"Una punta di Sal". Ai margini della società. Il "caso" di Mazara 2

Un quartiere, spesso al centro delle cronache, che sembra dimenticato e ove mancano diversi servizi...

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
06 Luglio 2025 12:19

Vivere ai margini della società si  può diventare delinquenti? Sì, vivere ai margini della società può aumentare il rischio di diventare delinquenti, ma non è una conseguenza automatica. L'espressione "vivere ai margini" si riferisce a situazioni di emarginazione sociale, economica o culturale, che possono portare a una serie di problemi, tra cui la criminalità. Tuttavia, la relazione tra marginalità e delinquenza è complessa e non univoca. Le persone che vivono ai margini della società sono quelle che, per vari motivi, non riescono o non possono integrarsi pienamente nel tessuto sociale, trovandosi in situazioni di esclusione e vulnerabilità. Queste persone possono includere individui senza fissa dimora, immigrati irregolari, ex detenuti, persone con disabilità, anziani soli, e coloro che sono colpiti dalla povertà o dalla disoccupazione. 

A Mazara c’è il ”caso”  Mazara 2. Vi abitano dalle 1500 alle 1800 persone, distribuite in 27 palazzine. Sono di proprietà del Comune perché costruite dopo il terremoto del 1981 attraverso la legge 536 in cui furono stanziati 24 miliardi delle vecchie lire per realizzare un villaggio per chi è rimasto senza tetto o con abitazioni fortemente lesionate. Ma da anni il quartiere è diventato una piaga, ridotto male anche per le opere murarie degradate ma anche  socialmente perché non inserito nel contesto  della città e non solo perché distante dal centro urbano.

Quasi nessuno paga l’affitto malgrado i diversi tentativi fatti dal Comune negli anni perché gli inquilini spesso cambiano o i primi assegnatari sono deceduti lasciando in “eredità” ai figli l’appartamento che risulta consegnato e “assegnato” ma non dato in proprietà. Non ci può essere, quindi, nemmeno compravendita. Nel 2020, il sindaco Salvatore Quinci eletto nel 2019, visitò Mazara 2 per rendersi conto di questa grande periferia. “Con i residenti – disse il sindaco  in quel primo approccio - abbiamo iniziato un percorso di dialogo su tematiche sensibili, scambiando idee, proposte e anche criticità, con la promessa di incontrarci periodicamente per programmare azioni da mettere in campo che possano migliorare la vita sociale e dare il giusto decoro al quartiere”.

Sono trascorsi 5 anni e c’è stata la rielezione di Quinci a primo cittadino, il quartiere però mostra ancora molti disagi e molte piaghe legate alla criminalità. Inutile nasconderlo, a  Mazara 2, l’emarginazione ha portato a sviluppare notevoli fatti delinquenziali, tanto che il quartiere è presidiato da una caserma dei carabinieri, notte e giorno. Oggi Mazara 2, sorta come nome forse sull’esempio di Milano 2, si trova di fronte a bisogni incontenibili che necessitano di risposte più strutturate.

Ricordiamo che anni fa è stato ammesso a finanziamento un progetto di “Social Housing” dell’IACP di Trapani con fondi della Comunità europea, pari ad euro 3.840.000,00 destinati alla riqualificazione dei due istituti scolastici di “Mazara 2” che dovevano essere trasformati in alloggi popolari ed in un grande luogo di animazione sociale per i giovani del posto. Un primo passo insomma, per restituire dignità ai residenti. Non è successo nulla. Nel quartiere, ove gli arresti non mancano legati al traffico di droga e altro, dove c’è una chiesa che raduna fedeli che pregano per una vita migliore del quartiere, ma dove crescono le erbacce e mancanza  di pulizia nelle strade, non esiste un’attività commerciale, non c’è un bar, un luogo di ritrovo, un mercato dove fare la spesa, una farmacia, non c’è nulla, soltanto il silenzio della via principale “7 giugno 1981” e delle strade limitrofe con le auto di piccola e media cilindrata parcheggiate sotto casa. Gli abitanti di queste periferie emarginate, spesso affrontano difficoltà nell'accesso a servizi essenziali come  assistenza sanitaria e istruzione, e possono essere oggetto di pregiudizi e discriminazioni.

La marginalità sociale può anche derivare da fattori come la mancanza di supporto familiare, la dipendenza da sostanze, o esperienze di violenza. Le storie di chi vive ai margini spesso raccontano di resilienza e di lotta per la sopravvivenza, ma anche di bisogno di inclusione e di riscatto. In sintesi, chi vive ai margini della società sono persone escluse dai circuiti principali dell'inclusione sociale, e vivono spesso in condizioni di vulnerabilità e fragilità. L'emarginazione, infatti,  può portare a un processo di etichettamento, in cui la società considera i membri di questi gruppi come "devianti" o "pericolosi".

Questo può portare a un circolo vizioso, in cui le persone emarginate interiorizzano queste etichette e agiscono  di conseguenza. Le disuguaglianze, come la povertà e la mancanza di accesso all'istruzione, sono state associate ad un aumento della criminalità, soprattutto tra i giovani. C’è però un’altra faccia della medaglia. Alcune persone vivono ai margini della società e non diventano delinquenti, dimostrando resilienza e capacità di trovare alternative positive, come attività di volontariato o di aggregazione sociale.

Bisogna specchiarsi in queste realtà, Mazara 2 può uscire dalla sua emarginazione, occorre la volontà dei suoi stessi abitanti, un grido che arrivi fino al centro urbano, un segnale di rinascita.

Salvatore Giacalone 

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