Una lettera al Prefetto di Trapani per evidenziare il problema dell’alto valore dei nitrati, ben oltre il limite consentito per legge (50mg/lt) superando i 100mg/l, nell’acqua erogata dai pozzi comunali che servono i quartieri di Trasmazzaro e Tonnarella dove da più di un anno, attraverso un’ordinanza del Sindaco Salvatore Quinci ne è stato vietato l’uso umano. A scrivere la lettera sono stati I membri del “Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio di Mazara del Vallo”, unitamente al gruppo facebook “Mazara asciutta”, l’associazione “Pro Capo Feto – Federazione nazionale Pro Natura” e l’associazione “GIVA delegazione di Mazara del Vallo 2010 – ODV”.
Ecco quanto si legge nella nota inviata al prefetto dott.ssa Filippina Cocuzza
“L’intera città e in particolare i rioni di Tonnarella e Trasmazzaro ormai da oltre un decennio hanno dovuto convivere con l’inquinamento delle falde idriche dalle quali si attinge l’acqua potabile che viene distribuita nelle case dei predetti cittadini. Si precisa che l’inquinamento in questione ha origine chimica e più precisamente è causato dalla presenza di nitrati, che per la loro quantità, che supera i limiti di legge, ha messo in allarme gli amministratori comunali e le autorità preposte al controllo che in un primo tempo hanno ritenuto di risolvere il problema procedendo alla miscelazione delle acque per portare l’inquinamento al di sotto dei limiti di legge.
Con il tempo però la questione è stata trascurata, fino a quando il sindaco di Mazara del Vallo, verificate le comunicazioni che sono state fatte, riteniamo dall’ARPA, e constatato che le percentuali di inquinamento raggiungevano limiti fuori controllo -che per la loro intensità e quantità mettevano seriamente a repentaglio la salute di cittadini utenti - ha emanato un provvedimento con il quale dichiarava che l’acqua erogata attraverso la rete idrica e sgorgante dai rubinetti nelle case non era potabile, non era idonea al consumo umano e pertanto ne vietava l’uso.
Questo provvedimento, come detto così grave, è datato 23 novembre 2020. Successivamente non si è a conoscenza dell’attività che l’amministrazione ha posto in atto, tendente a risolvere il grave problema, ma si è certi che dal momento dell’emissione della suddetta ordinanza è trascorso quasi un anno, e questa negligenza nel risolvere il problema ha messo in allarme e infastidito la cittadinanza tant’è che i responsabili dei comitati non sono più nelle condizioni di evitare un sempre più grave stato di agitazione.
In data 27 aprile 2021, il presidente del consiglio comunale di Mazara del Vallo, sensibile alla preoccupazione critica dei cittadini mazaresi, ha ritenuto di indire un consiglio comunale aperto, invitando tutti i cittadini a contribuire con le loro idee alla soluzione del grave pericolo dell’inquinamento che incombeva e incombe sulla cittadinanza. In quella data, alla presenza dell’amministrazione nella sua interezza, dopo lungo dibattito nel quale membri dei suddetti comitati, associazioni, cittadini comuni e tecnici qualificati hanno indicato soluzioni che se ascoltate potevano contribuire alla soluzione dell’annoso problema, cosa strana il sindaco della città, esprimendo l’unanime volontà dell’amministrazione che rappresenta, ha praticamente fatto sapere agli astanti che tutto quello che avevano detto o le soluzioni al problema che avevano indicato erano inutili e ciò perché lui unitamente alla sua amministrazione aveva già deciso quale doveva essere la soluzione del problema, dichiarando che sarebbe stato già scelto un depuratore a scambio ionico e che aveva dato l’incarico, senza un concorso, all’ingegnere Noventa con studio a Padova di predisporre il progetto atto alla necessità.
L’ingegnere Noventa, come sopra incaricato, presente al consiglio comunale aperto, assistito si presume da un suo tecnico anche esso proveniente da Padova, ha spiegato con dovizia di particolari un progetto di massima avente ad oggetto un depuratore a scambio ionico, il cui costo ammontava secondo le sue previsioni a 900 mila euro. Da quella data, nulla gli intestatari della presente sono stati nelle condizioni di conoscere, fino a quando, in data 28 luglio 2021 con la delibera di giunta n.125, l’amministrazione ha comunicato di aver approvato il progetto esecutivo per la realizzazione a Mazara del Vallo di un depuratore a scambio ionico il cui costo era uguale a quello del progetto di massima, illustrato a suo tempo dall’ingegnere Noventa e cioè 900.000,00 euro.
In questo frangente, senza trascurare il fatto che il sindaco aveva detto più volte che la soluzione del problema dei nitrati si sarebbe affrontata e risolta entro l’autunno di questo anno (promessa non mantenuta), visto che il progetto esecutivo come redatto e pubblicato è a disposizione della cittadinanza, gli intestatari hanno dato incarico ai tecnici al loro interno di esaminare il progetto in questione per verificare se c’erano delle criticità o incongruenze che rendessero irrealizzabile e non utile il progetto stesso.
