“Una punta di Sal”. La “città Trasmazzaro”

Una zona della città molto popolosa, che vive di vita propria fra sviluppo, problemi e contraddizioni

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
26 Marzo 2023 14:48
“Una punta di Sal”. La “città Trasmazzaro”

Non è periferia. E’ una città nella città. Trasmazzaro-Miragliano è nata negli anni ’60-’70 in assenza di una progettualità urbanistica, una zona d’espansione che con il tempo è cresciuta velocemente con la nascita di nuove abitazioni ma anche di strutture commerciali. Oggi si contano oltre ventimila abitanti. C’è tutto e di più: supermercati, bar, ristoranti, pizzerie, farmacie, officine ed alcuni residenti organizzano anche il grande Carnevale di “addrabbanna la chiatta” (cioè sulla sponda opposta del fiume “porto – canale”), le uniche manifestazioni carnevalesche della città.

E Trasmazzaro nasce negli anni, grazie anche alla “Chiatta” che trasporta i cittadini di Mazara da una parte all’altra della città, divisa proprio da quel fiume. Ed è sorta un’altra città a misura d’uomo, qualche palazzo, ma per lo più abitazioni di due/tre piani e giardini privati, un Commissariato di Polizia, la Capitaneria di Porto, la sede dei Vigili Urbani, e una banca. E’ unito al centro urbano da due ponti, uno è antico, del 1928, l’altro risale ad oltre 40 anni fa costruito dai militari.

Il confine è lungo il corso del fiume Mazaro. Mazara, quindi, si identifica come una città divisa, divisi sono due popoli, due culture, due mondi. Quella del centro urbano con le sue opere d’arte, le antiche chiese e le monumentalità, gli studi dei professionisti, gli istituti superiori, l’altra vivace, frenetica, con ritmi di vita senza soste. Una città che vive su questa contrapposizione, che guarda a nord verso Selinunte, l’altra metà che guarda a sud. Che siano due mondi non è solo un modo di dire: le due metà sembrano vivere due vite diverse, come se fossero a centinaia di chilometri l’una dall’altra.

Passando quel ponte di pochi metri (vedi foto di copertina) cambiano gli edifici, cambia il paesaggio, cambia la musica. Trasmazzaro è attraversato da due grandi arterie, via Emanuele Sansone e via Bessarione, entrambe conducono al mare di Tonnarella, le altre strade sono ampie ma senza verde, asciutte, assolate. Gli alberi che c’erano sono stati tolti perché – hanno detto - le radici “mangiavano” l’asfalto e creavano pericoli nel transito di auto e moto. Ora c’è un tratto di pista ciclabile, parte terminale di un progetto di pista ciclabile che dovrebbe attraversare la città.

Al Trasmazzaro c’è “ il villaggio pescatori" che suggella il capitolo di una lunga storia di marinai che dal mare hanno avuto tutto o quasi. Anche una piccola abitazione con la quale hanno messo su famiglia dopo importanti sacrifici. Il "villaggio" è costituito da una serie di piccoli appartamenti ristrutturati con il tempo dagli stessi assegnatari ma all'esterno stradine e slarghi sono stati abbandonati. Su richiesta di un gruppo di residenti, l’ex sindaco Nicola Cristaldi, è intervenuto per rimuovere alcuni pericoli a salvaguardia della pubblica incolumità ed ha effettuato ulteriori interventi di pulizia e riqualificazione, rimane un “villaggio” degradato e nel silenzio.

Al Trasmazzaro vi sono due chiese: San Pietro e San Lorenzo. Quest’ultima è stata inaugurata il 22 aprile del 2012. Progettata dall’architetto Francesco Scarpitta e da Bartolomeo Fontana, è stata realizzata in stile moderno, con una caratteristica che la rende unica nella Diocesi di Mazara del Vallo.La particolarità è il nartece esterno, che richiama – in stile moderno – il portico che costeggia la facciata della basilica di San Paolo fuori le mura a Roma. Si tratta dell’atrio esterno, proprio davanti l’ingresso principale della chiesa.

Una zona delimitata da muri per tutta la larghezza della chiesa che viene utilizzata per la preparazione dei riti. Un’altra particolarità architettonica della chiesa è il tetto a cassettone che richiama il martirio del Santo, nel particolare la graticola messa sul fuoco ardente sulla quale venne bruciato Lorenzo a soli 33 anni. Monumentale è invece l’ambone che fa parte del progetto di sistemazione liturgica (con la supervisione del liturgista don Leo Di Simone). Ad acquistare il terreno nel quartiere Trasmazzaro-Miragliano è stata proprio la Diocesi negli anni ’90.

Il cantiere di lavoro è durato cinque anni, dal 2007 al 2011. Oltre la chiesa sono stati costruiti i locali parrocchiali con ampi saloni per le attività dei gruppi d’animazione pastorale. A sostenere la realizzazione dell’edificio sono stati: la Conferenza Episcopale Italiana (coi fondi dell’8 per mille riservati all’edilizia di culto) con un contributo di 1,4 milioni e la Regione Siciliana (tramite l’ufficio di presidenza) con 1,3 milioni. Il nome della chiesa nasce per volontà testamentaria di monsignor Lorenzo Caravaglios, ciantro della Cattedrale di Mazara del Vallo negli anni ’60.

Fu lui che espresse la volontà dell’erezione di una chiesa dedicato al suo Santo.La chiesa San Pietro è stata ristrutturata con i soldi dell’8 per mille. Al Trasmazzaro non mancano gli istituti scolastici, elementari e medie, quello superiore rimane nel libro delle “incompiute”. Quando si realizzerà? C’è anche lo stadio comunale “Nino Vaccara”, sorto negli anni ’40 e che era recintato con tavole di legno, la maggior parte provenienti da imbarcazioni in disuso. Da circa 10 anni ha un manto erboso in erba sintetica e una tribuna coperta.

Manca l’agorà, la piazza dove riunirsi e, principalmente, il verde. Rimane un paesaggio desertico, desolato, con auto e motori in tutte le ore del giorno e della notte. I residenti del Trasmazzaro hanno sempre fretta, vivono con pazienza e attendono qualche opera pubblica per rendere più vivibile la loro “città”, attendono qualche “miracolo”. Per esempio l’acqua che scorra dai rubinetti senza nitrati.

Salvatore Giacalone

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