Chiraema, rigenerazione urbana: recupero, riuso o riqualificazione?

Approfondimento sul Vicololuna Farm Cultural Park di Favara

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
18 Agosto 2023 12:59
Chiraema, rigenerazione urbana: recupero, riuso o riqualificazione?

Quando si parla di rigenerazione urbana si fa riferimento non soltanto a quelle operazioni che rendono vivibile l’ambiente urbano attraverso un minor consumo di suolo e un riuso più sostenibile dei nuclei urbani in abbandono, ma anche alle azioni che consentono di rivedere la rete delle centralità e dei luoghi di riferimento, introducendo usi ed attività miste compatibili ed integrandole in sistemi più ampi.

La città di Favara, in provincia di Agrigento, già largamente conosciuta grazie alla rivoluzione innescata negli ultimi 10 anni dal Farm Cultural Park, è un modello esemplare di come la rigenerazione urbana vada oltre il semplice concetto di “recupero”, “riuso” o “riqualificazione”, ma sia piuttosto un’azione pubblica e/o privata che determina un accrescimento di valori economici, culturali, sociali in un contesto urbano o territoriale esistente; e l’architettura partecipa in prima linea al rinnovamento culturale.

Poco distante da Farm Cultural Park nasce nel 2016 QUID vicololuna, un comparto urbano ubicato ai margini del centro storico di Favara il cui nome deriva dall’omonimo vicolo. “Vicolo Luna” è un centro polivalente, in cui si aprono spazi alla convivenza civica, al ristoro, alla possibilità di riunire pensieri e persone in un luogo che accoglie, nella coerenza di un progetto d’architettura che crede nei valori civili del costruire.In questo processo di rigenerazione coesistono due temi fondamentali che descrivono la natura dell’intero progetto: quello della conservazione e quello della nuova architettura, all’interno di un tessuto complesso nel quale convivono vecchi e nuovi fabbricati, spazi pubblici e semipubblici strutturati in piazze, strade storiche, vicoli, slarghi, corti e giardini.

Il progetto si basa quindi sul recupero delle antiche case e i loro cortili e spazi annessi, ormai in forte stato di degrado, ripensandoli come un unico centro culturale contenente diverse funzioni d’uso: spazi per la degustazione, spazi ricettivi diffusi, cortili contemporanei e giardini capaci di ospitare eventi. La prima fase del progetto, la più consistente dal punto di vista degli interventi, consiste nel riuso di un vecchio Palazzo signorile, delle stalle e del giardino. Dovendo assolutamente rispettare la volumetria del fabbricato, si è adottato un intervento di tipo sartoriale, sottraendo, integrando, con interventi puntuali e decisi.

È stato conservato quanto più possibile le spesse murature esistenti, senza sconvolgere la pianta originaria e tutti quegli elementi che caratterizzavano l’architettura dell’edificio.Dal punto di vista architettonico l’obiettivo è di valorizzare al massimo ogni spazio, utilizzando un linguaggio minimale, espresso da una scelta di materiali naturali e ambienti interni neutri grigi e bianchi, alternando contorni puliti e lisci con pareti di cemento grezzo inserite in punti opportunamente studiati.

Particolare cura è stata posta per il recupero e il riutilizzo dei materiali originali, che sono stati rimossi, classificati e rimontati in modo moderno: le porte interne, ad esempio, così come la scala in marmo di Carrara o le piastrelle, originariamente sul pavimento e ora riutilizzate come strato decorativo per le pareti interne. Materiali come il cemento resinato e il pavimento in legno naturale sono ulteriori protagonisti degli spazi. L’ambiente esterno è composto da una corte con giardino: un luogo di respiro e riflessione, che ibrida sapientemente la fruizione tradizionale di questo spazio con la funzione di accoglienza e ospitalità.Quid ha trasformato delle rovine abbandonate in un suggestivo luogo di incontro, diventando un hub di riferimento per tutti i residenti e gli ospiti della città.

Una rivisitazione architettonica contemporanea di vecchi edifici che, pur mantenendo il loro gusto originale, si inserisce perfettamente all’interno di quella visione rivoluzionaria cominciata da Farm Cultural Park, che ha reso Favara protagonista della rigenerazione urbana negli ultimi dieci anni.

Il progettista

Arch. Lillo Giglia

Lillo Giglia è un architetto che dal 2004 svolge attività professionale singola e associata, realizzando interventi di architettura residenziale, architettura degli interni, architettura sacra, allestimenti artistici e interventi di recupero nei centri storici ricevendo riconoscimenti significativi nel panorama internazionale e raccogliendo consensi da parte della critica e della stampa specializzata. Collabora alle attività didattiche presso la Scuola Politecnica di Palermo. È socio fondatore dell’associazione F.U.N. (Favara Urban Network), di spaB (società per azioni Buone) e membro attivo (ambassador) di Farm Cultural Park. Nel 2018 è stato uno dei 60 architetti selezionati da Mario Cucinella per esporre al Padiglione Italia (Arcipelago Italia) della XVI Mostra internazionale di Architettura a Venezia 2018.

Con il progetto QUID Vicololuna, ha vinto il primo premio RI.U.SO_05 (Venezia 2016), promosso dal CNAPPC, il primo premio Mediterranean “Mimar Sinan” Prize (Istanbul 2018), il BigSEE Tourism Design Award 2020 (Lubiana 2020) e il primo premio IN/ARCH Sicilia/Calabria (interventi di rigenerazione urbana). Attualmente è impegnato a numerose manifestazioni legate al mondo dell’architettura.

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza