PrimaPaginaMazara incontra l’associazione “OLIVER”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
21 Novembre 2013 21:44
PrimaPaginaMazara incontra l’associazione “OLIVER”

Si apre con questa pagina una nuova rubrica dedicata alle associazioni presenti nel territorio di Mazara del Vallo.  Attualmente, in Italia il fenomeno dell’associazionismo è molto diffuso, si contano

ben 380.000 associazioni, a dimostrazione  del fatto che gli italiani nutrono vivo interesse per i più svariati campi che, per citarne alcuni, vanno dallo sport, alla natura, alla cultura, per dividersi in settori sempre più specifici.

 Associarsi è un modo per condividere le proprie competenze, conoscenze e  energie con altri, disposti a privarsi del  loro tempo libero in nome di un interesse comune che non è il profitto economico, ma il piacere di dedicarsi a un campo ritenuto importante e  pur trascurato. È il caso delle associazioni NON PROFIT.

 Per una comunità cittadina, le associazioni sono una ricchezza e una risorsa spesso  nascosta e poco valorizzata, pur assolvendo a una funzione sociale molto importante, in quanto soddisfano dei bisogni dell’uomo e del cittadino che altri tipi di enti più tutelati e istituzionalizzati non possono o non riescono a soddisfare.

 Discutiamo di questo argomento con la dottoressa Maria Giaramidaro, presidente dell’Associazione Oliver che ha sede in Mazara del Vallo e che si occupa, in particolare, di progetti culturali per l’infanzia e l’adolescenza.

 

Oliver è un nome che evoca immediatamente Oliver Twist, il protagonista del celebre romanzo di Charles Dickens, perché è stato scelto per la vostra associazione?

 Perché l’associazione è nata insieme ad uno spazio librario, la libreria Oliver, appunto. Il nome è  un chiaro rimando a Oliver Twist, un classico della letteratura, di cui abbiamo preso lo sguardo dell'infanzia su un mondo adulto incomprensibile, distante, un universo dei grandi sottoposto dai bambini a dura critica e, qui, vinto.

 Questo è avvenuto nel 2005, a Palermo. Da subito ci siamo resi conto che era necessario affiancare alla diffusione dei libri attività culturali per l’infanzia e l’adolescenza, promuovere la cultura del bambino, che vuol dire creare un pensiero collettivo che mette al centro l'infanzia e comincia a ragionare partendo dal presupposto che il bambino è una persona, un individuo completo, complesso e ricco, per il quale vanno pensate proposte qualitativamente alte e assai rispettose della sua intelligenza.

  La storia della libreria Oliver termina, ahimè, presto, ma la proposta elaborata negli anni di attività ha lasciato un ricordo ancora vivo in città, segno che lo spazio è stato molto presente nel territorio di Palermo, fornendo un buon servizio di diffusione del libro per ragazzi, sviluppando reti con editori, autori, librerie di settore e realtà associative a livello nazionale, che hanno portato alla realizzazione di Minimondi, un festival della letteratura per ragazzi -sviluppato attraverso le librerie per ragazzi di Parma, Palermo, Catania e Enna- di cui Oliver ha gestito su Palermo tre edizioni.

 

Di cosa si occupa esattamente la vostra associazione, qual è la mission?

L’associazione ha un legame molto forte con l’editoria e con i libri. I percorsi proposti quasi sempre nascono da un testo, dallo studio di un libro, un autore o un illustratore. C’è anche un ramo del progetto che è quello dell’educazione all’immagine: un lavoro rivolto a tutte le fasce di età, un esercizio  all’osservazione del bello che non è solo apprezzare l’opera d’arte, ma è anche sviluppare la capacità di guardare ciò che ci circonda, di riconoscere e dare un valore ai luoghi e alle cose, coltivare il senso della bellezza, della proporzione, del decoro, al fine di costruire, quindi, una persona attenta, sensibile al contesto urbano e, al bene comune, capace di distinguere il bello dal brutto, il senso dal non senso.

Altro ambito di nostro interesse è quello del territorio, la città come luogo di relazione, da percorrere per conoscere e conoscersi, spazio dove il bambino agisce con azioni precise e circoscritte, modificando i luoghi e rendendoli almeno per un po' a propria misura.

Con questi percorsi si vuole creare un’ interazione vera con il territorio, facendo sentire i più piccoli protagonisti di cambiamenti reali. Le azioni proposte hanno lo scopo di modificare lo spazio pubblico agendo insieme, questo porta i bambini a sviluppare un senso di appartenenza al territorio e alimenta la cura degli spazi.

