Al rientro da Vinitaly 2025 il Consorzio di tutela e valorizzazione dei Vini DOC Pantelleria si rinnova ed elegge nuovi componenti nel suo Consiglio di Amministrazione che risulta così composto: Benedetto Renda (Presidente), Salvo Giuseppe Murana e Gaetano Fabrizio Basile (Vicepresidenti), Emanuela Bonomo, Antonio D’Aietti, Andrea Errera (Consiglieri), Gaetano Misso, Ignazio Urso, Anna Rita Gabriele, Danilo Nicola Ingoglia e Felice Tortorici (Collegio sindacale).
Nato nel 1997 il Consorzio ospita al suo interno un insieme di aziende eterogenee fatto da piccoli e grandi produttori. Oggi conta circa 300 soci a partire dai viticoltori panteschi, che da generazioni portano avanti la pratica dell’alberello, e da importanti cantine siciliane che hanno deciso di investire sulla Perla Nera (come Pellegrino e Donna Fugata). Grazie all’ampia rappresentatività della produzione vitivinicola dell’isola ha ricevuto il riconoscimento Erga Omnes. Questo vuol dire che il Consorzio, in determinate condizioni, esercita la propria azione nei confronti di tutti i produttori anche di quelli non associati.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Fabrizio Basile, titolare della Cantina Basile di Bukkuram, nuovo Vicepresidente del Consorzio insieme a Salvatore Murana.
Buongiorno Fabrizio. Congratulazioni per la nomina a Vicepresidente.
Grazie. Ma la mia soddisfazione più grande è avere oggi una “quota rosa” tra i Consiglieri con l’ingresso di Emanuela Bonomo. Apprezzo moltissimo Emanuela per la determinazione e la tenacia con la quale ha saputo chiudere l’intera filiera di produzione, non solo per i vini ma anche per capperi, conserve, marmellate e, oggi, anche per l’olio extravergine, visto che ha costruito un piccolo frantoio. Un impegno e una capacità lavorativa che le viene dalla sua storia di famiglia. Oggi Emanuela opera nella sua Azienda con agricoltura biologica di grande valore per l’isola, una visione attenta e complessiva del territorio e della sua unicità che per il Consorzio è una ventata di freschezza e di innovazione. Oserei dire che rappresenta una punta di diamante all’interno del Consorzio.
Ed è proprio sul concetto di territorio che Basile punta ed esprime la visione con la quale guardare al futuro dopo il successo della partecipazione alla 57esima edizione di Vinitaly. Un successo che quest’anno ha riguardato anche i vini bianchi secchi la cui produzione sull’isola sta aumentando. “È tempo di agire uniti per una promozione del territorio di Pantelleria” spiega il viticoltore di Bukkuram “dell’unicità dei suoi prodotti e in particolare dei suoi vini che sono l’identità dell’isola, carica di una storia secolare”.
A proposito di promozione: recentemente avete accolto giornalisti e operatori del settore per un press tour.
Sì, è stata un’iniziativa all’interno del sistema di marketing promosso dal Consorzio. Abbiamo invitato un gruppo selezionato di giornalisti e operatori del settore per un press tour esclusivo, un’immersione totale nella magia dell’isola. Un viaggio sensoriale tra aromi, sentori e profumi che portano il nome di Pantelleria, per scoprire i segreti della viticoltura eroica e assaporare i vini DOC di Pantelleria. Un percorso Erga Omnes che coinvolge tutti i produttori di vini DOC, anche quelli non direttamente associati al Consorzio, proprio perché l’obiettivo è quello di essere Ambasciatori del Territorio e delle sue produzioni e non promotori di un vino piuttosto che di un altro.
Con le radici ben legate alla nostra storia oggi si guarda avanti per continuare con nuova linfa nel compito di tutela e promozione della denominazione PANTELLERIA DOC. Un’azione che deve avere un’impronta collegiale, di sistema, che ci deve vedere uniti e convinti nel perseguire un obiettivo comune, nel rispetto di regole condivise.
Fabrizio Basile, mentre parla, ci mostra l’esposizione dei vini alle sue spalle, presente durante la visita dei giornalisti e che fa bella mostra di sé durante le giornate di accoglienza dei turisti nella sua cantina. Bottiglie che rappresentano l’eccellenza della produzione di varie aziende vitivinicole pantesche, sistemate vicino ai sui Sora Luna, Frate Sole, Shamira. Bottiglie diverse unite da una radice comune: il territorio, appunto. Saranno poi i fruitori a provare, diversificare, scegliere. Un’accortezza che tutte le cantine dovrebbero condividere. Un desiderio che Basile ha già espresso più volte. Un sogno che si piò avverare se coltivato con profondità e convinzione. E che rimanda, nuovamente, al concetto del territorio quale obiettivo comune.
Sempre riferendosi al press tour, Basile racconta che i giornalisti hanno avuto anche l’occasione di esplorare l’isola grazie alla collaborazione con le Guide del Parco Nazionale e di capire come il marchio PANTELLERIA DOC sia strettamente connesso al territorio, alla sua natura vulcanica, alla sua biodiversità e al suo peculiare microclima, al vento e al sole, padroni indiscussi sull’isola, al lavoro di generazioni di agricoltori che nei secoli hanno vissuto in simbiosi con la propria terra modellandola con rispetto e amore, seguendo il ritmo delle zone di produzione e custodendo antiche e tradizionali tecniche di lavorazione.
Parliamo infine della fascetta di Stato con la sagoma dell’isola.
Un fatto importantissimo ma poco valorizzato. Avere la fascetta di Stato per le nostre bottiglie con stampata la sagoma dell’isola di Pantelleria è molto significativo. È la prima DOC in Italia ad avere questo prezioso dettaglio che secondo me vale più di una DOCG. Mette in evidenzia che il nostro prodotto DOC viene certificato sull’isola di Pantelleria. Al di là delle discussioni sulla storia dello zibibbo, credo che oggi si debba portare avanti il fatto che siamo PANTELLERIA. Siamo pratica riconosciuta UNESCO, con la nostra unicità e identità che va ben oltre il singolo vitigno...
noi non siamo semplicemente e solo zibibbo. Dobbiamo promuovere e vendere Pantelleria passito, Pantelleria bianco e così via. Iniziamo con la produzione di una bottiglia unica con il nostro marchio di Pantelleria e di seguito usciamo in commercio con una identificazione di territorio ben precisa. Giriamo lo sguardo al più grande vulcano attivo d’Europa che è anche uno dei maggiori al mondo e vediamo come il vino DOC di quelle terre venga promosso con successo come Etna bianco, Etna rosso e così via.
Un nome, un territorio, quindi, così come avviene anche per il nostro cappero IGP, unico al mondo riconosciuto per le sue caratteristiche organolettiche.
Molto chiaro quindi l’invito rivolto da Basile: i turisti ai quali diamo il benvenuto in cantina devono bere "PANTELLERIA" nella sua peculiarità, così come lo devono poter fare quelli che lontani dall’isola sanno di ritrovare nel nostro marchio i sapori, i profumi e i colori di un territorio unico al mondo.
Giuliana Raffaelli