L'ottavo puntata della rubrica estiva, e cioè la rappre- sentazione fotografica dell'inciviltà di alcuni strati della popolazione mazarese, riguarda il deposito di spazzatura ed il degrado presente all'interno dell'oasi protetta di Capo Feto.
In questi anni sono state numerosissime le segnalazioni di rifiuti abbandonati nell'area da parte di cittadini incivili. L'ultima segnalazione (vedi foto 1 e 2 allegate) ci è pervenuta da un cittadino che si trova in vacanza nella sua citta natia e che recandosi nella bellissima spiaggia di Capo Feto, meta anche di amanti del kyte surf, ha notato il diffuso abbandono di rifiuti di ogni genere.
Il sito è una delle poche aree totalmente protette rimaste in Sicilia e definita, vista l'importanza comunitaria, come "zona Ramsar". L'area, estesa circa 400 ettari (divisa a metà fra i comuni di Mazara e Petrosino). Attraverso fondi europei, l'ex Provincia di Trapani ha usufruito negli ultimi anni sino al 2009, nell'ambito del Progetto "Life" ed altri progetti, di una cifra prossima ai 4 milioni di euro per il mantenimento dell'area di grande interesse faunistico ed ambientale, vedi la presenza di molte specie migratorie che si fermano nella zona umida. Con il progetto "Life" alcuni terreni ricadenti nella zona dovevano essere acquisiti ma alcuni proprietari dopo non aver ricevuto nessuna somma per gli espropri hanno reimpiantato vigne ed altre colture.
Inoltre qualche anno fa vi è stato un intervento della Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, settore Ambiente e Territorio, che ha realizzato dei lavori nella parte nord-ovest della palude, lato Petrosino, ricavando due stagni, ma terminate le somme sono stati lasciati cumuli di terra.
In generale la zona è totalmente abbandonata. Qualora un ispettore dell'XI Dipartimento della Commissione Ambiente dell'UE venisse a fare un'ispezione su Capo Feto e su altri siti Zps (zona protezione speciale) potrebbe scattare una procedura ammnistrativa di infrazione nei confronti dell'Italia".
L'anno scorso venne beccato in flagranza di reato un privato intento a "ripulire" abusivamente un'area protetta. Purtroppo nella stessa area protetta, dove si sono più volte registrati sbarchi di migranti e presenze inquietanti, vengono perpetrati altri illeciti ambientali in primis l'abbandono indiscriminato, e ciò è evidente basta farsi un giro per notare cumuli di sfabbricidi, eternit, elettrodomestici e quanto altro.
Francesco Mezzapelle
26-08-2014 12,30
{fshare}