“Una punta di Sal”. Viviamo in una società violenta…

La cronaca evidenzia come la violenza fisica e psicologica caratterizzino sempre più la nostra quotidianità

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
31 Luglio 2022 09:52
“Una punta di Sal”. Viviamo in una società violenta…

Viviamo in una società violenta. Nelle cronache di ogni giorno leggiamo di figli che uccidono il padre o i genitori, padri e madri che uccidono i figli, violenze inaudite contro i più deboli. C’è la violenza fisica ma anche quella psicologica. E’ difficile dire quale sia quella più grave in quanto nel primo caso si commette un omicidio, mentre nel secondo si spinge la persona al suicidio. La violenza è un malessere di ogni società che ha caratterizzato ogni epoca sia per difesa che per conquista, per interessi politici, economici e per discriminazione.

Nella società moderna sono diversi i comportamenti di violenti come i furti, le minacce, gli attentati, scontri a fuoco, sequestri di persona, racket, terrorismo, criminalità organizzata, sfruttamento minorile, vandalismo, risse negli stadi, pericolosi giochi di morte come lanciare sassi dai cavalcavia ecc.Sembrano molti, ma questi riguardano solo la violenza fisica, ma come ho già accennato, esiste anche quella psicologica, che può essere anche più pericolosa della prima e riguarda principalmente gli omosessuali, gli extracomunitari e gli handicappati.Nonostante questi gruppi di individui abbiamo gli stessi diritti secondo il parere di molte persone, anzi secondo i loro pregiudizi, questi continuano ad essere inferiori solo perché hanno gusti, sentimenti, cultura, ed atteggiamenti diversi dai propri; sembra quasi ritornare ai tempi di Hitler quando avvengono stragi per discriminazione razziale.Questi atteggiamenti violenti dipendono dalla frustrazione, dall'ansia, dalla solitudine, dall'emarginazione sociale, dallo smarrimento di certezze che hanno prodotto comportamenti basati sull'egoismo, sull'individualismo, sul desiderio di sfogare in modo violento la propria aggressività.

Così, accanto alla criminalità organizzata si manifestano anche episodi di violenza familiare, di scontri fra bande giovanili, di risse allo stadio o in discoteca, di liti per un banale parcheggio o per un'involontaria spinta ricevuta su un mezzo di trasporto pubblico. La paura è quella di uscire la sera, di uscire portando con se oggetti preziosi addosso, di ricordarsi di aver inserito l'allarme alla casa, di aver messo l'antifurto alla propria automobile, di esser vittima di un sequestro di persona, di una rapina o di un regolamento di conti della mafia e della camorra.Si è diffidenti per questo dagli extracomunitari, ed il più delle volte la diffidenza è confermata dai numeri dato che la percentuale di criminali stranieri è molto alta, ma nonostante questo bisogna distinguere lo straniero buono da quello cattivo, perché non è vero che sono tutti delinquenti.

Si parla di meritocrazia, di benessere ma basta accendere la tv, che dimostra che la realtà è ben diversa da quella scritta nella Costituzione. L'Italia è un Paese basato sul lavoro ma solo per le persone che hanno conoscenze e non per quelli che avrebbero meritato di più, la sicurezza può permettersela, a volte, solo chi ha rapporti con i delinquenti del luogo e non chi ha una piccola impresa in quanto solitamente fallisce sia per il poco sostegno da parte dello Stato che anziché agevolare preferisce martellare i piccoli imprenditori con pesanti tasse dimenticando il fatto, non trascurabile che almeno il 30% di aziende paga ancora il pizzo alla mafia.

La giustizia è finita nel momento in cui la mafia si è integrata definitivamente nello Stato. Prima almeno grazie a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e non solo, che hanno sacrificato la loro vita per mettere fine alla mafia, era possibile fare una differenza dal bene e dal male della società, adesso invece sono la stessa cosa. Inutile dire che non ci sono prove a riguardo e chi dice una frase di questo tipo potrebbe andare in carcere per diffamazione, ma in un Paese in cui si ha il diritto di parola e di pensiero pacifico ciò non sarebbe successo, e allora perché chi commette omicidi viene condannato a pochi anni di carcere? Perché in politica i tesorieri rubano milioni di euro senza che nessuno se ne accorge? Perché in politica vi sono arroganti, forse anche mafiosi, showgirls e poche persone con una reale coltura? A queste domande non si può rispondere con assoluta certezza ma la verità è che la violenza è presente ovunque, è scaturita dalla voglia di sistemare le cose con atti violenti perché con le buone maniere è difficile risolverle.

Con questo non giustifico chi uccide per vendetta ma che almeno si potrebbe fare qualcosa di più per risollevare le sorti del Paese e l'umore delle persone che ci vivono, perché quando un uomo è messo alle corde può diventare pericoloso. Eccetto il caso della pazzia, la violenza, è sempre scaturita da un qualcosa e quindi se è possibile prevenirla, allora che si faccia qualcosa, iniziando a dare il buon esempio dall'alto.

La cronaca ci conduce anche nel contesto familiare, in cui i componenti possono imporci diverse regole, orari che vanno a modificare i nostri ritmi, la nostra routine, luogo in cui nascono visioni diverse, a volte opposte, possono far generare rabbie represse, per poi sfociare in violenza. Dobbiamo cercare di capire che i nostri bisogni sono diversi e hanno una rilevanza differente per ciascun individuo, ma quando ci rendiamo conto che, per veder soddisfatto un nostro bisogno, abbiamo calpestato quello di un altro, forse siamo vicini alla consapevolezza di aver messo in atto una forma di prevaricazione sull’altro.

Salvatore Giacalone

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza