“Una punta di Sal”. Il sogno di Sebastiano Tusa: “Roccazzo parco archeologico”

Sito risalente al neolitico per il quale l’Amministrazione potrebbe “sollecitare” la Regione per la sua valorizzazione

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
07 Luglio 2024 11:43
“Una punta di Sal”. Il sogno di Sebastiano Tusa: “Roccazzo parco archeologico”

La nuova amministrazione comunale di Mazara, guidata dal rieletto sindaco Salvatore Quinci, avrà il compito di sollecitare la Regione Siciliana perché Roccazzo venga valorizzato come un bene culturale di sommo interesse, altrimenti è destinato a perdersi per l’incuria degli uomini. Occorre una visita in questa straordinario territorio per rendersi conto che a Roccazzo potrebbe nascere un parco archeologico unico In Sicilia e forse in Italia, risalente al neolitico. “Si dovrà curare molto l’aspetto storico -spiega l’architetto Mario Tumbiolo che conosce molto benela realtà di Roccazzo per averne studiato anche gli aspetti più reconditi.

Ma bisogna guardare anche l’aspetto geografico e la qualità delle rocce calcaree. Roccazzo è stato il sito più studiato negli ultimi anni, tramite campagne sistematiche di scavi archeologici e l’area, tra l’altro, risulta fortunatamente intatta e costituisce una importante testimonianza dell'originaria fisionomia del paesaggio naturale del sito. L'abitato in particolare è costituito da capanne rettangolari di notevoli dimensioni, costruite in legno con una palizzata continua, piantata saldamente in una trincea scavata nella roccia, dove vi sono le tombe, tipica è quella a pozzetto cilindrico e grotticella singola.

Il sito archeologico di Roccazzo è ubicato nei pressi della frazione agricola di Borgata Costiera che dista dal centro urbano di Mazara una decina di chilometri. L'area di interesse archeologico è di rilevanti dimensioni, sviluppandosi per circa 20 ettari su di un sopralzo di roccia calcarea del tipo che localmente viene definito “magaggiara”. Si tratta di un imponente insediamento eneolitico, con grandi capanne a forma di barca e numerose tombe a pozzetto. Nel 2008 il sito è stato oggetto di una campagna di scavi diretta da Sebastiano Tusa (in foto nel riquadro), che ha permesso il rinvenimento di numerose tombe e capanne eneolitiche, oltre a ceramiche neolitiche e dell'età del bronzo e, nella parte più occidentale, di un complesso edificio greco probabilmente databile alla prima fase di colonizzazione del territorio di Selinunte.

Questo è un tesoro –ha esclamato Tusa al momento del rinvenimento- Mai visto un simile insediamento di neolitico”. “La scomparsa di Sebastiano Tusa – afferma Tumbiolo - ha posto un freno alle ricerche perché sappiamo che avrebbe voluto sviluppare l’insediamento in altri particolari. Speriamo che il progetto venga ripreso dall’Assessorato regionale ai Beni Culturali”.

Non è stato più ripreso, per questo motivo chiediamo alla nuova amministrazione comunale di farsi carico della realtà di Roccazzo e realizzare quel parco archeologico che sarebbe di straordinario interesse storico e turistico. Dell'insediamento abitativo sono rimaste solamente le trincee di fondazione di 4 capanne di forma rettangolare, di dimensioni 7⨯16m. Nella necropoli sono state invece rinvenute 47 tombe, ognuna adibita all'inumazione di un solo cadavere, ad eccezione della n. 29, che ospitava 14 individui.

Potrebbe nascere un parco archeologico di grande attrattiva turistica – spiega Tumbiolo - e una formidabile attrazione anche per studiosi. Qui ci sono tutti gli elementi per erigere il parco. Occorre un progetto adeguato e relativi finanziamenti che potrà effettuare la Regione Siciliana”. L’abitato era costituito da capanne rettangolari di notevoli dimensioni che probabilmente erano costruite in legno con una palizzata continua piantata saldamente in una trincea scavata nella roccia ed erano dotate di siloi e conchette di contenimento o funzionali alle principali attività degli abitanti.

La trincea scavata nella roccia fungeva da base per la palizzata che sorreggeva la capanna. Senza dubbio è uno dei siti preistorici più importanti della Sicilia occidentale. Lambisce ad Est la valle del Màzaro dove il pianoro assume la configurazione di una vera e propria roccaforte naturale circondata da ripidi pendii che costituiscono una indubbia difesa naturale. Soltanto sul fianco occidentale tale area è collegata al resto del territorio pianeggiante. A est la parte distale del pianoro fronteggia l’antistante pianoro della Meta.

Nella gola che si crea tra i due rilievi passa l’attuale strada provinciale Salemi-Mazara del Vallo che ricalca uno dei percorsi storici più antichi di collegamento fra il mare e l’entroterra trapanese.“Quasi tutte le tombe – spiega Tumbiolo, che ha guidato negli anni molti visitatori- furono adoperate per una sepoltura singola compiuta in posizione rannicchiata o supina. Il corredo funerario, trovato all’interno delle tombe, non era ricco, generalmente era costituito da ciotole verniciate in rosso e un dente di squalo.

Una delle caratteristiche del sito, oltre alle tombe, è che vi sono i resti delle capanne”. Il sito, testimonianza del nostro passato, non è facile da raggiungere, non esiste nemmeno una chiara segnaletica ma bisognerebbe anche curare un facile percorso per inoltrarsi nel sito che dovrebbe essere curato con l’eliminazione di talune erbe selvatiche e lasciare intatta la flora spontanea. Il sogno di Tusa del parco archeologico è sempre più vivo che mai, per realizzarlo occorre volontà e tanto lavoro.

Salvatore Giacalone

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