Quello che è successo e succede in Città è la cartolina di tornasole di quello che accade in tutta Italia, città grandi e piccole. A Mazara ora però accadono con una certa frequenza e bisogna capire chi sono i protagonisti di questa delinquenza e dei conseguenti disastri: vetrine rotte (vedi foto relativa ad un recente episodio), auto danneggiate per il piacere di farlo, asportazione dello specchietto retrovisore dell’auto magari difficile da trovare in commercio e forse commissionato, furti in abitazioni, protagoniste anche donne, ragazze non solo locali, almeno si crede.
Refurtive, a volte, di poco conto, ma per il derubato dolorose per i ricordi di un lontano passato, come gioielli, oppure pochi soldi che vanno a finire nelle tasche dei tossicomani e di chi fornisce loro la droga e la città, in tal senso, primeggia in provincia. E’ un bel guaio, non nuovo a dire la verità ma ora accentuato perché fenomeni di una certa frequenza, Mazara presa da assedio di delinquenti piccoli e grandi che mettono paura e la gente, specialmente la sera, si chiude in casa con tanto di lucchetto e finestre in ferro.
Un problema sociale che bisogna tener conto da parte di tutte le autorità preposte, governative e non. I dati nazionali, tra l’altro, confermano una situazione che si avvicina pericolosamente ad una vera e propria emergenza. Purtroppo bisogna aggiungere che nel nostro Paese l’escalation è più grave che in altri. Si registra che i delinquenti italiani minorenni aumentano a dismisura; a confermarlo sono i servizi sociali che vedono crescere giorno dopo giorno il numero di ragazzi in carico.
Bisogna analizzare nel dettaglio il fenomeno e di capire quali sono le principali cause che inducono maggiorenni e i minorenni a delinquere. Gli analisti partono da un dato di fatto che in parte spiega l’escalation di violenza che vede protagonisti gli adolescenti: i modelli aggressivi forniti dagli adulti, ripresi continuamente da telegiornali, fiction, film e serie televisive, che hanno drasticamente abbassato il livello di percezione dell’illecito nei giovani. Se a ciò aggiungiamo la dilagante insoddisfazione della società e la banalizzazione dei disagi emotivi è facile comprendere le motivazioni per le quali il fenomeno si è diffuso a macchia d’olio nella società, sia in quella più disagiata e problematica che in quella benestante.
La delinquenza minorile è un fenomeno che si sviluppa sul concetto di devianza, ovvero sull’insieme dei comportamenti che si allontanano dalle norme sociali, violandole senza ritegno, e che esprimono il bisogno di trasgredire per assumere un’identità all’interno della società. Le espressioni attraverso le quali si manifesta la criminalità giovanile sono innumerevoli: tra le più frequenti troviamo furti, scippi, rapine, estorsioni, atti di vandalismo, violenza contro le persone, spaccio e uso di sostanze stupefacenti. Nei casi peggiori si arriva anche all’omicidio.
Numerosi sono gli studi che nel corso del tempo hanno analizzato i dati statistici e le dinamiche dei reati per arrivare a identificare le cause che conducono i giovani a commettere atti criminosi. Si parte dall’intenzione di emulare i crimini commessi dagli adulti per arrivare al desiderio di andare contro le regole. Una delle cause più frequenti che spingono i ragazzi a commettere reati è legata alle difficoltà economiche familiari, ovvero a status di povertà che limitano e talvolta isolano ed emarginano.
Rimanendo in tema di emarginazione possiamo affermare che coloro i quali vivono in aree periferiche svantaggiate o appartengono a minoranze etniche sono più portati a diventare piccoli delinquenti, a causa della difficoltà ad essere accettati dalla società. La causa principale per la quale si registra un crescente disagio generazionale, e di conseguenza un aumento della criminalità, è identificabile in situazioni familiari problematiche, nelle quali si verificano eventi traumatici quali divorzi, separazioni, lutti e abusi.
In linea generale la famiglia rappresenta la principale incubatrice di futuri baby criminali; la disattenzione dei genitori, distratti da mille impegni quotidiani, provocare reazioni violente e di ribellione, all’interno dell’ambiente domestico o all’esterno. Scrive il magistrato Simonetta Matone, giudice al Tribunale dei Minori di Roma, attuale deputata della Lega alla Camera dal 2022, in un suo saggio: “Un altro problema emergente è quello dell’uso sconsiderato di sostanze alcoliche, che affligge l’universo giovanile.
Oltre agli ovvi danni alla salute, vi sono fattispecie penali, quali i reati commessi in stato di alterazione da stupefacenti e alcool, che sono diventati addirittura di routine nella vita dei tribunali per i minorenni. La cultura dello sballo del sabato sera è talmente diffusa da essere tollerata e accettata dagli stessi genitori, con conseguenze gravi sul piano sociale. Si pensi solo alle morti negli incidenti stradali, per guida in stato di ebbrezza. A tale problema le risposte devono essere pene severissime, campagne di informazione efficaci ( rivolte a ragazzi e genitori (, controlli seri fuori dalle discoteche da parte delle forze dell’ordine”. Poi ci sono anche la baby gang i cui componenti sono accomunati dal desiderio di essere rispettati dalla società, di trasgredire e di sentirsi invincibili.
Oggi purtroppo il fenomeno è in forte aumento; tra i fatti di cronaca si sente sempre più spesso parlare di reati compiuti da gruppi di ragazzini, giovanissimi, che si uniscono con l’obiettivo di seminare violenza e terrore, tra i propri coetanei e tra gli adulti.
Come prevenire/arginare la criminalità minorile. Parlare soltanto del problema non aiuta però a risolverlo. L’impegno e l’attenzione, sociali e personali, devono essere focalizzati su quelle che potrebbero essere le soluzioni, o comunque le azioni da compiere, per provare a prevenire, arginare e combattere il dilagare ulteriore del fenomeno. In tale ottica è universalmente riconosciuto come fondamentale il ruolo delle famiglie, il cui compito è innanzitutto quello di educare. Il ruolo genitoriale, per quanto possa risultare difficile nell’attuale società, deve includere elementi di comprensione, severità, affetto e controllo, mixati tra loro nella giusta misura. Un altro tassello fondamentale nell’ottica di un’attività preventiva efficace è rappresentato dalla scuola, il primo vero contesto in cui i ragazzi iniziano a costruire relazioni sociali.
In tal senso bisogna purtroppo mettere in luce una grande falla nel sistema scolastico italiano, troppo spesso distratto rispetto a quelli che sono i disagi, le esigenze e le richieste di sostegno dei ragazzi.
Salvatore Giacalone