 

Quindi la vostra associazione pone particolare attenzione ai bisogni dei bambini e degli adolescenti. Secondo lei di cosa hanno bisogno a Mazara, o in generale, i bambini e gli adolescenti?

Posso rispondere facendo un esempio molto concreto. Ho potuto notare che nel centro storico della nostra città ci sono dei bambini che scavalcano la cancellata della scuola media Paolo Borsellino per giocare nel cortile dell'istituto, dove c'è un campetto di calcio. Per impedire che i bambini accedano a questo spazio-gioco, la cancellata del cortile è stata resa più alta con barre al termine delle quali la punta si fa freccia. Questo a rendere ancora più severo, pericoloso e ostile il divieto.  Lo sforzo sostenuto dai bambini per scavalcare l’inferriata, il pericolo corso e vinto ogni domenica di bel tempo, rende l’idea di quanto forte sia il bisogno dei giovani di  questa parte della città, e non solo, di uno spazio di gioco libero loro destinato.

Ora, io mi chiedo, visto che le scuole sono comunali, perché il giardino non può essere aperto alla città? In tutto il mondo i parchi-gioco sono spazi aperti, perché questo luogo, già riconosciuto come spazio necessario, non viene aperto ai bambini in orario extrascolastico immaginando delle forme di partecipazione e cura del luogo che coinvolgano la comunità e i ragazzi stessi?

Credo che oggi, con la crisi economica e di sistema che stiamo vivendo, sia più che mai necessario puntare su progetti di qualità e ricchi di senso, percorsi e azioni permanenti che siano per i giovani occasioni di crescita e stimolo, di socializzazione e di crescita armonica della loro persona.

Credo che oggi più di ieri, gli enti abbiano la responsabilità di centrare l'obiettivo e non sprecare risorse in proposte vuote, commerciali e di svago fine a se stesso.

Credo fermamente che oggi si abbia il dovere di investire in cultura per i giovani, che  le città si debbano aprire ai bambini e ai ragazzi, immaginando per loro spazi di cultura pubblica viva:  spazi di gioco pubblico, giardini, biblioteche, teatri, ludoteche.

Solo mettendo al centro l'infanzia possiamo garantirci un futuro roseo per la nostra città.

Se oggi guardiamo ai nostri bambini, se costruiamo per loro spazi di crescita e occasioni di socialità sana, avremo domani degli adulti attenti al bene comune, agli spazi pubblici, alla cura della città e del mondo.

 

                 

 

Parliamo delle attività proposte da Oliver, ma anche delle difficoltà che affronta l’associazione per poterle realizzare

Oliver opera principalmente nelle città di Palermo e Mazara e, come in passato è capitato, può accadere  che si ritrovi a condividere percorsi e progetti con realtà fuori dall'isola e quindi può capitare di trovarsi a Rovereto per “Educa", manifestazione nazionale sull'educazione, a realizzare "Un bastimento di libri" un micro-festival nel festival.

Ogni proposta viene studiata in relazione alla città in cui intendiamo operare. Spesso il legame è così stretto con il luogo che i percorsi non sono replicabili altrove, questo rende la progettazione  molto vivace e alimenta la nostra capacità di lettura del contesto.

A Mazara abbiamo proposto diversi cicli di laboratori che dal libro hanno condotto ad attività creativo-pittoriche, laboratori per bambini e incontri per adulti con autori come Gek Tessaro,  Giusi Quarenghi, Guido Quarzo, Silvana de Mari, ma anche workshop di illustrazione con Marina Marcolin. Ma sono i percorsi sulla città e sulla natura, costruiti su misura per Mazara, che ci hanno dato il senso profondo del  lavorare con i giovani sul territorio, per dare loro occasione di rinnovare uno sguardo sui luoghi, scoprirli per elaborare nuove visioni del reale.

Con Occhi Bambini in città e Campagna delle Meraviglie abbiamo sperimentato con i bambini nuovi modi di leggere quello che ci circonda. Con le performance Colori in corso, una gessettata svolta in corso Umberto e L'Albero di Natale dei Bambini, un'opera bidimensionale di circa 10 metri di altezza, i bambini hanno potuto agire in uno spazio pubblico modificandolo e rendendolo a loro misura.

Con queste azioni si è portato all'evidenza degli adulti lo sguardo dei bambini, il loro modo di vivere la città e i loro desideri su di essa.

