La notizia è trapelata soltanto adesso ma ciò non toglie nulla all’importanza dell’episodio che rivela ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, la grande umanità dei pescatori di Mazara del Vallo e della sua marineria, tanto gravata negli ultimi anni da diverse problematiche che ne stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza, nel “non girarsi dall’altra parte” e nel soccorrere persone che chiedono aiuto in mare, soprattutto migranti disperati che rischiano la morte nell’attraversare il Canale di Sicilia.
Erano circa ore 12 dello scorso 24 ottobre quando il motopesca mazarese “Boccia II” (in foto di copertina), con a bordo un equipaggio di 7 persone, fra i quali mazaresi, tunisini, e marinai sub sahariani, stava pescando nel Mediterraneo centrale. Ad un certo punto via radio il comandante Raffaele Ameli viene contattato dalle Autorità marittime che segnalano al peschereccio la vicinanza di un barcone a circa 30 miglia nord-est di Linosa. Il mezzo, partito da un porto nordafricano, con a bordo un centinaio di migranti fra uomini, donne e bambini avrebbero chiesto assistenza a causa delle grosse difficoltà con il serio rischio di affondare. Immediatamente il comandante del peschereccio mazarese ha fatto rotta verso il barcone e dopo averlo avvicinato i pescatori hanno fornito assistenza in attesa dell’arrivo da Lampedusa di un’unità navale speciale italiana per imbarcare i disperati che stavano tentando di raggiungere le coste siciliane.
Fornita assistenza il motopesca “Boccia II” ha ripreso la sua bordata di pesca.
L’armatore del “Boccia II” Maurizio Giacalone, informato dal comandante Ameli su quanto avvenuto, ha così commentato: “la marineria di Mazara del Vallo pur nelle difficoltà attuali nel condurre le attività di pesca in areali sempre più limitati e sottoposti sempre più a divieti sono sempre pronti e non si tirano mai indietro di fronte al pericolo di perdita di vite umane. Questo è anche un messaggio per le autorità italiane e per quelle europee affinchè tutelino il mestiere dei pescatori, veri angeli del mare”.
Francesco Mezzapelle