La mia è stata un’infanzia davvero felice ed i miei nonni sono stati i migliori che voi possiate immaginare… più dei Vostri.
Il giorno prima della “festa dei morti” lo trascorrevo girando per casa alla ricerca dei giocattoli desiderati da un anno. Sugli armadi, sotto i letti, in terrazza…niente. E la disperazione aumentava e mia nonna mi osservava con la coda dell’occhio ridendosela.
La notte prima era per me un inferno perché di addormentarmi non ne volevo sentir parlare ma… poi crollavo.
A questo punto era venuto per i miei nonni il loro momento. I giocattoli venivano nascosti ovunque ed alle prime luci dell’alba i rumori, voluti, di casa mi svegliavano.
Le grida di gioia risuonavano ovunque. Anche nelle case vicine ove abitassero dei bambini.
Il must have per noi maschietti non poteva che essere il completo da Bufalo Bill o quello da pellerossa -allora il vocabolo nativi manco esisteva- ed il fucile stile Winchester.
Ci si bardava immediatamente con le tasche piene di “tubetti” e si scendeva in strada per “carneficine e duelli”.
Il nostro O.K Corral era tra i banchi frutta di Ballarò. Io me ne guardavo bene di abbigliarmi come Davy Crocket o Custer…volevo restare vivo e se del caso passavo volentieri dall’altra parte… meglio una fuga disonorevole che una morte onorevole.
Ricordo ancora oggi la festa dei Morti del ’56. Fu una vera guerra in famiglia.
Mio zio mi aveva regalato un fucile ad aria compressa che “sparava” gommini a forma di cuneo. Mia madre allora fece un macello perché considerava quel regalo pericoloso al contrario della mia meravigliosa nonna che ne fu felicissima e liquidò subito la faccenda imponendo a mia madre un rigoroso silenzio in quanto trattavasi di un semplice ed innocuo giocattolo.
Anzi mia nonna rincarò la dose ed a riprova della sua tesi girandosi mi disse: “Corrado sparami in c… -nel gluteo per intenderci- e tu Vita, mia madre, guarda!”
Io non me lo feci ripetere due volte e dopo avere insalivato bene il proiettile lo inserii nella canna e…sparai.
Mia nonna cacciò un urlo quasi disumano e non potendo sedersi dovette inginocchiarsi urlando dal dolore.
E fu così che la mia carriera di sniper si interruppe già sul nascere sebbene avessi centrato l’obiettivo!
di Corrado SANSONE
La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.
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