“Una punta di Sal”. I tanti misteri della Cattedrale di Mazara

In occasione dell’inizio della festa del SS Salvatore scopriamo i “tesori” della Basilica fondata da Ruggero I

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
30 Luglio 2023 11:01
“Una punta di Sal”. I tanti misteri della Cattedrale di Mazara

E’ dedicata al Santissimo Salvatore per volere di Ruggero I, che la edificò a seguito di un voto fatto durante la battaglia del 1072 contro i Saraceni. E da oggi inizia proprio la festa nella Cattedrale di Mazara con un programma ricco di manifestazioni non solo religiose. La conclusione domenica 6 agosto alle 19,30 con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo monsignor Angelo Giurdanella e consegna del “Credo” ai ragazzi che vivranno la cresima nel 2024. E’ una storia lunga 951 anni quella della Cattedrale che prima era una moschea, poi arrivarono i normanni e il conte Ruggero la trasformò in una monumentale Cattedrale tra terra e mare.

Nelle sue viscere tanta storia e tanti misteri. Oltre ad essere la chiesa madre della Diocesi, ha rappresentato anche il pantheon delle tombe episcopali, in particolare di quei pastori della chiesa di Mazara del Vallo che, per consuetudine, vi vollero essere seppelliti, ultimo il Vescovo monsignor Costantino Trapani, che fu sepolto nella cappella dell’immacolata il 7 marzo 1988. Numerosi i vescovi che scelsero la Cattedrale come luogo di sepoltura. Un’indagine tomografica elettrica 3D è stata compiuta nell’area del presbiterio (dietro l’altare) della Cattedrale.

L’attività è stata svolta dal geologo Giuseppe Marino nell’arco di una giornata, quando l’edificio di culto è stato chiuso al pubblico. In Cattedrale sono note le spoglie del vescovo monsignor Francesco Maria Graffeo (sotto l’altare) e, come abbiamo detto, quella del vescovo Costantino Trapani (nella cappella a sinistra). Per l’indagine dell’area del presbiterio, sono stati posizionati una serie di elettrodi posizionati al suolo e collegati, tramite un cavo digitale, al georesistivimetro.

Con la trasmissione della corrente alternata è stato possibile così ottenere dei volumi 3D di resistività. “Questa indagine – dice il parroco don Edoardo Bonacasa – ha consentito di scoprire una ulteriore parte della nostra Cattedrale, arricchendo il patrimonio culturale che già questo luogo ricco di bellezza offre a fedeli e visitatori”. I sepolcri si trovano principalmente nell’abside di destra ove c’è la Cappella del Santissimo Sacramento. Bisogna andare indietro nel tempo per scoprire il rifacimento della Cattedrale dopo più di due secoli di dominio arabo.

I normanni arrivarono a Mazara nel 1072: il conte Ruggero sconfisse l’arabo Mokarta e s’impadronì della città. Ruggero fece convertire la Moschea in Cattedrale, il minareto in campanile, costruì un castello e fece edificare una cinta muraria. Di questi edifici oggi rimane ben poco: le antiche mura sono state per lo più abbattute; del castello – rimpiazzato da una villa comunale alla fine del XIX secolo – non rimane che un rudere con due arcate a sesto acuto e la Cattedrale – ampiamente ristrutturata nel corso dei secoli e dedicata all’atto della sua fondazione al SS.

Salvatore. Ambiente rimodulato nelle forme attuali dal vescovo Marco La Cava nel 1610. La struttura fu ricavata dalla demolizione della primitiva absidiola, della Cappella di Santo Stefano Protomartire e della Cappella di Maria Santissima di Loreto. In seguito gli interni furono ulteriormente perfezionati dal vescovo Juan Lozano. Il locale ospita le sepolture dei vescovi Ugone Papè, Marco La Cava, Juan Lozano, Carlo Raggio. Sulla mensa barocca delimitata da vasi acroteriali, cioè finemente decorati, un artistico tabernacolo sormontato da tempietto colonnato circolare ospitante il Crocifisso.

La sopraelevazione comprende l'intera arcata in marmi intarsiati con al centro una grande raggiera dorata arricchita da teste di putto alate, nembi e un Sacro Cuore al centro. Nel braccio destro: Cappella di Maria Santissima del Soccorso. Sulla parete sinistra l'affresco raffigurante il Cristo Pantocratore del XIII secolo. Arricchiscono l'ambiente due sarcofagi con rilievi del XVI e la Madonna del Soccorso, opera realizzata da Domenico Gagini collocata in una nicchia decorata da stucchi dei Ferraro, sotto la quale è presente un pregevole frontale marmoreo di stile rinascimentale.

E’ una storia particolare quella del vescovo Juan Lozano che è stato selezionato due volte dal Re di Spagna e confermato vescovo da due vescovi. “Ma le consuetudini di tanto in tanto – afferma lo storico architetto Mario Tumbiolo - sono interrotte nel loro ritmo ciclico da eventi particolari che ne creano l’eccezione, come ad esempio la scelta del proprio sepolcro fatta da monsignor Orazio La Torre (o Della Torre), vescovo di Mazara del Vallo dal 1792 al 1811; La Torre fu l’unico fra tutti i presuli della Chiesa di Mazara del Vallo che non volle essere seppellito né nella sua città natale (Palermo), né in Cattedrale, ma nel santuario della Madonna del Paradiso dove è possibile vedere nel pavimento del cappellone a fronte dell’altare maggiore la lapide sepolcrale di quel Vescovo”. L’eccezione sarebbe nata per un evento speciale segnato dal movimento degli occhi dell’immagine della Madonna rappresentata su una tela; prodigio questo che ha contraddistinto gli anni del vescovo La Torre.

Lo straordinario fenomeno avvenne la sera del 3 novembre del 1797, nella Casa Santa in Mazara del Vallo durante gli esercizi spirituali svolti nella cappella detta del Paradiso (da ciò l’appellativo di Madonna del Paradiso dato alla figurazione). Un fedele in preghiera, guardando con attenzione l’immagine, si rese conto che, alle parole «rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi», il volto della Madonna si animava con il movimento degli occhi attivi e oscillanti. Il Vescovo, cautamente, inviò sul luogo il vicario generale al fine di invitare i partecipanti agli esercizi spirituali a essere più razionali, probabilmente nella convinzione che potesse trattarsi di una suggestione collettiva.

Con grande stupore, però, l’inviato-controllore divenne uno dei più validi testimoni dell’incredibile avvenimento. L’evento coinvolse passionalmente monsignor La Torre fino alla fine dei suoi giorni. Il Vescovo, testimone anch’egli del miracolo, si adoperò per la realizzazione di un santuario, dove sorgeva una chiesa fuori le mura della città, dedicata alla Madonna del Rosario, esattamente nell’area dove oggi è il Santuario della Madonna del Paradiso. I lavori furono eseguiti a ritmo serrato.

Completati i lavori, il 6 novembre 1808 la preziosa tela della Madonna fu solennemente traslata dalla Casa Santa nella nuova sede.

Salvatore Giacalone

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