Si è accesso un duro scontro politico a livello locale, fra destra e sinistra, sul tema della liberalizzazione delle droghe leggere. Il dibattito ha avuto inizio lo scorso 16 settembre quando attraverso un post i due assessori comunali Gianfranco Casale e Rino Giacalone indossando una maglietta rossa con al centro una grande foglia di marijuana espressero il loro sostegno alla liberalizzazione delle droghe leggere ed il no al “proibizionismo sempre più diffuso in Italia”. Il post provocò più qualche “malumore” all’interno della “variegata” composizione politica della Giunta guidata dal sindaco Salvatore Quinci, in particolare dal gruppo di Fratelli d’Italia attraverso l’assessore Giampaolo Caruso.
Qualche giorno dopo lo stesso primo cittadino mazarese attraverso un comunicato volle sottolineare l’inesistenza di alcun contrasto all’interno della sua Giunta “che resta unita connotandosi come un progetto civico arricchito da FdI”; contestualmente Quinci invitò calorosamente i suoi assessori "a tenere fuori gli orientamenti politici personali, pur legittimi, dal contesto del ruolo di assessore". A parte la “questione politica” in seno alla coalizione di maggioranza (fatto non certamente trascurabile considerata anche la “convivenza” in Consiglio comunale delle due anime, di destra e di sinistra), come dicevamo ad inizio dell’articolo si è innescata una polemica a livello locale intorno ad un tema quello delle droghe che divide l’opinione pubblica nazionale.
Il 24 settembre il vice segretario provinciale di Forza Italia, Paolo Torrente, sempre attraverso un post (condito da diversi punti esclamativi), intervenne sulla vicenda così scrivendo: “Condivido persino le virgole della battaglia contro la droga portata avanti dal Direttore Generale dell’Asp di Trapani Ferdinando Croce, non fosse altro perché c’è una cosa che so, che mi è stata insegnata e che insegno ai miei figli, la droga è droga.
Non c’è differenza alcuna tra leggera e pesante. È droga. Punto e basta. E non ho bisogno di indossare medaglie o magliette a sostegno di questa convinzione.
L’esempio sta sulla pelle e cammina sulle mie gambe. Tutto il resto sono soltanto magliette ideologiche infeltrite dalla storia, indossate dagli scoloriti di questo millennio…”. Come se non bastasse a rendere il clima già “incandescente”, nelle scorse ore sulla vicenda, attraverso una nota, è intervenuto Antonino Signorello, segretario dei Giovani Democratici di Mazara del Vallo.
Nella sua nota si legge: “Le recenti dichiarazioni di Paolo Torrente, vice-segretario provinciale di FdI, dimostrano una semplificazione dannosa e una scarsa comprensione di un tema complesso come quello delle droghe. Affermare che "non c'è differenza alcuna tra droghe leggere e pesanti" non solo ignora le evidenze scientifiche, ma rischia di diffondere disinformazione che non giova né al dibattito pubblico né alla salute delle persone. È importante chiarire che esistono differenze fondamentali tra droghe leggere e pesanti, sia per gli effetti sul corpo umano che per i potenziali rischi di dipendenza.
Numerosi studi scientifici dimostrano che le cosiddette "droghe leggere", come la cannabis, hanno effetti molto diversi rispetto alle "droghe pesanti" come l'eroina o la cocaina. In molti paesi del mondo, la cannabis è stata legalizzata per uso terapeutico e in alcuni casi anche per uso ricreativo. Paesi come il Canada, il Portogallo, diversi stati degli Stati Uniti, e recentemente anche Malta, hanno scelto di regolamentare l'uso della cannabis proprio per minimizzare i danni derivanti dall'uso incontrollato e dal mercato nero.
La legalizzazione consente di ridurre l'impatto criminale del traffico di droga, sottraendo il monopolio alle mafie, e di garantire che il consumo avvenga in sicurezza e sotto controllo medico, quando necessario. Inoltre, l'uso terapeutico della cannabis è riconosciuto da anni in molti paesi e anche in Italia viene impiegata per trattare diverse patologie, come il dolore cronico e alcune forme di epilessia. Ignorare questo aspetto significa non riconoscere il valore che queste terapie hanno nella vita di molti pazienti.
La retorica di Torrente, invece, alimenta stereotipi e non tiene conto delle evidenze mediche e scientifiche. Noi Giovani Democratici crediamo che un approccio pragmatico e basato sulla scienza sia l'unica via per affrontare il problema delle dipendenze in modo efficace, proteggendo la salute pubblica e offrendo soluzioni reali. Siamo lieti di vedere, all’interno di questa amministrazione di centrodestra, assessori in grado di operare ancora un distinguo senza scadere nel più banale populismo. Invitiamo dunque Torrente e tutti coloro che hanno il piacere di intervenire e condividere queste tematiche a informarsi meglio e a contribuire a un dibattito che sia fondato sui fatti e non sulla disinformazione: non facciamo di tutta l’erba un fascio”.
Crediamo che il dibattito sul tema che- come dicevamo- è di rilevanza nazionale, sia più che mai aperto, anche a livello locale, rappresentando la cartina tornasole di due visioni ideologiche contrapposte e darne evidenza risulta pertanto necessario fornendo, oltre il diritto-dovere di informazione, un quadro pragmatico della situazione politica del Paese.
Francesco Mezzapelle