Fatto l’esame, in primis si è constatato che il progetto in questione è stato redatto dall’ingegnere Noventa non su sua carta intestata, ma su quella intestata ad una fantomatica ditta di Padova di cui non è dato sapere. Il progetto presenta diverse mancanze e contraddizioni che sono rilevate e puntualmente specificate nell’allegato che qui di seguito si presenta. Tenuto conto dell’anzidetto, si ritiene opportuno che la S.V., verificata la fondatezza delle eccezioni sopra menzionate, convochi un tavolo tecnico nel quale siano presenti rappresentanti dell’amministrazione, cittadini comuni, i tecnici che hanno redatto il progetto, i membri che rappresentano i comitati e i cittadini che unitamente a loro si sottoscrivono, oltre ai tecnici a cura dei quali sono redatte le eccezioni summenzionate, per verificare quali sono, nell’interesse generale della città, le soluzioni più idonee e non interessate. In attesa di Suo cortese riscontro, si porgono distinti saluti.
Al presente si allegano le osservazioni e i chiarimenti rilevati dai tecnici di nostra fiducia”.
Infine le associazioni scriventi hanno allegato delle considerazioni, secondo osservazioni e chiarimenti rilevati dai tecnici di loro fiducia, sul progetto definitivo relativo alla realizzazione dell’impianto a scambio ionico per la depurazione dell’acqua ai nitrati dei pozzi Ramisella n. 1 – 2 e 3, destinata al fabbisogno idro-potabile della popolazione residente nella zona Tonnarella e Trasmazzaro; le associazioni hanno pertanto avanzato la proposta di un impianto di dissalazione per risolvere definitivamente il problema:
“Si tiene a precisare che, le considerazioni sono frutto dello studio e della lettura dei dati riportati nelle Relazioni del progetto definitivo pubblicate nel sito del comune di Mazara del Vallo rispettivamente R01; R03 ed R09, nonché su quanto esplicitato dall’Ing. Noventa e dal suo tecnico in occasione del consiglio Comunale aperto del 27-04-2021.
Premesso che: l’impianto proposto, risulta costituito da n. 3 filtri in resine scambiatrici anioniche forti, con potenzialità giornaliera di mc.2400-2500 di acqua trattata, mentre l’acqua captata dai pozzi, si attesterebbe intorno ai 3500 mc/gg. Acqua potabilizzata circa 3.400 mc/gg l’impianto è stato dimensionato per il trattamento di acqua captata dai pozzi con concentrazione in Nitrati pari di 93-100 mg/l e cloruri intorno a 180 mg/l, (i su citati parametri come si legge nella relazione tecnica di processo del progetto definitivo , sono stati calcolati e considerati dai tecnici progettisti, come valore di media annuale) il processo di produzione dell’impianto di che trattasi, prevede due cicli di lavorazione giornaliera di 12 ore cadauno (CICLO BATCH) , rispettivamente un primo ciclo di lavorazione nel quale verranno utilizzati i 3 filtri a scambio ionico (con potenzialità di trattamento del 100%) ed un secondo ciclo di lavorazione con l’utilizzo di n.
2 filtri di a scambio ionico (con potenzialità di trattamento dell’80%), In quest’ultimo ciclo di lavorazione è prevista la fase di rigenerazione delle resine esaurite, con l’utilizzo di acqua salina (cloruro di sodio al 7% di sale) mediante un contro lavaggio in controcorrente. durante i due cicli di lavorazione non tutta l’acqua captata dai pozzi subirà il trattamento di scambio, perché secondo quanto riportato nella relazione, al fine di ristabilire le caratteristiche chimiche all’acqua trattata, quest’ultima necessariamente dopo la fase di filtrazione, dovrà subire una miscelazione con una parte di acqua non trattata (denominata acqua di bypass).
La quantità di acqua destinata al Bypass risulta essere non costante per i due cicli di lavorazione (visto che i cicli lavorano per 12 ore con 3 moduli e per i successivi 12 ore con 2 moduli).
Considerato che : non risulta specificato nelle relazioni il riferimento “uscita impianto”, ovvero se per uscita impianto si intenda l’uscita dai filtri a scambio ionico o l’uscita dopo la fase di miscelazione con acqua di bypass; considerato inoltre che non risulta indicata la concentrazione in nitrati dell’acqua in uscita anche se il valore previsto di 40-45 mg/l è stato appreso nella relazione orale eseguita dai tecnici in occasione dell’incontro del 27-04-2021. (unico riferimento vedi pag. 7 R02 dove viene riportato il dato di 42,4 mg/l nitrato senza indicazione del punto di uscita) Per quanto sopra, i nostri tecnici, hanno ritenuto opportuno, procedere all’analisi dei dati di progetto, al fine di verificarne sia la fattibilità che l’utilità dell’impianto a scambio Ionico.
