Nuovi guai per la Caronte &Tourist. Simone Martini bloccata in porto

Grazie al mal tempo a Pantelleria la tratta è stata comunque assicurata dal Paolo Veronese

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
10 Luglio 2025 09:25
Nuovi guai per la Caronte &Tourist. Simone Martini bloccata in porto

Una nuova bufera si sta abbattendo sui trasporti marittimi del trapanese.

Il braccio di ferro fra società armatrice Caronte &Tourist, lavoratori del settore marittimo e Sindacati continua in piena estate e a farne le spesesono i cittadini delle Isole Minori che per l’ennesima volta si vedono privati del diritto di continuità territoriale. Ricordiamo che la Caronte &Tourist, meno di un anno fa, aveva già disatteso gli accordi stipulati con Sindacati aprendo quindi un braccio di ferro serrato.

Ieri, dopo una verifica eseguita dalla Capitaneria di Porto, Commissione territoriale per la prevenzione degli infortuni, igiene e sicurezza del lavoro a bordo, sulla nave Simone Martini (che collega Trapani alle isole Egadi) quest’ultima è stata bloccata in banchina. Non potrà collegare il porto siciliano con le isole Egadi. Ma il collegamento, in realtà, non è interrotto. Non sarà lei a viaggiare ma le isole Egadi saranno comunque servite.Il Paolo Veronese, traghetto operante sulla linea di Pantelleria, grazie al maltempo che sta imperversando sulla Perla Nera,coprirà la tratta per Favignana. Almeno per oggi.

La visita della Capitaneria di Porto è stata fatta per verificarele condizioni di vita e di lavorodei marittimiimbarcati(previstedalla normativa vigente e dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro)e la questione relativa allamancanzadifornitura di vitto nell’ambitodel servizio mensain manieragratuitae in lineacon gli standard nazionalie internazionali.

La compagnia marittima ha infatti tolto il servizio di mensa ai marittimi impiegati sui traghetti giornalieri dando comunque loro un’indennità di mensa e un buono pasto e ottimizzando i servizi a bordo. Sulle navi sono stateallestite salette dette “pantry” (dall’inglese “dispensa”) nelle quali il personale di bordo in servizio può scaldare o scongelate le vivande o portate dal lavoratore stesso o acquistate nel bar di bordo a prezzo di costo. I comandanti sono stati anche autorizzati a concedere ai marittimi, durante la sosta in porto, brevi permessi per provvedere all’acquisto di vitto a terra.

La sala pantry, tuttavia, pare non sia autorizzata dal Ministero competente con approvazione di nuovi piani alloggi e specifica tecnica. “Inoltre, il riscaldamento/decongelamento degli alimenti in HACCP è un passaggio cruciale per garantire la sicurezza alimentare e prevenire la proliferazione batterica, devono pertanto essere rispettate temperature e tempi specifici per ogni tipo di alimento, per assicurare che eventuali batteri nocivi vengano eliminati e che l’alimento sia sicuro per il consumo. Tale onere non può essere completamente trascurato dall’armatore né demandato ai membri dell’equipaggio che non sono stati formati e in mancanza di una procedura specifica”.

L’accesso al vitto dei marittimi, inoltre, sottolinea la Capitaneria, “deve essere gratuito, come previsto anche dalla Convenzione MLC 2006 Reg.3.2.”.

La questione è nata diversi mesi fa. A febbraio scorso, durante una visita periodica della stessa Commissione della Capitaneria di Porto di Trapani, la stessa aveva ritenuto non ci fossero più i presupposti per continuare a non erogare pasti a bordo in assenza di un accordo. Ne è quindi nato un contraddittorio sfociato oggi nel drastico provvedimento richiesto al Comandante del porto, Capitano di Vascello Guglielmo Cassone.

La Caronte &Tourist Isole Minori, risponde respingendo duramente la richiesta della Commissione che, a suo parere, si sarebbe espressa “su valutazioni che esulano dal proprio ambito di competenza sovrapponendosi indebitamente a prerogative tipiche della contrattazione collettiva e della disciplina del rapporto di lavoro, su cui la stessa non ha titolo né legittimazione a pronunciarsi”.

La Commissione pare infatti abbia sempre giudicato idonea (a partire dal 2019 sino al 2024) la soluzione prevista dall’accordo integrativo aziendale. Oggi, invece, sempre secondo la Caronte &Toursit “deborda dal proprio ruolo, intervenendo e giudicando in materie giuslavoristiche, abdicando alla terzietà che dovrebbe essere garantita dalla presidenza affidata a personale della Capitaneria di Porto”.

Giuliana Raffaelli

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