Italia, Spagna e Francia sono riusciti a bloccare una drastica riduzione delle giornate di pesca proposta dalla Commissione Europea per il 2026, evitando tagli fino al 64% grazie a lunghe trattative a Bruxelles, riducendo lo stop al 39% con misure compensative che neutralizzano l'impatto, garantendo di fatto ai pescatori di restare in mare 5 giorni a settimana e scongiurando la crisi per le marinerie italiane. Così è stato bocciato in toto il piano di Ursula Von der Leyen. A guidare la delegazione italiana il ministro Il Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) Francesco Lollobrigida il quale alla vigilia della riunione di Agrifish a Bruxelles aveva dichiarato: “Le condizioni dettate per il settore rischiavano di far estinguere le nostre marinerie.
Siamo al lavoro con gli amici francesi e spagnoli, in particolare, perché siamo le nazioni che nel Mediterraneo hanno l’attività più cospicua, per convincere la Commissione che la posizione assunta è irrealizzabile. Glielo abbiamo chiarito sin dall’inizio: il taglio del 64% non è applicabile su nessun reddito e stipendio. Crediamo che non si possa chiedere di ridurre il reddito in maniera così significativa, in nome di principi sempre “molto elastici”. Cercheremo di portarli a ragionare per chiudere un accordo che sia equo e senza tagli: l’ambiente dev’essere tutelato, ma i nostri pescatori sanno lavorare in maniera sostenibile.
Vogliamo che ci siano entrambe le cose: redditualità e attenzione ambientale, il sistema marittimo non va depauperato. Se questo avverrà saremo contenti, altrimenti, come fatto da soli tre anni fa, voteremo contro. Lo scorso anno mettendo insieme tante nazioni siamo arrivati dove volevamo arrivare: sono ottimista”.
La proposta Iniziale della Commissione UE era la riduzione dello sforzo di pesca fino al 64% nel 2026. Dopo i negoziati, durati circa 40 ore, il taglio è stato ridotto al 39%, con l'introduzione di misure compensative che annullano l'effetto della riduzione. Così i pescatori potranno continuare a operare per cinque giorni a settimana, mantenendo la loro attività. Soddisfazione è stata espressa dalle organizzazioni di categoria (Federpesca, Coldiretti, LegaCoop, AGCI Pesca) hanno definito il risultato "una vittoria storica", salvando le imprese e le comunità costiere da un colpo durissimo.
"Il taglio delle giornate avrebbe messo in ginocchio centinaia di imprese ittiche, l’economia delle zone costiere e l’accesso dei consumatori al pesce fresco nazionale, di qualità certificata, aprendo le porte a ulteriori importazioni. Non è un caso che la dipendenza dall’estero per il pesce sia schizzata dal 30% all’85% negli ultimi quarant’anni", come evidenzia l’analisi di Coldiretti Pesca sulla filiera della Pesca in Italia che conta circa 12mila imbarcazioni per un giro d’affari complessivo di poco meno di 750 milioni.
Sempre secondo Coldiretti se fosse passata la proposta UE ci sarebbero stati danni per oltre 300 milioni.
Francesco Mezzapelle