Il 22 marzo di ogni anno si celebra la “Giornata Mondiale dell’Acqua”, proclamata nel 1993 dall’Assemblea delle Nazioni Unite: perché la carenza di acqua è una emergenza mondiale e in alcune aree del pianeta è una vera e propria catastrofe.
L’acqua, la più importante risorsa del nostro pianeta, è un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della terra ed è patrimonio dell’umanità. L’accesso all’acqua è un diritto fondamentale e inalienabile, che va garantito a tutti. Eppure l’abitudine allo spreco e la noncuranza ci fanno spesso perdere di vista la necessità di proteggere questa risorsa.
Qualche cifra sul consumo di acqua nel mondo
- Nel mondo solo 16 persone su cento possono aprire un rubinetto e veder scorrere acqua potabile, priva di agenti patogeni e di sostanze inquinanti, per bere, cucinare e lavarsi. Mentre 84 devono cercarla, spesso molto lontano dalle abitazioni, presso fonti dove la disponibilità è scarsa e la qualità scadente.
- Il consumo di acqua potabile per uso domestico: nei paesi africani varia in media tra 12 e 50 litri al giorno per abitante, in quelli europei tra 170 e 250 litri (noi italiani siamo ai vertici dei consumi europei, proprio con 250 litri) negli Stati Uniti raggiunge i 700 litri. Il fabbisogno minimo biologico pro-capite per la sopravvivenza umana è di 5 litri d’acqua nelle 24 ore.
Le Nazioni Unite hanno fissato in 40 litri il diritto minimo all’acqua come obiettivo di mobilitazione della Giornata Mondiale del 22 marzo di ogni anno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che al di sotto della soglia di 50 litri d’acqua al giorno si può già parlare di sofferenza per mancanza di acqua: di fatto il 40% della popolazione umana (2,5 miliardi di individui) vive in condizioni igieniche impossibili soprattutto per carenza di acqua.
Recentemente nella mia città si è riaperto il dibattito sull’acqua pubblica, relativamente al problema dell’alto valore dei nitrati e della scelta dell’attuale amministrazione di ricorrere ad un “potabilizzatore” per ridurre l’incidenza di questo valore.
E’ stata convocata una seduta del Consiglio Comunale con adunanza aperta ai cittadini che si è celebrata martedì scorso, e che ha visto la presenza di tanti cittadini anche in rappresentanza di tante associazioni, alcune nate proprio per la salvaguardia dell’acqua come bene pubblico, assieme ai gruppi politici rappresentati dai consiglieri regolarmente eletti, hanno dato vita ad un interessante dibattito.
E voglio citare tra i tanti interventi quello del Gruppo Civico “Partecipazione Politica”, di cui evidenzio uno stralcio del Comunicato Stampa:
“Il nostro Gruppo, consapevole che la problematica dell'acqua non investe soltanto il nostro territorio ma ha un respiro ampio e complesso, ha chiesto a gran voce di portare la questione idrica nell'ambito dell'Assemblea Territoriale Idrica che è chiamata a scegliere al più presto il gestore unico provinciale, atto indispensabile per poter accedere ai finanziamenti europei che mirano a colmare il gap gestionale del nostro territorio. Proprio in quest'ottica abbiamo presentato due documenti che vanno nella direzione della pubblicità dell'acqua. Il primo è una mozione che impegna il Sindaco, nel suo ruolo di rappresentante dell’Ente all’interno dell’ATI di Trapani, a promuovere la costituzione di una Azienda Speciale Consortile, cioè un ente strumentale dei Comuni pienamente riconosciuto dalla legislazione vigente ricadente nel diritto pubblico, per la gestione pubblica e partecipativa del Servizio Idrico Integrato, salvaguardando lo stesso dall’eventuale cessione di quote azionarie, come già stabilito dai Sindaci dell’ATI di Agrigento.
Il secondo documento, indirizzato all'Assessore Regionale all'Ambiente, mira a chiedere la piena applicazione della Legge 19/2015 sull'Acqua Pubblica attraverso il rispetto dei suoi principi, l'applicazione delle sentenze e delle indicazioni sulla tariffazione dell'acqua da parte di Sicilacque e di fugare ogni dubbio circa la possibilità della creazione di un unico ambito regionale che potrebbe di fatto aprire le porte alla privatizzazione di un bene comune essenziale per la vita e l'ecosistema quale l’acqua.
Contiamo che le stesse iniziative possano essere portate avanti anche in altri Comuni siciliani per arrivare in tempi celeri ad una scelta che orienti la nostra regione verso una gestione pubblica del Servizio Idrico Integrato come previsto dalla legge in vigore”.
Per concludere mi sembra giusto ricordare la Commissione Rodotà istituita nel 2007 ed incaricata di redigere uno schema di disegno di legge delega per la riforma delle norme del Codice Civile sui beni pubblici, commissione che nel 2008 consegnò la sua relazione, ma che purtroppo la legge non vide la luce per la caduta del governo Prodi.
Ma Stefano Rodotà e Ugo Mattei (vice presidente di quella commissione) non si diedero per vinti ed assieme ad altri quattro giuristi, hanno redatto i quesiti del cosiddetto “referendum sull’acqua bene comune”, che fu ammesso con successo dalla Corte Costituzionale, e successivamente si resero partecipi della campagna referendaria che portò 26 milioni di Italiani a dire No alla privatizzazione dei loro beni comuni, nel referendum del 12-13 giugno 2011. E lo stesso Ugo Mattei nel 2012, in veste di Avvocato in Corte Costituzionale, su mandato della Regione Puglia, difese vittoriosamente l’esito referendario in contraddittorio col Governo Monti, contro il tentativo di sovvertire la volontà popolare che la Corte riconosceva sovrana (sentenza 199/2012).
E sempre nel 2012 il Prof. Mattei veniva invitato a Napoli dal Prof. Alberto Lucarelli, primo Assessore ai Beni Comuni in Italia, a curare la conversione in bene comune del locale acquedotto.
Il Prof. Mattei, in qualità di Presidente, ne ha fatto la prima azienda speciale pubblica partecipata, a oggi unico esempio italiano di adeguamento del diritto alla volontà popolare espressa dal Referendum. Superando ogni tipo di ostacolo creato per impedire questo grande esperimento democratico, ABC/Acqua Bene Comune Napoli offre oggi agli abitanti la migliore acqua italiana al prezzo più ragionevole.
Anche in questa porzione di territorio che abitiamo - questi sono i nostri auspici e speranze - sappiamo cogliere tutti quanti, cittadini e istituzioni, questi esempi virtuosi di chi si è battuto e continua a farlo in difesa dell’Acqua Bene Comune.
Perché l’acqua è il più importante elemento della natura e come tale deve essere condiviso, deve essere risparmiato, deve essere rispettato, deve essere valorizzato e soprattutto deve essere disponibile per tutti.
di Francesco SCIACCHITANO
La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.
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