Eolico OffShore: perché dire NO ad un progetto inutile e superato

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
22 Luglio 2013 14:16
Eolico OffShore: perché dire NO ad un progetto inutile e superato

Chi come me ha fatto delle energie rinnovabili la base della sua attività professionale, ne conosce i meccanismi ed i principi tecnici di funzionamento, e ne ha compreso il valore inestimabile agli albori, ogni progetto che sfrutti sole, vento, terra, mare o altro è certamente

interessante e per questo degno delle massime attenzioni da parte di tutti, dai cittadini alle autorità. Per chi come me, in generale, è per il SI ai grandi progetti ed alle innovazioni, fare delle riflessioni accurate e non superficiali diviene un obbligo ed uno stimolo allo studio e alla analisi quanto più oggettiva possibile di ogni caso.E tale analisi oggettiva suggerisce che non possiamo pensare lontanamente di abbandonare la via delle rinnovabili, della diversificazione energetica, della generazione distribuita e delle smart-grid (reti "intelligenti"),

E' necessario tenere sempre presente il rapporto costo/beneficio che quella tecnologia apporta all'ambiente, intendendo per "ambiente"non solo lo spazio fisico nel quale viviamo ma un insieme più complesso e completo di variabili, dallo spazio al benessere, alle risorse, agli individui.

Nel corso degli ultimi anni ci sono stati diversi tentativi importanti di realizzazione di parchi eolici off-shore, ossia realizzati in mare, ed in particolare nel canale di Sicilia, dalle coste di Gela fino ai banchi Avventura e Talbot tra Mazara e Pantelleria, ma tutti, sebbene qualcuno fosse veramente innovativo ed interessante, sono stati fermati per diverse motivazioni. In generale si prova a realizzare parchi off-shore in quanto in mare la disponibilità della fonte primaria (in questo caso il vento) è non solo maggiore ma anche migliore e più costante, variabile quest'ultima molto importante nei progetti di impianti alimentati a fonte rinnovabile! In questo modo si massimizza la produzione di energia per KWp installato, rendendo certamente economicamente più vantaggioso il progetto.

Il beneficio ambientale è dato dalla produzione di energia cui corrisponde una riduzione proporzionale di emissioni di CO2 in atmosfera. Quello che interessa è quindi produrre quella quantità di KWh elettrici e immetterli in rete. Ma è sulla rete che voglio fare qualche considerazione: la rete elettrica siciliana e quella trapanese in particolare è vecchia e spesso inadeguata.

La maggior parte del nostro territorio è infatti "area critica", ossia un'area dove si registrano inversioni di flusso nei trasformatori primari e l'energia, che non riesce ad essere assorbita dalle utenze locali, fluisce verso la rete principale. I trasformatori esistenti sono incapaci di poter garantire il corretto assorbimento e la rete viene definita satura. Con questa motivazione, ad esempio, ENEL sta bloccando impianti decisamente piccoli (anche qualche decina di KWp) in quanto la rete non è in grado di assorbire quella potenza.

E nonostante si potrebbe obiettare che impianti così grandi consegnano direttamente sulla rete di Alta Tensione tramite la realizzazione di nuove centrali primarie di conversione, si può far notare che, in linea di massima la Sicilia produce più energia di quella che riesce a consumare e quindi quella in eccesso dovrebbe fluire verso l'Italia. Dovrebbe, perché in realtà il vecchio elettrodotto che collega la Sicilia all'Italia attraverso lo stretto di Messina è inadeguato ed insufficiente per l'attuale capacità di generazione siciliana e Terna ha già tagliato fuori dai nuovi programmi di sviluppo della rete di distribuzione la Sicilia.

Perché quindi produrre questa grande quantità di energia rinnovabile in più scegliendo di utilizzare il mare siciliano che invece è una grande risorsa per altri versi? Perché scegliere di produrre grandi quantità di energia da trasportare attraverso KM di elettrodotti aumentando le perdite anziché valorizzare la piccola generazione distribuita? La tecnologia off shore, soprattutto quella utilizzata in questo progetto, non è certo innovativa visto che da anni viene utilizzata in molte parti del mondo, dove però, le alternative effettivamente non sono molte e non c'è un paesaggio importante da tutelare.

Se infatti tra i costi inseriamo l'impatto paesaggistico oltre che ambientale sui nostri fondali che non sono sabbiosi o melmosi, ma ricchi di vita e biodiversità, il rapporto costi/benefici sale notevolmente e i vantaggi per "l'ambiente" non sono poi così tanti.Alternative ce ne sono tante, a cominciare proprio dall'adeguamento della rete e dallo sblocco della piccola generazione distribuita. Se quello che interessa alla collettività è produrre un certo numero di KWh si potrebbero ad esempio sostituire i primi aerogeneratori installati in Sicilia con generatori più nuovi che arrivano fino a 3 – 5 MWp ciascuno quintuplicando la potenza installata (previo verifica delle condizioni di vento). L'eolico off-shore oggi, più che una risorsa o una opportunità, pare proprio quella bandierina per dire "CE L'ABBIAMO ANCHE NOI" ...anche se nessuno a quanto pare lo vuole davvero. (Giacomo D'Annibale)

22-07-2013{fshare}

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