Per far ciò, hanno ipotizzato due tipologie di simulazioni, in entrambe delle quali, hanno calcolato che, l’acqua trattata (filtrata), risulta contenere concentrazione in Nitrato non costante nelle 24 ore, e non sempre al di sotto dei limiti di legge (D.Lgs. 31/2001 e s.m.i. [NO3]<=50 mg/l), specialmente nel secondo ciclo di lavorazione nel quale l’impianto a scambio ionico passa da n. 3 a n. 2 filtri.
Si chiedono i seguenti chiarimenti: Perché, per gli Eluati sono state preventivate due tipologie di trasporto, uno con l’ausilio di una doppia condotta interrata in Polietilene di diametro 63 mm e l’altro a mezzo autobotti? Se la concentrazione degli Eluati è di circa 4000 mg/l di Nitrati e circa 940 mg/l di N, l’impianto di depurazione a cui è destinato il conferimento, è predisposto a ricevere una tale concentrazione senza variare il processo di depurazione a cui lo stesso è destinato? (nei casi in cui esistessero dubbi, non sarebbe idoneo produrre uno studio analitico appropriato che ne assicurasse la funzionalità dell’impianto?) Se per motivi di sicurezza e/o potenzialità dell’impianto di depurazione, non si riuscisse a conferire l’eluato nel depuratore, dove si dovrebbe smaltire l’Eluato, e a che costi?
Perché realizzare un impianto a scambio ionico per il trattamento dell’acqua inquinata dei pozzi Ramisella 1-2-e 3 anziché optare per un impianto di produzione di acqua potabile dall’acqua di mare “esempio un dissalatore “? Vero è che, i costi per la realizzazione di un dissalatore risultano superiori di circa 3-4 volte la spesa dell’impianto a scambio ionico, ma è anche vero che, con il dissalatore, si potrà assicurare alla cittadinanza del Trasmazzaro e di Tonnarella, acqua in quantità e di qualità.
E’ importante sottolineare che, il dissalatore durante la fase di produzione, non genera Eluati, bensì uno flusso di scarto chiamato salamoia (ovvero acqua molto salata) che va scaricata direttamente nel mare. Così come non esistono chemicals, se non qualche piccola quantità di antincrostante, necessario per non generare incrostazioni nei tubi. Va inoltre sottolineato che, mentre nell’impianto di dissalazione la potenzialità di produzione rimane costante nel tempo poiché l’acqua di mare da trattare mantiene sempre la stessa concentrazione salina nel tempo, al contrario nello scambio ionico, al variare della concentrazione dei Nitrati varia di conseguenza la potenzialità, tantè che, il problema risulterebbe senza soluzione se la concentrazione media di nitrati arrivasse a superare i 150 mg/l , infatti, in tali condizioni l’impianto non potrebbe più funzionare lasciando la cittadinanza a secco o con erogazione di acqua per soli scopi igienico sanitari, accompagnata da un’ennesima ordinanza di non potabilità per un tempo indefinito.
Stessa situazione si creerebbe nel momento in cui si registrasse una differenza di pressione tra il battente idrico nei pozzi e il mare, anche in questo caso, dovremmo aspettarci una ordinanza di non potabilità visto che l’impianto non potrà trattare acqua a concentrazione di cloruri superiore a 250 mg/l. In queste condizioni l’inquinamento si duplicherebbe, e ci ritroveremmo ad avere sia un inquinamento da Nitrati che di Cloruri. A tal proposito, sarebbe utile conoscere le variazioni negli anni dei battenti idrostatici (livelli dell’acqua) dei pozzi Ramisella in maniera da poter preventivare in futuro la linea di tendenza.
Per tutto quanto sopra descritto, occorre chiarire che, la N/S proposta di optare per un sistema di produzione di acqua potabile (Dissalazione) rispetto all’impianto proposto a scambio ionico, oltre al fine di ottenere acqua di qualità e in quantità, mira anche alla tutela dei pozzi Ramisella. Infatti, se per un decennio si mantenessero i pozzi a riposo e di conseguenza le falde acquifere della zona, eviteremmo di inciampare nell’incubo denominato “abbassamento battente idrostatico” il quale creerebbe depressione con conseguente infiltrazione di acqua di mare nei pozzi (problema cloruri). Se poi a tutto questo si aggiungesse il controllo sul territorio vigilando sull’utilizzo in agricoltura dei prodotti chimici azotati, crediamo che, almeno fra un decennio, potremmo consegnare ai nostri figli, nipoti e ai posteri, le falde e i pozzi, colmi di acqua potabile da destinare alla distribuzione dell’utenza cittadina Mazarese”.
La nostra Redazione è disponibile ad una eventuale nota dell'Amministrazione del Comune di Mazara del Vallo con risposta ai chiarimenti ed interrogativi sollevati attraverso al suddetta nota.