“Un po’ di Scuola”. UNA LEZIONE DI STORIA

Le guerre di ieri e la guerra di oggi.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
04 Marzo 2022 14:29
“Un po’ di Scuola”. UNA LEZIONE DI STORIA

L’ultima poesia letta in classe, con i miei alunni, durante una lezione di antologia in cui si parlava delle guerre di ieri è “Veglia” di Giuseppe Ungaretti.

A ragazzi che hanno vissuto due anni di pandemia, che hanno visto i loro rapporti umani limitati, non volevo proporre una lezione sugli orrori di una guerra combattuta vicino casa, ma i ragazzi sono intelligenti e furbi e non si può prescindere dalle loro curiosità; così dalla guerra di ieri, dalla sofferenza della vita di trincea, dal dolore per le famiglie lontane, siamo subito passati all’oggi e soprattutto ai bambini di oggi.

I ragazzi di tredici anni riescono ancora facilmente ad immedesimarsi nei bambini (di pochi anni più piccoli di loro) che si vedono nei servizi televisivi, in coloro che soffrono, spesso senza capire perché devono lasciare le loro case, i loro giochi, le loro camerette “sicure” per scappare nei rifugi sotterranei, o anche per fuggire a piedi verso il confine Ucraino.

Un alunno alza la mano, deve assolutamente raccontare ai compagni una storia letta su internet. La storia è quella di due bimbi affidati ad una signora Ucraina: uno sconosciuto di 38 anni, ha pregato Nataliya, (madre di ragazzi grandi, un infermiere e uno poliziotto, costretti a restare nel loro paese), di accompagnare i suoi due bambini al di là del confine per affidarli alla madre che sarebbe venuta a prenderli. L’uomo si è fidato di una donna, che non conosceva e la donna ha accolto i bimbi come fossero suoi e li ha consegnati alla madre oltreconfine.

“Prof, il padre ha lasciato i figli ad una signora che non conosceva! Come si può?” Continua F.

Non faccio in tempo a rispondere che subito un compagno interviene.

“Certo gli ha salvato la vita, potevano essere feriti o morire sotto le bombe.”

Giusto risponde G. “il padre, ha fatto il padre, ha protetto i suoi figli.”

“E se la signora li abbandonava da soli in mezzo alla strada?” (F.)

“Non lo avrebbe mai fatto, il giovane padre prima di affidarle i bimbi, le ha chiesto solo se anche lei aveva dei figli, se era madre”.

E dopo questa risposta di G. la lezione è finita, non ci sono più domande, né risposte i ragazzi restano in silenzio. All’improvviso A. si alza e scrive alla lavagna “PEASE NO WAR”

Loro sono così spontanei e veri. La mia speranza è nei giovani, spero che loro costruiscano un futuro mondo di PACE.

Maria Teresa Carmicio

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