Era abbastanza prevedibile, considerato lo stato di obsolescenza, che prima o poi crollasse una buona parte della recinzione esterna della struttura che era destinata a diventare il mercato ittico all’ingrosso di Mazara del Vallo. E’ crollata infatti una parte, circa una cinquantina di metri, della recinzione in ferro sovrastante il muro di cinta adiacente alla strada che conduce presso la banchina "Ammiraglio Francese" del porto peschereccio mazarese. La recinzione che circonda l’intera struttura è in pratica arrugginita (da tempo) ed in stato di fatiscenza; così, probabilmente a causa delle forti raffiche di vento in questi giorni sarebbe crollata finendo pericolosamente (vedi foto da noi scattata nelle scorse ore) sul ciglio della strada che conduce verso gli ormeggi dei motopesca e la stessa sede della locale Capitaneria di Porto.
Quanto accaduto riporta prepotentemente alla questione della mancata apertura ed entrata in funzione di quello che doveva costituire il mercato ittico all’ingrosso della Città, poi ripensato successivamente come mercato agroalimentare; una questione ormai annosa, decennale, della quale ci siamo occupati numerose volte in questi anni. Di fatto il mercato agroalimentare del porto nuovo di Mazara del Vallo, per la cui realizzazione il Comune nei primi anni del 2000 ricevette un grosso finanziamento di circa una decina di milioni di euro, non è mai entrato in funzione secondo i suoi fini originari.
In verità dopo la sua realizzazione il comparto pesca mazarese mostrò scarso interesse per quei locali dove doveva anche sorgere una borsa telematica del pesce, sul modello di San Benedetto del Tronto; non c’era intere del settore a vendere in un mercato il pesce che già poteva esser “prenotato” dai commercianti prima ancora che i pescherecci mollassero gli ormeggi per la bordata di pesca. Mazara del Vallo pur avendo la struttura non ebbe mai la possibilità di avere un mercato all’ingrosso del pesce.
Pertanto la precedente Amministrazione Cristaldi ne cambiò la destinazione d’uso e dopo una riqualificazione della stessa struttura, rimasta fin dal completamento dei lavori in stato di abbandono e degrado, emanò degli avvisi per l’affidamento a operatori ittici e ortofrutticoli la gestione dei vari boxes interni. L’operazione non ebbe molta fortuna e il mercato continuò ad essere una cattedrale nel deserto, in quel porto nuovo ove il numero dei pescherecci nel frattempo diminuiva progressivamente in quanto a causa della sopraggiunta crisi del settore pesca (aggravatasi fino ad oggi) molti armatori preferirono demolire i loro pescherecci in cambio dei contributi elargiti dal Governo nazionale con la "benedizione" dell’Unione Europea; ad oggi la flotta peschereccia d'altura mazarese conta circa settanta motopesca a fronte dei circa trecento di vent'anni fa.
La struttura tornò nuovamente ad esser abbandonata e vandalizzata nelle sue diverse parti. La nuova Amministrazione Quinci, appena insediatasi nel 2019, cercò di rivitalizzarla organizzando al suo interno qualche manifestazione, poi diede in comodato d’uso alcuni locali interni al Distretto della Pesca e Crescita Blu che ne costituì la sua sede. Durante il periodo covid 19 l’area diventò anche smistamento per aiuti alimentari. Un altro locale durante il periodo estivo venne adibito a biglietteria Siremar per il traghetto Mazara- Pantelleria.
Poi nella notte del 22 luglio 2021 a causa di un incendio provocato da un cortocircuito le fiamme avvolsero il trenino elettrico mentre si trovava custodito all’interno del mercato dopo avere terminato il turno di servizio serale. I locali di una parte del mercato agroalimentare che custodivano il mezzo subirono danni, danni anche ai locali concessi in comodato d’uso gratuito al Distretto della Pesca che dovette abbandonare quella sede e ai locali attigui, concessi sempre dal Comune, alla biglietteria Siremar per il traghetto per Pantelleria.
A seguito di perizie e relativo contenzioso, il Comune di Mazara del Vallo per i danni subiti ricevette dall’assicurazione circa 740mila euro. Ad oggi si aspetta ancora che la struttura venga risistemata, che venga riqualificata anche l’intera area interna recintata, chiusa all’accesso, che nel frattempo ospita la Chiatta tirata a secco per il periodo invernale e una delle due isole ecologiche messe a disposizione dal Flag Trapanese. E’ intenzione della stessa Amministrazione comunale, più volte dichiarato dallo stesso sindaco Quinci, intercettare un finanziamento ad hoc che insieme ai soldi dell’assicurazione permetta la riqualificazione dell’intera struttura, dotandola di nuove tecnologie (sistemi di tracciabilità digitale, piattaforme online per la compravendita, e tecnologie di conservazione avanzate)e il suo affidamento ad un’organizzazione di operatori della pesca (l’OP Blue Sea si era fatta avanti) in grado di attivare una borsa telematica del pesce per aumentare la competitività del comparto pesca mazarese il cui futuro però è legato al destino (che ormai sembra segnato) della pesca a strascico già da tempo nel mirino dell’Unione Europea…
Francesco Mezzapelle