A Palermo invece hanno più successo i progetti di promozione alla lettura che ormai da anni sviluppiamo in rete con scuole di ogni ordine e grado.

Va sotto il nome di Autori in città  il percorso di lettura realizzato in collaborazione con l'Institut Francais di Palermo e il Goethe-Institut-Palermo. Autori in città è ormai giunto alla sua terza edizione, coinvolge 15 scuole e  porta in città autori italiani e stranieri.

La collaborazione degli enti stranieri, di alcuni editori del settore e l'interessamento degli insegnanti fanno sì che il progetto sia realizzabile. In un momento di vacche magre, le scuole non hanno soldi da investire e, grazie alla forte motivazione delle insegnanti, siamo riusciti a trovare modalità alternative di contributo diretto che fanno sì che Autori in città esista e cresca ogni anno di più.

Purtroppo questo non è ancora avvenuto a Mazara e con dispiacere abbiamo dovuto arrenderci al fatto che sia gli enti comunali che gli istituti sensibilizzati, nelle persone dei dirigenti e degli insegnanti incontrati, non hanno trovato il modo e la motivazione sufficiente per abbracciare il progetto. Questo ci rammarica molto perché privare i bambini di un'esperienza formativa e culturale così importante come leggere buona letteratura e avere occasione di  incontrare autori, riconosciuti in Italia e altrove come tra i migliori di questo contemporaneo ci sembra davvero un peccato e una responsabilità.

 

                 

 

Perché tanta passione per la letteratura per l’infanzia?

Perché tanta passione per la letteratura direi! Non esiste la distinzione fra letteratura per ragazzi e per adulti, la buona letteratura è letteratura punto e basta. Un buon testo, definito per l'infanzia, è un buon testo per lettori di ogni età e in ogni tempo.

E' importante fare avvicinare i bambini e i giovani alla lettura, perché solo attraverso i libri possiamo sviluppare il nostro immaginario, diveniamo capaci di sviluppare un pensiero critico e autonomo, siamo in grado di stare al mondo, di conoscere l'altro, di rispettare ciò che ci circonda, di farci individui completi.

La promozione alla lettura è quindi un impegno necessario, soprattutto in questo presente dove tutto sembra essere più allettante di una pagina scritta, dove i mass media tendono ad alimentare la cultura massificata e stereotipata che annebbia le menti e rende tutti incapaci di distinguere il bello dal brutto, il necessario dal superfluo.

Oggi, sottoposti a ritmi incalzanti, i bambini sono inghiottiti da programmi televisivi caotici, da cartoni spesso discutibili, da giochi e videogiochi a volte violenti e progettati su azione e velocità, e in tutta questa gamma di proposte la lettura è l'unica ad aiutarci a mettere ordine al caos che ci circonda e ci abita, la lettura ci porta su altri mondi, dilata i tempi di attenzione e crea relazioni di senso con gli altri.

Quello che noi proviamo a fare è dare ai bambini e ai giovani, piccoli suggerimenti di lettura, indichiamo percorsi, consigliamo libri necessari, imperdibili, per lasciare poi ai giovani la gioia e la fatica della lettura che si fa crescita.

 

La rubrica si chiama, IN ASSOCIAZIONE. Dai un significato alla frase: UNA CITTA’ IN ASSOCIAZIONE …

La città in associazione sarebbe un sogno che si realizza. Certamente il momento storico che viviamo ci porterà a sviluppare sempre nuove forme di partecipazione e aggregazione, quindi stare insieme, associarsi sarà, se non è già, il nuovo modo di stare al mondo. Credo anche, fuori da ogni retorica, che condividere significhi anche rispettare le specificità, le competenze e la professionalità di ogni soggetto e realtà presente nel territorio. Se alla base della condivisione non c'è questa onestà intellettuale, per cui ognuno mette del proprio senza essere tentato ad accentrare, domani, tutto su di sé, allora sì che la città in associazione potrà esistere.  Credo che un modo attraverso cui potremmo imparare a stare insieme, nel rispetto delle competenze altrui, possa essere quello di cominciare ad agire nel territorio, prenderci cura di spazi della città, fare per imparare a condividere, rimboccarci le maniche per agire e modificare i luoghi, questo potrebbe creare nuove socialità e potrebbe renderci tutti più saggi.

 

  info@oliverlab.it  -  www.oliverlab.it        Via mons. Audino 11

  twitter    @OliverLab                                        Tel. 328.9694977

  facebook: OLIVER

 

  

Guido Quinci 

19-11-2013

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