Ultime della sera. E anche la banalizzazione del digiuno è servita!

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Gennaio 2020 17:44
Ultime della sera. E anche la banalizzazione del digiuno è servita!

Ho sempre nutrito grande ammirazione per chi è capace di intestarsi importanti battaglie e perseguirle a costo di grandi ed estremi sacrifici. Uno di questi è il digiuno, strumento spesso adottato da uomini straordinari che hanno vissuto (e spesso sono anche morti) perseguendo nobili ideali. C'è da dire che la medicina, negli ultimi anni, è tornata a parlare del digiuno e dei suoi benefici, eleggendolo a strumento, non tanto di lotta, ma di salute e di longevità. E cosi come gli antichi avevano capito che i periodi più o meno lunghi di digiuno rappresentano un mezzo di purificazione del corpo e dello spirito, gli studi e le pubblicazioni recenti, che vedono tra l'altro protagonistii medici e ricercatori italiani, come il prof  Longo o il dottor Berrino, hanno messo in relazione il digiuno con il ritardo dell' invecchiamento cellulare, esaltandone le proprietà antinfiammatorie e anticancerogene.

La dieta mima digiuno o il digiuno intermittente sembra che rallenti i processi di invecchiamento, disintossica, protegge dai rischi cardiovascolari, rafforza il sistema immunitario, combatte le infiammazioni, tempra lo spirito, fa dimagrire ed è risultata utile anche nel prevenire le recidive di alcune forme tumorali. Ma torniamo invece al valore simbolico e spirituale del digiuno. Quel digiuno che un tempo era chiamato “ sciopero della fame” e che è stato mezzo di lotta non violenta per affermare principi, per sancire diritti, per combattere per un ideale politico o sociale.

“Invito ogni persona che ha una responsabilità, che sente di avere una responsabilità pubblica, a digiunare almeno per un giorno per rinfrescare alla sua memoria, se mai l'abbia saputo, cosa significa stare digiuno, - come troppo spesso stanno milioni di nostri fratelli, bambini e vechhi compresi, nel mondo, in Italia.” Così, nel 1955, Danilo Dolci, a Partinico, comunicava l' inizio della lotta non violenta, in Sicilia, per il lavoro. E chi non ricorda Bobby Sands, militante dell'Ira, detenuto insieme ad altri prigionieri politici irlandesi, che di sciopero della fame mori, in carcere, dopo sessantasei giorni di digiuno? Lo sciopero della fame è un'esperienza durissima, che debilita fortemente il fisico e che può causare danni irreparabili se prolungato o associato allo sciopero della sete, e che può avere esito fatale perchè compromette le funzioni e gli organi vitali.

Noi italiani abbiamo ancora negli occhi i digiuni di Marco Pannella, i suoi ricoveri a volte forzati perchè a rischio di insufficienza renale . Per Pannella il digiuno è sempre stato uno strumento di denuncia politica, a sostegno della legalità, della giustizia, delle condizioni delle carceri, e dei diritti civili. Lo ricordiamo con il cartello perennemente attaccato al collo, come il leader politico italiano che più di ogni altro ha usato il suo corpo come strumento di lotta politica.

Fu Gandhi, per la prima volta nella storia, ad usare il digiuno come forma di lotta non violenta, mai ricattatoria, anzi con una valenza intimista e purificatrice, e con un profondo significato religioso e spirituale. Tra gli altri digiunatori famosi ricordiamo Martin Luther King, Nelson Mandela, il leader del popolo curdo Ocalan, e ricordiamo che dentro le carceri lo sciopero della fame è il mezzo di protesta più diffuso, soprattutto dai prigionieri politici e da chi insorge contro l'autorità dello Stato.

Di recente, in Italia, il digiuno è stato praticato anche per chiedere condizioni di detenzione più umane nei centri di accoglienza da parte dei migranti. E' per questo che ha causato molto sdegno la richiesta di digiuno da parte di Salvini come forma di solidarietà nei suoi confronti sul caso del processo per la nave Gregoretti. Il digiuno è qualcosa di intimo, di personale, di spirituale e di profondo, non esiste il digiuno di solidarietà. Tanto meno per un leader politico che rischia di andare a processo per essersi macchiato di un grave reato.

Ma in un tempo in cui la politica è spettacolarizzazione e banalizzazione, dove i contenuti politici latitano e a prevalere sono solo il clamore e lo scoop, ecco che la più nobile forma di protesta non violenta viene gettata nell'agone mediatico, banalizzata, spogliata di ogni sua valenza e funzione simbolica, marginalizzata, dissacrata, ridotta a cabaret e avanspettacolo, come tutto ciò che viene velocemente consumato, metabolizzato, digerito e defecato, alla pari del panino con la porchetta, della Nutella  o degli spaghetti con il ragù in scatola a cui il leader leghista ci aveva già abituati.

  Catia Catania

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