"Primo maggio di fuochi nelle sciare protette del mazarese"

Il naturalista Enzo Sciabica evidenzia la situazione e la mancanza di vigilanza e prevenzione da parte Enti preposti

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
03 Maggio 2025 08:39

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota da parte del naturalista mazarese Enzo Sciabica. Ecco quanto si legge:

"Come segnalato più volte agli Enti preposti al controllo degli incendi boschivi e della vegetazione delle aree assimilate ai boschi di cui alla L. 353/2000, alla L. r. 14/2006 e agli Artt. 3 e 4 del D.Lgs. n. 34 del 3/4/2018, i roghi iniziano a colpire la vegetazione delle Sciare del Mazarese (ZSC ITA010005 e ZPS ITA010031) sin dall’inizio del mese di aprile. Il fatto che quest’anno non si sono verificati incendi sino a quasi la fine del mese, lasciava pensare che la propaganda contro gli incendi boschivi e della vegetazione assimilata cominciasse a dare i suoi frutti.

Il giorno 27 è stata registrata la prima bruciatura che non ha destato eccessivo allarme, data l’estensione circoscritta. Errore madornale dato che il primo di maggio ettari ed ettari di territorio a sciara, con quanto rimane della gariga e degli arbusteti mediterranei, sono andati in fumo. E dire che la Regione ha speso un sacco di soldi per la redazione del “Piano di gestione” di questo territorio protetto e dire che ininterrottamente è stata sollecitata, sin da quando ha emanato la L.

r. 14/2006, affinchè facesse qualcosa per evitare che scomparisse dalle nostre sciare finanche la tipica, resistente al fuoco, fino ad un certo punto, “palma nana”. Né vigilanza, né prevenzione quindi, se non una significativa nota, prot. 65222 del 17 ottobre 2011, firmata da un Signor direttore generale del Dipartimento regionale Ambiente, in cui invitava: “Gli Enti in indirizzo, ognuno per le proprie competenze, a provvedere a un’efficace tutela e prevenzione dell’area da attività e impatti antropici non compatibili con la salvaguardia del sito, in primo, il succedersi dei deleteri e ripetuti incendi, a carico della macchia a Palma nana.

Infine si chiede di valutare l’attivazione di opportuni interventi naturalistici e forestali, tesi a ripristinare o a incrementare le componenti floristiche presenti nella citata area di tutela comunitaria”. Niente di tutto questo se non l’insopportabile scaricabarile che ne seguì tra gli Enti ai quali la nota fu indirizzata. Oggi, primo maggio, oltre alle palme nane bruciate (a tappeto) ha colpito la presenza dei tanti uccelli (alcune specie hanno perso i nidi), spaesati e costretti a vagare lungo le strade che passano per le sciare, lungo gli elettrodotti, sugli arbusti rimasti indenni.

E dire che la L. r. 14/2006 sembrerebbe prescrivere addirittura l’ “espropriazione o l’occupazione temporanea dei boschi”, come da Art. 41: “ I boschi che si trovino in condizioni di eccentuato degrado, il dirigente generale del dipartimento regionale ordina ai proprietari l’esecuzione dei necessari interventi di ripristino e ne fissa il termine. In caso di inottemperanza dei proprietari, il dipartimento regionale delle foreste ordina l’espropriazione o l’occupazione temporanea dei boschi.

In caso di occupazione temporanea, ai proprietari non è dovuta indennità”. Qui, invece e sempre in barba alla legge, c’è chi continua a cacciare o a pascolare nelle sciare con vegetazione protetta bruciata, c’è chi continua a bonificare (pur in assenza di Valutazione d’Incidenza Ambientale, come se non ci fossero i Comuni) e ad impiantare oliveti o vigneti o colture in serra. A quale santo bisogna rivolgersi per evitare che lo scempio continui?"

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