Ospedale “A. Ajello”. Cronaca di fine anno su una nascita "inaspettata"…

La signora Veronica racconta la nascita del figlio ringraziando l’equipe di l'equipe di Ginecologia e Ostetricia

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
27 Dicembre 2024 10:08
Ospedale “A. Ajello”. Cronaca di fine anno su una nascita

Più volte in questi anni abbiamo parlato delle criticità relative ai diversi reparti dell'Ospedale "Abele Ajello", classificato ufficialmente DEA di I livello ma ancora non adeguato alle sue potenzialità, e sulla possibile chiusura di alcuni di questi in nome di una riorganizzazione basata sui poli di eccellenza distribuiti nella rete ospedaliera della provincia. Non mancano però le esperienze positive, seppur contestualizzate nella drammaticità degli stessi singoli casi, da parte di alcuni pazienti che usufruiscono dei servizi del nosocomio mazarese. E' il caso di Veronica, 39enne cittadina castelvetranese, insegnante, che racconta la sua esperienza relativa al parto del suo bimbo, Andrea (2kg e 20 grammi, nato il 21 dicembre alle 2 di notte), ringraziando l’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia guidata dal dott. Massimo Di Liberto. Ecco quanto scrive la stessa nel suo “racconto di fine anno su una nascita non aspettata”:

Sono un'insegnante di 39 anni che mentre cerca ancora di digerire forzatamente il trauma capitatogli, non senza un'attenta riflessione, decide di condividere con i lettori la sua drammatica e insolita, quanto miracolosa esperienza di parto pretermine presso l’Ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo. Dopo una gravidanza fisiologica forte e vigorosa, che non facesse affatto sospettare il rischio di un parto forzato, mi ritrovo alla 31^ settimana di gestazione in corsa sulla A29 accompagnata da forti contrazioni uterine e tracce ematiche.

In pochi minuti la mia percezione dell'evento cambia perché le tracce ematiche si trasformano in vere e proprie emorragie che fanno presupporre un grave distacco di placenta, poi in breve confermato; catapultata presso la sala visite del reparto di ginecologia dell'ospedale, inaspettatamente il dott. Massimo Di Liberto, nonché primario del reparto stesso, pronunciò le sole parole che avrebbero potuto rassicurarmi: “signora il battito è presente”. Da quel momento vidi l'equipe di ginecologia e quella di pediatria mobilitarsi celermente e l'intero personale risoluto nel salvare la vita di entrambi.

Tra i corridoi, la disperazione dei familiari era poi mitigata dallo sguardo dolce e dimesso, le rassicurazioni e le carezze di medici. infermieri e OSS. La corsa delle 12,30 verso ginecologia si è trasformata in un cesareo d'urgenza effettuato dal dott. Di Liberto e dalla dottoressa Daniela Americo, tanto professionali quanto capaci nell'impresa quasi eroica di strappare due vite alla morte e riconsegnarle alla vita stessa. Il mio piccolo guerriero nacque in un minuto e venti grazie all’operosità e tempestività dei medici e presto venne consegnato nelle mani del dott.

Mohammad El Ghaith, che scrupoloso e attento, lo tenne in vita in attesa dei soccorsi dalla terapia intensiva di Trapani. La mia è una testimonianza antitetica rispetto a quelle che divulgano della trascuratezza e malasanità ospedaliera siciliana e che al contrario vuole gratificare e ringraziare la professionalità, la competenza, la dedizione e l'empatia dei molteplici angeli di corsia che ci hanno salvato la vita”. 

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