Riceviamo e pubblichiamo il seguente articolo scritto dagli studenti del Liceo Adria-Ballatore:
Dal 9 al 15 novembre 2025 gli studenti del Liceo “Adria Ballatore” hanno partecipato a un progetto Erasmus in Polonia, soggiornando nella città di Zabrze e visitando le principali località della regione. L’iniziativa ha offerto l’opportunità di approfondire la conoscenza della storia, della cultura e delle tradizioni polacche, promuovendo al tempo stesso lo scambio di esperienze e la collaborazione tra studenti di diversi Paesi.
Fin dai primi giorni abbiamo compreso che non si trattava solo di un viaggio d’istruzione, ma di un’occasione di crescita personale e collettiva. È stata una settimana intensa, fatta di scoperte, riflessioni e incontri che ci hanno permesso di conoscere da vicino la cultura, la storia e l’anima di un Paese affascinante.
La nostra avventura è iniziata a Wrocław, la suggestiva “città degli gnomi”, dove ogni angolo nasconde una leggenda. Passeggiando tra le vie colorate e i numerosi ponti, abbiamo respirato l’atmosfera vivace di una città giovane e accogliente. La visita alla Cattedrale di San Giovanni Battista, situata sull’isola di Ostrów Tumski, è stata uno dei momenti più emozionanti: un’imponente costruzione gotica illuminata da vetrate che creano un’atmosfera quasi mistica. È stato il nostro primo incontro con la bellezza polacca, una bellezza che unisce la forza della storia alla grazia dell’arte.
Il giorno successivo abbiamo proseguito con la visita di Auschwitz, luogo di memoria universale. Camminare tra i blocchi e i cortili del campo di concentramento è stato un momento di profonda riflessione. Le camere a gas, i forni crematori e gli oggetti personali dei deportati — valigie, scarpe, occhiali, giocattoli — ci hanno raccontato, in silenzio, storie di vite spezzate. In quel luogo ogni passo porta con sé il peso della storia e il dovere della memoria. Abbiamo compreso quanto sia fondamentale ricordare, riflettere e testimoniare affinché tragedie simili non si ripetano mai.
Nel pomeriggio ci siamo spostati a Cracovia, una città dal fascino antico, capace di custodire l’anima medievale della Polonia. Il Castello del Wawel e la leggenda del drago ci hanno immersi in un’atmosfera fiabesca, mentre le vie del centro storico, animate da musicisti e mercatini, raccontavano la vitalità di un popolo fiero della propria identità. L’11 novembre, giorno dell’Indipendenza nazionale, abbiamo avuto la fortuna di vivere la città in festa: tra bandiere, canti e celebrazioni, ci siamo sentiti parte di una comunità europea unita da valori comuni.
Nei giorni successivi abbiamo scoperto la Polonia moderna, quella che guarda al futuro senza dimenticare le proprie radici. A Katowice, città dinamica e simbolo dello sviluppo della Slesia, abbiamo ammirato il contrasto tra le architetture industriali e i nuovi edifici contemporanei. A Zabrze, invece, la visita alle antiche miniere di carbone ci ha fatto scendere nelle profondità della terra, dove abbiamo compreso l’importanza del lavoro e dell’ingegno umano. Scoprire il collegamento tra le miniere, il canale di Gliwice e il fiume Oder, che conduce fino a Berlino, è stato come leggere un capitolo vivo della storia economica europea.
Ma il vero cuore di questa esperienza non è stato solo nei luoghi visitati, bensì nelle persone incontrate. I ragazzi polacchi ci hanno accolto con calore e curiosità, aprendo le porte delle loro scuole e della loro quotidianità. Con loro abbiamo condiviso momenti semplici ma autentici: pranzi nella mensa scolastica, laboratori di dolci tradizionali, danze popolari e presentazioni sui rispettivi sistemi scolastici. In quei giorni abbiamo scoperto che la collaborazione e l’amicizia possono superare ogni barriera linguistica: bastano la voglia di conoscere e un sorriso sincero per capirsi davvero.
Ora che il viaggio è giunto al termine, resta una profonda gratitudine per tutto ciò che abbiamo vissuto: per i luoghi che ci hanno stupiti, per le persone che ci hanno accolti e per le emozioni condivise. Questo Erasmus in Polonia non è stato soltanto un’esperienza di studio, ma un vero percorso di crescita che ci ha insegnato ad aprirci al mondo, a confrontarci con culture diverse e a guardare la realtà con occhi nuovi.
Porteremo con noi per sempre quest’esperienza perché, oltre ad averci arricchito dal punto di vista formativo — obiettivo di partenza dello scambio — ha lasciato un segno profondo e una consapevolezza più matura di cosa significhi sentirsi davvero cittadini d’Europa e del mondo. Ci siamo chiesti, in conclusione, se non sia proprio questo il segreto per costruire una società più aperta e inclusiva, in cui ciascuno possa avvertire un legame autentico con il prossimo, al di là di ogni differenza culturale o religiosa.