Una rete di città di origine greca del Mediterraneo. Incontro a Giardini Naxos

L'iniziativa ha fra principali obiettivi il contrasto dell'over tourism in Italia, Spagna e Grecia

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
03 Settembre 2024 17:09
Una rete di città di origine greca del Mediterraneo. Incontro a Giardini Naxos

Un “riconoscimento” delle città che hanno fondamenta greche, legate tra loro da un unico filo che attraversa il Mediterraneo: e che possa diventare un percorso turistico al di là delle località inflazionate da masse di vacanzieri. In tempi in cui le cifre dell'over tourism sono già sui tavoli di discussione nei Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, La Rotta dei Fenici ha lanciato un progetto a cui stanno già lavorando comuni e piccole città di origine greca nel Sud Italia, Grecia e Spagna.

E sono interessate molte altre amministrazioni che individuano elementi aggregativi attorno cui costruire percorsi turistici: come possono essere le città di origine greca che conservano un patrimonio comune, fatto di “intrusioni autorizzate” nel linguaggio, nelle abitudini, nell’architettura. Di tutto questo si è parlato ieri (lunedì 2 settembre) al Museo archeologico di Naxos (prima colonia greca di Sicilia), ospiti del Premio Comunicare l’Antico, giunto alla sua settima edizione, organizzato dal Parco Archeologico Naxos Taormina della Regione Siciliana, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano, in collaborazione con il festival Naxoslegge (direzione artistica di Fulvia Toscano) e con l’Archeoclub Naxos-Taormina-Valle Alcantara.

Il progetto – lanciato da La Rotta dei Fenici, guidata da Antonio Barone, certificata dal 2003 come uno dei più accreditati itinerari tra i 48 inseriti nel Programma del Consiglio d’Europa – mira a individuare e “certificare” le città e, tramite proposte di studio, collaborazioni culturali, sociali, funzionali che pescano dalle trasformazioni e ibridazioni nei secoli, costruire attività comuni e presentare una rete già consolidata all’Unione Europea. A Naxos erano presenti Eleni Rapti, archeologa del Ministero della Cultura Ellenico, Direzione Generale delle Antichità e del patrimonio culturale; Fotis Vlachos (direzione per le Relazioni internazionali ed Unione Europea del Ministero della Cultura di Grecia); e le autorità regionali catalane competenti in materia di gestione del patrimonio culturale, rappresentate da Jusèp Boya i Busquet, direttore del Museo Archeologico della Catalogna (MAC), il vicesindaco di Gela con delega alla Cultura, Viviana Altamore.

Hanno dato il loro contributo tecnico scientifico Massimo Cultraro, del CNR ISPC di Catania, docente di Preistoria e archeologia egea all’Università di Palermo, Gabriella Tigano, direttrice del Parco Archeologico di Naxos Taormina, e da Fulvia Toscano, assessore comunale alla Cultura e Turismo di Giardini Naxos, ideatrice della Rete delle città calcidesi di Sicilia. “La Rotta dei Fenici ha avviato una riflessione con il governo greco per costruire questa rete – spiega Antonio Barone, direttore della Rotta dei Fenici –; sono oltre cento le possibili città che potrebbero aderire, ma bisogna comprendere le strategie in termini di valorizzazione, network e turismo sostenibile.

Anche pensando a sviluppare un sistema che possa spalmare i flussi turistici su aree molto più larghe. Bisogna lavorare su infrastrutture e servizi per arrivare a una fruizione maggiore del territorio siciliano e non soltanto su alcune aree ormai appesantite dal turismo di massa”. “Credo che una rete delle città di origine greca offra l’opportunità di mostrare radici comuni a tanti Paesi del Mediterraneo - interviene Jusèp Boya i Busquet -; e permette di far collaborare realtà e Parchi che potranno disegnare un comune prodotto turistico con ampie ricadute sociali”.

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