Un traffico di droga continuo e ben organizzato collegava Palermo a Mazara del Vallo, passando per Santa Ninfa. È quanto emerge da uno dei filoni dell’inchiesta che ha portato, nei giorni scorsi, all’arresto di circa cinquanta persone accusate di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini hanno ricostruito decine di trasferimenti di droga lungo l’asse Palermo–Mazara del Vallo. I carichi, mai troppo consistenti per ridurre i rischi, variavano da 400 grammi a un chilo per consegna, ma garantivano un rifornimento costante delle piazze di spaccio. Al centro del sistema vi erano i vertici del mandamento palermitano di San Lorenzo, in contatto con esponenti del quartiere Brancaccio e con referenti operativi nella provincia di Trapani.
L’inchiesta descrive un’organizzazione sempre più “orizzontale”, nella quale diversi mandamenti cooperano tra loro per aumentare i profitti, superando i tradizionali confini territoriali e puntando a nuovi mercati. A Mazara del Vallo la gestione della piazza di spaccio era affidata a un referente locale che riceveva i carichi e li distribuiva ai pusher. La filiera dello spaccio, secondo gli investigatori, era ben definita: i fornitori provenivano dal mandamento di San Lorenzo, mentre un gruppo stabile di intermediari garantiva continuità negli acquisti e nella distribuzione, fungendo da perno dell’intero sistema. Dalle carte emergono anche i dettagli economici dell’organizzazione: compensi ai corrieri, prezzi delle partite e modalità di consegna venivano concordati con precisione.
L’accordo per rifornire Mazara del Vallo sarebbe stato definito in un supermercato di Palermo, divenuto inconsapevolmente luogo chiave degli incontri tra fornitori e gestori delle piazze di spaccio. Proprio in uno di questi incontri, avvenuto nell’agosto del 2022, i fornitori palermitani avrebbero illustrato la qualità della cocaina, definita di livello molto elevato. Il prezzo fissato per la “merce” era di 36.500 euro al chilo, a conferma di un traffico strutturato e altamente redditizio che univa Palermo e il Trapanese in un’unica rete criminale.