tutti i nostri piccoli concittadini, senza limiti, barriere o differenze.
Però la nostra regina altalena, proprio perchè la più bella e preziosa, è ormai diventata la preferita da tutti i bambini, la più richiesta e ambita, e ora tutti vogliono salirci su. I bambini, si sa, son curiosi, e si lasciano sedurre dalle novità e dal gusto del proibito.
Si lasciano andare a facili entusiasmi, senza guardare in faccia nessuno, nemmeno i cartelli.I genitori invece dovrebbero leggerli, i cartelli. E dovrebbero spiegare ai loro figli che quella è un'altalena speciale per bambini speciali, e che salendoci sopra in tanti si rischia di danneggiarla irrimediabilmente.Noi lo abbiamo spiegato ai nostri figli che si tratta di un bene prezioso di cui prendersi cura, che non va usata impropriamente e che bisogna tutelarla come ogni oggetto che appartiene alla collettività, che dobbiamo custodirla con amore e difenderla ad oltranza. I nostri figli lo hanno capito.
E se tutti i genitori, e gli adulti in generale, con un passaparola che assuma le sembianze di una catena di altruismo e di solidarietà, lo spiegassero ai propri bambini, adottando l'altalena per i disabili come un bene prezioso da salvaguardare e proteggere? Se si facessero portavoce di un messaggio che aiuti i bambini a crescere e a responsabilizzarsi, imparando il rispetto per ciò che è pubblico e appartiene a tutti, ma al tempo stesso riservato a chi è stato meno fortunato?
I bambini capiscono, e sono generosi, è nostro compito aiutarli a diventare dei cittadini responsabili e consapevoli. Sarebbe un gesto di grande civiltà e generosità, e finalmente potremmo dire di vivere in una città bella e solidale, dove tutti i bambini possano giocare insieme, tenendosi idealmente per mano sul tappeto rosso del parco giochi vicino al mare.
Catia Catania (Associazione "I Vicoli del Mediterraneo")
12-05-2015 12,40
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