Funduq, il cafè culturale mazarese

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
13 Febbraio 2020 16:58
Funduq, il cafè culturale mazarese

Lunga, ormai, è la storia in Europa e in Italia dei cosiddetti “cafè letterari”. Come tutti i “ritrovi” hanno vissuto, nel tempo,  epoche d’oro e di decadenza. La nascita dei primi caffè letterari in Europa è da collocare sul finire del ‘600. Con l’avvento dell’Illuminismo francese raggiungono un successo senza precedenti.  Si racconta che solo a Parigi, alla fine del ‘700, si contassero già 300 caffè diventati, luoghi nei quali decine di giovani intellettuali si adoperavano discutendo di arte, libri, storia, attualità, costumi sociali, musica.

Così, qualche tempo dopo, avvenne in Inghilterra dove le Coffee Houses misero assieme scrittori, poeti e uomini d’affari che discutevano di nuovi investimenti, libri, arte, scoperte scientifiche. L’800, e più ancora il ‘900, segnò, anche in Italia, la nascita di numerosi caffè letterari dove famosissimi scrittori, poeti, artisti ed  intellettuali amavano ritrovarsi. Per tutto l’Ottocento e fino alla prima parte del Novecento, i caffè letterari hanno rappresentato il ritrovo privilegiato per intellettuali e artisti.

Scrittori, pittori, filosofi, scultori e ogni genere di mente illuminata avevano scelto questi bar per confrontarsi e scambiare idee. Non a caso, movimenti e rivoluzioni culturali come il Futurismo e le Neoavanguardie hanno visto la luce proprio davanti a una tazza di caffè, la bevanda che più di tutte ha incarnato la modernità. Per rimanere in Italia, ricordiamo il Caffè “Michelangiolo” (dove si davano convegno gli esponenti del movimento i Macchiaioli) e il Caffè “Giubbe Rosse” di Firenze, frequentato dai futuristi Marinetti, Carrà e Boccioni, ma anche Ungaretti e Vittorini; il Caffè “Florian” di Venezia, dove si sedevano ai suoi tavolini Carlo Goldoni, Giacomo Casanova, Goethe, Marcel Proust, Charles Dickens; l’Antico Caffè “Greco” di Roma, dove s’ incontravano personaggi come Wagner, Stendhal, Lord Byron; il Caffè Pasticceria “Pirona” di Trieste dove tra i suoi avventori ricordiamo James Joyce, Italo Svevo e Umberto Saba ed, infine, il  Caffè “Gambrinus” di Napoli che tra i suoi illustri frequentatori citiamo Gabriele D’Annunzio, Oscar Wilde e Matilde Serao.

Negli ultimi anni, forse per sopperire la mancanza dell’offerta culturale delle istituzioni, ormai in crisi economica e di valori perenni, si assiste alla nascita crescente, anche in zone di provincia come la nostra, di questi  luoghi d’incontro. Anche Mazara ha visto la nascita di un cafè culturale, il Funduq di Ciccio Dado e Paolo Novena. Il locale è ubicato nella suggestiva piazzetta Immacolata, a due passi da Piazza Chinea, nel cuore del centro storico. Dal mese di maggio il Funduq ha ospitato la mostra “Percorsi dell’anima” di Tania Lombardo, presentata da David Camporeale e, l’ultima, in ordine di tempo, s’inaugurerà il 14 febbraio, alle ore 18,00,  e vede esposte le opere dell’artista  serbo,  Dragan Spasic.  L’idea del “Funduq culturale” è quella di dare spazio e valorizzare  il lavoro degli artisti mazaresi e non.

 Per i prossimi mesi sono in calendario, al momento, altre quattro mostre e, in occasione del Centenario della nascita del grande artista mazarese Pietro Consagra, ad una mostra fotografica interamente a lui dedicata. I proprietari del “Funduq”, oltre all’arte, pensano di aprire il loro spazio, anche,  agli autori di libri ed ai musicisti, con momenti di lettura, presentazioni e piccoli concerti? La foto: Un dipinto di Tania Lombardo, l’insegna del “Funduq” e due lavori di Dragan Spasic Giacomo Cuttone

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