C’è un risveglio improvviso dei giovani mazaresi. Inaspettato e sorprendente. Giovani che si confrontano e partecipano con iniziative coinvolgenti. Nei giorni scorsi “Mezzo festival” è stato un esempio, una rassegna musicale e culturale che si è tenuta nel Giardino dell’Emiro, organizzata da Mezza APS, associazione di promozione sociale attiva sul territorio regionale, patrocinato dal Comuni di Mazara del Vallo, Castelvetrano, Partanna e Petrosino, nonché con il patrocinio oneroso del Libero Consorzio Comunale di Trapani.
Un luogo fisico “Il Giardino dell’Emiro” che è stato trasformato in un villaggio attivo, “un luogo dove sostare, vivere e lasciarsi attraversare da esperienze culturali, musicali e umane – si legge in una nota degli organizzatori - un luogo anche ideale ove la musica diventa linguaggio di confronto tra culture, radici e sperimentazione”. Per i giovani che hanno pensato e organizzato l’evento musicale è stato il clou dell’estate in Sicilia occidentale. Hanno puntato sulla musica perché, in Sicilia, la musica è un fenomeno sociale che coinvolge profondamente i giovani, ma non si può parlare di una vera e propria rivoluzione in senso stretto.
È più corretto descriverla come una forma di espressione culturale e identitaria che riflette il loro mondo e le loro esperienze, spesso in contrapposizione con le tradizioni più consolidate. La musica, in tutte le sue forme, offre ai giovani siciliani uno strumento per esprimere la propria identità, i propri sogni, le proprie frustrazioni e le proprie speranze. In alcuni casi, la musica può essere vista come una forma di contestazione, un modo per sfidare le norme sociali e le convenzioni, specialmente quelle legate alla tradizione.
Può creare un senso di appartenenza e di identità condivisa tra gli stessi giovani, sia all'interno della loro comunità che a livello più ampio, regionale o nazionale. La musica che ascoltano i giovani siciliani (quella di Mezzo Festival è stato un esempio) è influenzata dalla globalizzazione e dalle tendenze internazionali, ma spesso viene rielaborata e reinterpretata in chiave locale, creando nuove forme di espressione. Si tratta di una rottura netta con il passato, ma piuttosto di un'evoluzione, di un processo di trasformazione in cui elementi tradizionali e moderni si mescolano e si intrecciano.
Non si tratta di una rivoluzione nel senso stretto del termine, ma piuttosto di un'evoluzione, di un processo di trasformazione che coinvolge la cultura, la società e le relazioni interpersonali. E’ quello che è accaduto a Mazara con la “due giorni” del Mezzo Festival un risveglio di giovani verso nuove frontiere. Soddisfazione per l’esito delle due giornate, è stata espressa dagli organizzatori e da tutti componenti dell’Associazione Mezza Aps che affermano: “Mezzo Festival è nato dal desiderio di costruire qualcosa che resti.
Qualcosa che non sia solo musica, ma anche cultura, territorio, incontro, comunità. Partecipare non è un atto passivo. Non è ‘venire a vedere un concerto’. Partecipare è condividere uno spazio e un tempo. È esserci con presenza reale, in un mondo che ci abitua sempre più all’assenza”. (in foto un momento del Mezzo Festival durante l'esibizione di Axy, DaMonks & friends)
Salvatore Giacalone