Droga e mafia, la rotta della cocaina da Palermo a Mazara del Vallo

Quanto emerso nel maxi blitz di Palermo. Viaggi continui con consegne singole di non oltre un chilo di coca

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
13 Dicembre 2025 08:17
Droga e mafia, la rotta della cocaina da Palermo a Mazara del Vallo

Un traffico di droga continuo e ben organizzato collegava Palermo a Mazara del Vallo, passando per Santa Ninfa. È quanto emerge da uno dei filoni dell’inchiesta che ha portato, nei giorni scorsi, all’arresto di circa cinquanta persone accusate di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini hanno ricostruito decine di trasferimenti di droga lungo l’asse Palermo–Mazara del Vallo. I carichi, mai troppo consistenti per ridurre i rischi, variavano da 400 grammi a un chilo per consegna, ma garantivano un rifornimento costante delle piazze di spaccio. Al centro del sistema vi erano i vertici del mandamento palermitano di San Lorenzo, in contatto con esponenti del quartiere Brancaccio e con referenti operativi nella provincia di Trapani.

L’inchiesta descrive un’organizzazione sempre più “orizzontale”, nella quale diversi mandamenti cooperano tra loro per aumentare i profitti, superando i tradizionali confini territoriali e puntando a nuovi mercati. A Mazara del Vallo la gestione della piazza di spaccio era affidata a un referente locale che riceveva i carichi e li distribuiva ai pusher. La filiera dello spaccio, secondo gli investigatori, era ben definita: i fornitori provenivano dal mandamento di San Lorenzo, mentre un gruppo stabile di intermediari garantiva continuità negli acquisti e nella distribuzione, fungendo da perno dell’intero sistema. Dalle carte emergono anche i dettagli economici dell’organizzazione: compensi ai corrieri, prezzi delle partite e modalità di consegna venivano concordati con precisione.

L’accordo per rifornire Mazara del Vallo sarebbe stato definito in un supermercato di Palermo, divenuto inconsapevolmente luogo chiave degli incontri tra fornitori e gestori delle piazze di spaccio. Proprio in uno di questi incontri, avvenuto nell’agosto del 2022, i fornitori palermitani avrebbero illustrato la qualità della cocaina, definita di livello molto elevato. Il prezzo fissato per la “merce” era di 36.500 euro al chilo, a conferma di un traffico strutturato e altamente redditizio che univa Palermo e il Trapanese in un’unica rete criminale.

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