Ultime della sera: “La festa del papà”

Una ricorrenza dai molteplici volti

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
18 Marzo 2022 19:25
Ultime della sera: “La festa del papà”

Il 19 marzo in Italia è il giorno dedicato a San Giuseppe e a tutti i papà. Nel resto del mondo la festa del papà ricorre in altre date, come ad esempio nella terza settimana di giugno. Infatti fu celebrata per la prima volta negli Stati Uniti nei primi anni del novecento, a giugno, in occasione del compleanno del signor Henry Jacskon al quale fu dedicata dalla figlia, grata per aver avuto un papà speciale che si era preso cura dei sei figli dopo la scomparsa prematura della moglie.

Successivamente la Chiesa Cattolica scelse la data del 19 marzo per celebrare San Giuseppe, che era stato proclamato protettore dei papà. Nel nostro paese quindi, si tratta di una ricorrenza sacra e profana allo stesso tempo. E’ usanza allestire altari nelle Chiese con i pani di San Giuseppe, decorati e impreziositi di intagli artistici. Inoltre, la tradizione vuole che si prepari la “cena” per una famiglia bisognosa che rappresenta la Sacra famiglia di Nazareth. Si mangiano i dolci tipici, come le “Sfinci”, morbide frittelle ripiene di ricotta e profumate con le scorze d’arancia. Fino ad alcuni decenni fa era festa nazionale, ora invece, viene festeggiata soprattutto dai bambini, che esprimono il loro affetto per i papà con lettere, disegni e anche lavoretti realizzati a scuola.

Ma qual è il senso di tale ricorrenza oggi? E soprattutto, che valore assume la paternità in una società tormentata come la nostra?

L’arrivo della pandemia, il lockdown prima e lo smart working dopo, hanno consentito a molti papà di trascorrere più tempo con i propri figli, però al tempo stesso li hanno privati di esperienze, come assistere alle ecografie pre-natali o essere presenti in sala parto, fondamentali per la costruzione della winnicottiana “preoccupazione paterna primaria”.

La figura paterna comunque da decenni ha subito svariate trasformazioni staccandosi dal modello severo e autoritario che ha predominato nei secoli scorsi.

Oggi i padri si riconoscono e sono riconosciuti dalla società come caregiver competenti. Ciò non toglie che i padri di oggi facciano fatica a trovare un nuovo modello di paternità con cui identificarsi. Anche se questa ricerca e la tendenza a mettersi in discussione non possono che essere positive e trasmettere alle nuove generazioni la coesistenza di molteplici interpretazioni del ruolo paterno.

Oggi purtroppo molti papà si stanno confrontando con la drammatica realtà della guerra. Li riconosciamo in San Giuseppe, costretto a fuggire in Egitto per proteggere il bambino dalla furia omicida di Erode. Li vediamo straziati, costretti a separarsi dai figli per andare a combattere. Forti e fragili di fronte a bambini piangenti che non accettano la dura legge della guerra, come il bimbo ripreso mentre urla e colpisce la divisa da soldato del padre in Ucraina. Immagine che ne richiama un’ altra più dolce, perché filtrata dall’arte e dalla poesia: l’addio di Ettore al figlio Astianatte. Ettore, prima di lasciare i suoi cari, prende tra le braccia il figlio, ma il bambino è impaurito dall’elmo. Ettore sorride, poi con tutta la tenerezza di cui è capace, si toglie l’elmo, lo posa per terra e stringe a sé il figlio.

Cari papà di tutto il mondo,

Vorrei dedicarvi gli ultimi versi della poesia di Camillo Sbarbaro, che nonostante gli anni è sempre attuale, sempre bella e riporta le parole più significative ed emozionanti che si possono rivolgere ad un padre:

“ Padre, se anche tu non fossi il mio padre,

se anche fossi a me un estraneo,

fra tutti quanti gli uomini già tanto

pel tuo cuore fanciullo t’amerei”.

di Josepha BILLARDELLO

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

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