Giorni fa mi è capitato un fatto inusuale. Camminavo per strada e davanti a me c’era un signore distinto, di una certa età, che, dopo qualche minuto, si è fermato e si è voltato dicendomi: “E’ meglio camminare dietro ad una bella donna piuttosto che davanti, non è d’accordo?”
Mi è venuto naturale sorridere e ho risposto : “Lei è molto gentile, grazie!”
Mi sono sentita lusingata e ho provato tenerezza verso quell’uomo, ormai anziano, che probabilmente si era comportato così da giovane.
Sono passata davanti a lui e, continuando a camminare, sono approdata col pensiero, in un passato lontano, in un tempo in cui si praticava la galanteria. Mi sono ricordata di tante scene viste nei film, oppure storie raccontate da nonne e zie che narravano episodi della loro gioventù. Gli uomini del passato erano galanti e cerimoniosi verso le donne. Regalavano fiori, scrivevano lettere d’amore appassionate, corteggiavano una ragazza con le serenate o passando ogni giorno davanti casa sperando in un’ inaspettata apparizione alla finestra.
Ma al di là del corteggiamento, un uomo sentiva di dover mettere in atto dei comportamenti che la cultura e la società dell’epoca gli imponevano.
Le donne, considerate deboli e indifese, dovevano essere protette e trattate con gentilezza. Questo atteggiamento non andava di pari passo con un rispetto autentico verso le donne, in quanto il loro essere creature inferiori restava la convinzione di fondo, il substrato culturale con cui si alimentava la galanteria. Ma oggi, acquisita la consapevolezza che non esista una presunta inferiorità femminile, possiamo distinguere le galanterie gradevoli e delicate, da altre decisamente anacronistiche e fastidiose.
Tutto ciò che offende la dignità della donna non può ritenersi galanteria.
Ma non sono d’accordo col rifiutare a-priori gesti premurosi e attenzioni da parte degli uomini. Così come non condivido la posizione della modella Agustina Gandolfo, che di recente ha espresso la sua indignazione per l’abitudine, nei ristoranti costosi, di presentare alle donne il menu senza i prezzi. Questa modalità, che potremmo definire appunto galante, non dà la possibilità alle donne di pagare la consumazione.
Ma, se un uomo vuole offrire la cena, che ben venga! Almeno questo! Considerando tutto quello che fanno le donne….
…Che ben venga una galanteria libera da tutti i retaggi sessisti e maschilisti!
E’ piacevole ricevere un complimento quando è spontaneo e non ha un doppio fine. E’ confortante sentirsi dire: Hai freddo? Desideri qualcosa? Ti accompagno? Chiamami quando arrivi.
Queste frasi non fanno sentire la donna incapace o stupida, ma solo importante e direi anche preziosa.
Non dobbiamo confondere l’affermazione della parità dei sessi con la giustificazione di una mancanza di delicatezza e sollecitudine. Non lasciamo che l’indipendenza femminile diventi un pretesto per far emergere comportamenti assolutamente villani o poco cortesi verso le donne.
Un grandissimo classico degli anni 90 che ha fatto sognare diverse generazioni, Pretty Woman, nel finale, rende benissimo il senso di un’auspicabile galanteria:
Edward: “ E che succede dopo che lui ha scalato la torre e salvato lei?”
Vivian: “ Che lei salva lui”.
di Josepha BILLARDELLO
La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.
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