L'Accademia Selinuntina di Scienze Lettere e Arti ritorna oggi a nuova vita sul web, con un proprio blog, all'indirizzo internet accademia selinuntina.blogspot.it
dove è possibile avere notizie delle attività promosse dall'associazione, oltre alla possibilità di leggere o scaricare gli argomenti dei libri editati.
Nel 2009, a meno di un decennio dalla scomparsa del "organizzatore di cultura mazarese", il Preside Gianni Di Stefano, l'Accademia Selinuntina, già ripristinata dallo stesso intellettuale nel 1958, ha ripreso la sua instancabile attività con nuovi statuti e "ricorda con grande affetto e indiscussa stima il rifondatore dell'Accademia stessa e il poligrafo che ha reso particolarmente celebre il sodalizio con la istituzione prima del "Premio Sélinon" e la pubblicazione, poi, degli "Annali Selinuntini", che restano delle preziose testimonianze.
È noto che gli umanisti mazaresi - si legge fra le note storiche del blog - amarono identificare Mazara con l'antica Selinunte. E selinuntino si disse nella sua "Topographia inclytae civitatis Mazariae" l'umanista mazarese Gian Giacomo Adria scrivendo: "Selinis Inclyta urbs mea dulcis patria". Lo stesso Adria, altrove, aveva detto la città natale "Docta Selinis" (Epistola ad coniugem) e "Formosa Selinis" (De recessu episcopi mazariensis Joannis Villamarini ad inclytam civitatem Mazariae) e gli esempi potrebbero continuare.
Questi umanisti, secondo l'Adria, solevano recarsi periodicamente a Miragliano, lungo la riva sinistra del Mazaro, là dove sgorgava una fonte di dolci acque che essi chiamavano Ippocrène, a somiglianza di quella che, secondo il mito, era sgorgata in Beozia sotto gli zoccoli del cavallo Pegaso ed era stanza delle Muse. Qui essi, pacatamente, conversavano e, narra l'Adria nel suo latino, "tanta erat dulcedo sonoritatis aquarum quod poetarum musae canentes pectora rapiebant". La fonte aveva ispirato a Giovanni Albino, l'umanista lucano che aveva seguito Alfonso II nel suo esilio mazarese, il poemetto "De Fonte Hyppocrene".
Le tradizioni, se non il nome, di quel sodalizio, fiorito tra il XV ed il XVI secolo, furono continuate a Mazara nel secolo XVII dalla Accademia degli offuscati. Nel 1762 Girolamo Palermo, dei Principi di Santa Margherita, assurto dal 1759 alla cattedra episcopale mazarese, riallacciandosi alla tradizione umanistica testimoniata dall'Adria, istituiva l'Accademia Selinuntina e ne approvava gli statuti dettati da Giacomo Gerardi, eletto Cancelliere perpetuo del sodalizio. E se alla favola - smentita dai più recenti studi storici - che pretendeva di identificare in Mazara l'antica Selinunte non credevano ormai che i tardi epigoni degli umanisti mazaresi, a buon diritto i mazarese potevano pur dirsi "Selinuntini" poiché dell'antica città dorica, Mazara era stata l'emporio e l'oppidum sul Mazaro, colonia portuale, riparo delle sue flotte (prima ancora era stata villaggio sicano e, dopo, scalo commerciale fenicio).
L'Accademia Selinuntina, di cui fece cenno il Narbone nella sua "Biblioteca Sicula", lo Scinà nel suo "Prospetto della Storia letteraria di Sicilia nel secolo XVII", il Di Marzo nelle sue annotazioni al "Dizionario topografico della Sicilia" dell'Amico, è ricordata anche da Michele Maylender nel quinto volume (1930) della sua monumentale "Storia delle Accademie d'Italia". L'Accademia tenne le sue ultime adunanze nel 1859.
Risorta a nuova vita nel 1958, grazie al già ricordato Di Stefano, l'Accademia Selinuntina, con il motto "virescit", riunisce una rete di Istituti e collane di atti, fonti e studi che richiamano nella città di Mazara critici letterari e storici per convegni di livello internazionale. Le giornate dedicate alla "Sicilia nella storiografia dell'ultimo trentennio" (1978), l'Organizzazione della Chiesa in Sicilia nell'età normanna (1985), la "Sicilia nel Cinquecento" (1986), quest'ultimo organizzato per il quinto centenario della nascita dell'umanista Gian Giacomo Adria.
Fino ad arrivare agli annuali incontri del "Premio Sélinon", organizzato per onorare le figure dei più prestigiosi studiosi italiani e stranieri (fra i premiati, nomi eccellenti, come l'ellenista Bruno Lavagnini e il latinista Ettore Paratore). Erano i tempi in cui a Mazara esistevano l'Istituto per la Storia del Vallo di Mazara, quello per la Storia della Chiesa mazarese e l'Istituto di studi arabo-islamici "Michele Amari".
Adesso l'Accademia Selinuntina di Scienze Lettere ed Arti "raccoglie in un sodalizio quanti intendono collaborare per testimoniare la cultura siciliana ed il contributo della Sicilia alla civiltà mediterranea", come si legge fra le pagine del suo blog. Presidente dell'Accademia è il prof. Don Pietro Pisciotta, vice presidente l'Arch. Mario Tumbiolo. Ne fanno parte anche Giovanni Serra, Mario Cajazzo e Mario Giubilato.
(Nella foto, il logo dell'Accademia Selinuntina nel 1762)
Vincenzo De Santi
21/12/14 12,30
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