Nel report “Qualità della vita” del Sole 24 Ore, che quest'anno si accresce di nuovi aspetti della vita quotidiana che incidono sul benessere dei cittadini, pure nel 2019 noi siciliani siamo ultimi. Tra i vari indicatori presi in considerazione ci sono l'Indice della salute, la ricchezza, i consumi, indebitamento delle famiglie, indice di criminalità, tempo libero (musei, teatri, biblioteche, parchi), persino l'indice del clima (e qui vinciamo facile, ma a quanto sembra non è bastato).
Per essere precisi, Caltanissetta si classifica all' ultimo posto tra i capoluoghi di provincia, Trapani al 101° posto, la Sicilia è l' ultima regione. Milano è la prima città, seguita da Bolzano, Trento e Aosta. Quello che colpisce è che le grandi città, specie del Centro Nord, guadagnano posizioni, mentre noi sprofondiamo sempre più giù. E allora pensiamo con scoramento che, nonostante l' impegno di tanti, che non vogliono abbandonarlo - questo sud cosi martoriato - e si ostinano a rimanere, o a ritornare, e lavorano, studiano, fanno impresa, combattono le mafie, si impegnano nel sociale e nella cultura, nel turismo e nell'agricoltura, proprio non ce la facciamo a risalire, siamo come il gambero che cammina all' indietro o come in quei brutti sogni dove fatichi a salire le scale, o ti arrampichi su una parete, e poi precipiti giù.
E più ti sforzi, meno riesci. Ma magari non è neanche colpa nostra, sono gli altri che corrono e noi che arranchiamo, rincorriamo il resto d'Italia che corre, perchè l'Italia rimane un Paese a due velocità e noi, nonostante i nostri sforzi, non li prendiamo più. E' opinione diffusa come Milano sia diventata bella, moderna, la città più europea d'italia, la New York d'Europa, e come le piccole cittadine del Nord siano vivibili, green, ecosostenibili, a misura d' uomo, piene di teatri, musei, festival, biblioteche, negozi, dove si respira cultura e benessere.
Dove ci sono tante giovani famiglie, dove le coppie sono tornate a far figli. E di fronte a tutto questo a me viene sempre in mente quell' episodio di alcuni anni fa, quando Roberto Vecchioni, sceso a Palermo per un incontro con gli studenti all' università, percorrendo tutto il litorale che dall' aeroporto conduce in città, non potè fare a meno di notare le tonnellate di spazzatura che abitualmente costeggiano l' autostrada e che rappresentano il biglietto da visita che offriamo a chi arriva in aereo.
Più tardi Vecchioni, giunto in Ateneo, disse ai ragazzi che la Sicilia “ è un'isola di merda”. Ovviamente si riferiva a ciò che aveva visto. Apriti cielo! Il giorno dopo il presidente Crocetta si fece fotografare mezzo nudo sulla spiaggia di Mondello (o di Vergine Maria, non ricordo), con il giornale in mano, per far sapere al mondo intero che noi a novembre possiamo andare a prendere il sole in spiaggia mentre a Milano se lo sognano! Ed è sempre cosi, con i toni della retorica e della superbia e rassegnazione, che i siciliani puntualmente rispondono a queste classifiche che ci vedono ultimi, con quest' enfasi ridondante del mare tutto l'anno, dei bagni a Mondello, del sole, dei tramonti.
Come se ci fosse un merito nella bellezza della natura o nell' essere nati in questa parte del mondo, o come se il sole, il mare, la cucina, i cannoli, l'Etna , le arancine e la caponata impedissero ai nostri figli di emigrare, o ci compensassero di tutte le umiliazioni, dei ritardi, degli uffici che non funzionano, del welfare assente, delle strade da medioevo, dei collegamenti lenti, delle tariffe aere che ci impediscono di viaggiare o per chi è fuori di tornare, delle strade dissestate, del lavoro che manca, di una regione dove sono rimasti solo i vecchi.
E che dire della cultura millennaria che non abbiamo saputo custodire e preservare? I greci, i romani, i fenici, gli arabi, i normanni, con i monumenti che cadono a pezzi? E della natura tanto bistrattata e violentata, la cementificazione selvaggia, le case costruite sulla spiaggia, la macchia mediterranea ogni estate carbonizzata dagli incendi dolosi, la spazzatura abbandonata ovunque e bruciata, le discariche a cielo aperto? Cosa siamo riusciti a farne di questa natura di cui tanto ci vantiamo? E allora sapete cosa c'è? Basta! Non se ne può più del sole, del mare, dei bagni a Mondello tutto l'anno, della retorica della sicilianità, dei viaggi di Goethe che ne celebra la bellezza, del Sud e delle sue meraviglie, delle civiltà che l'hanno abitata, se dobbiamo morire sommersi dalla spazzatura, se i nostri giovani partono, se la cultura langue, se per curarci dobbiamo emigrare, se la criminalità e la corruzione dilagano, se siamo condannati alla qualità della vita peggiore d'Italia! Catia Catania