“Una punta di Sal”. Nei segreti del Palazzo Vescovile di Mazara

Alcuni “tesori” del palazzo di piazza della Repubblica, breve storia della Diocesi e i suoi territori nel tempo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
27 Novembre 2022 09:54
“Una punta di Sal”. Nei segreti del Palazzo Vescovile di Mazara

Il recente restyling al Palazzo Vescovile di Mazara ha ridato splendore all’elegante edificio cinquecentesco costruito su una parte del preesistente Palazzo Chiaramonte. Questo palazzo è stato attraversato da una storia lunga oltre 900 anni che ha visto protagonisti 81 vescovi, l’ultimo monsignor Angelo Giurdanella, che ha ricevuto l'ordinazione episcopale, nella cattedrale di Noto, il 4 ottobre scorso dal vescovo Antonio Staglianò , co-consacranti il vescovo Mogavero e l'arcivescovo Giuseppe Costanza.

Ha preso possesso della Diocesi il 15 ottobre. All'interno del Palazzo vi è un cortile, realizzato da Biagio Amico, dal quale è possibile ammirare una loggia con archi a tutto sesto, sorretti da colonne doriche poggianti su piedistalli inseriti nel parapetto. Su questa elegante loggia si affacciano alcune delle numerose stanze del primo piano, in una delle quali è presente un meraviglioso soffitto in legno a cassettoni di stile cinquecentesco, la cosiddetta “sala degli stemmi” (vedi foto copertina). Affiancato al Palazzo Vescovile si trova l'edificio dell'Episcopio, antica sede del seminario.

La parte destra dell’edificio è caratterizzato da una loggetta settecentesca che continua con altre tre arcate su un ponte coperto detto il “Tocchetto” che congiunge il Palazzo Vescovile con la Cattedrale. Un vero capolavoro che si inserisce perfettamente nella monumentale piazza: di fronte c’è il seminario dei chierici, a sinistra la Cattedrale normanna. La cartolina di Mazara storica è questa ed i turisti si fermano per fotografarne gli aspetti più reconditi. Una città, i suoi vescovi e una piazza che è stata al centro della Sicilia storica, a partire dal mese di settembre del 1093 allorchè il normanno Ruggero d’Altavilla, che nel 1072 fondava la Diocesi di Mazara assegnandole un vastissimo territorio che confinava a nord, ovest e sud con il mare e a est con i territori di Carini e Corleone e il fiume Belice, ne affidava il governo a Stefano de Fer, noto anche come Stefano Ferro di Rouen, suo consanguineo, monaco benedettino dell’abbazia di Santa Eufemia, che istituì vari monasteri nel territorio e si preoccupò di ripristinare la fede cattolica nelle comunità religiose di provenienza basiliana.

E’ stato lui il primo vescovo della storia della chiesa di Mazara. La fondazione della Diocesi rientrava nel disegno politico di ri-cristianizzare la Sicilia e la riorganizzazione della Chiesa latina. Progetto particolarmente a cuore a Urbano II che nel mese di marzo del 1088 si recò in Sicilia, a Troina, per incontrarsi con Ruggero. Il riconoscimento pontificio della Diocesi di Mazara fu ufficializzato dallo stesso Urbano II con la bolla del 10 ottobre 1098 e confermato il 15 ottobre 1100 dal suo successore Pasquale II.

L’affidamento di Ruggero conteneva i confini della nuova Diocesi e una importante donazione di natura feudale: un complesso di ventitré feudi per un totale di circa tredicimila ettari a occidente della città, lungo la riva destra del fiume Mazaro, che comprendeva l’antico villaggio arabo di Mandil Bizir con bagli, magazzini e fosse per il grano. Donazione che poneva il Vescovo di Mazara alla testa della nuova aristocrazia feudale della Sicilia occidentale. La Diocesi rimase nei confini stabiliti dal conte Ruggero sino al 1848.

In quell’anno però Gregorio XVI ristrutturava i confini delle diocesi siciliane e Mazara perdette ben nove comuni, che vennero aggregate alla Diocesi di Monreale; con successiva decisione del 31 maggio, Mazara vide ulteriormente ridimensionati i suoi territori: perdette la città di Trapani e tutti i paesi che costituirono la nuova Diocesi di Trapani. Oggi la Diocesi comprende tredici comuni: Mazara del Vallo, Marsala, Campobello di Mazara, Castelvetrano, Santa Ninfa, Partanna, Poggioreale, Salemi, Salaparuta, Vita, Gibellina, Petrosino e Pantelleria, divisi in sei foranie con oltre 230.000 abitanti.Nel 1305 Mazara ebbe nel domenicano padre Gotofredo de Concioni il suo nuovo vescovo.

Cominciava la serie dei vescovi domenicani, che per un cinquantennio avrebbero guidato questa Chiesa. Il medioevo registrò nella Chiesa di Mazara la compresenza pacifica delle tre fedi monoteistiche, e se gli islamici vissero indisturbati nelle loro tenute, al Vescovo di Mazara fu riconfermata la piena giurisdizione sugli ebrei presenti nel territorio, che esercitò con grande umanità. La giurisdizione prevedeva non solo il diritto del vescovo ad esercitare la giustizia, ma anche l’onere da parte della comunità giudaica di fornire al vescovo tre volte l’anno due rotoli di pepe.

In oltre novecento anni di storia, Mazara ha avuto anche due cardinali: Giovanni Bessarione (1449-1458), insigne monaco basiliano, e Giovanni Domenico Spinola (1636- 1646), teologo e giurista. Al Bessarione, uomo di elevata cultura da Lorenzo Valla definito «inter greco graecissimus, inter latinos latinissimus», si deve l’aver assegnato la Trasfigurazione di Cristo sul Tabor come titolo alla cattedrale, sino allora dedicata, per volontà di Ruggero, al «Salvator et Maria». Il cardinale Spinola, con la celebrazione del sinodo diocesano, diede alla Chiesa di Mazara le «Costituzioni », che risultarono una insigne opera giuridica, alla quale si rifecero sempre i vescovi nei successivi sinodi della Chiesa mazarese.

Ci sono, nell’elenco degli 81 vescovi, anche due mazaresi: Mariano Crociata, vescovo di Latina – Terracina – Sezze – Priverno, Vito Rallo, arcivescovo titolare di Alba e nunzio apostolico in Niger , Burkina Faso e Marocco; Calogero Peri, vescovo di Caltagirone è nato a Salemi. La Chiesa di Mazara raggiunse la sua massima espansione territoriale nel XVI secolo con la conferma nel 1535 da parte di Carlo V di tutti i privilegi della città di Mazara e della Diocesi e la sottomissione a questa dell’arcipretura di Tunisi e La Goletta.

La Diocesi ha festeggiato, nel 1993, il nono centenario della sua fondazione, in occasione del quale fu visitata da Papa Giovanni Paolo II: in ricordo dell'avvenimento il vescovo Emanuele Catarinicchia fece collocare nello spazio antistante la cattedrale una colonna dell'antica cattedrale normanna, con iscrizione alla base.

Salvatore Giacalone

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